Traina altura in Kenya
Malindi: 23 gennaio 2005
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L'avventura africana continua: dopo l'esperienza in Senegal
e una breve parentesi di traina e bolentino nel Mar Rosso la passione
per la pesca mi ha portato a ripetere l'emozione di immergere
le lenze nel magico Oceano Indiano, non negli atolli maldiviani
di Male' Nord (per poco divorzio nel bel mezzo del viaggio di
nozze) ma bensì al largo delle coste Kenyane.
E già, il mal d' Africa esiste e nel mio caso persiste,
ma come in tutti i luoghi che ho girato la pesca sarà fruttuosa
solo se mirata e niente deve essere lasciato al caso, come ad
esempio in altura la scelta di un equipaggio competente; è
il caso dell'imbarcazione "Lady Nana" gestita da Mohamed
e Jusuf, veri pescatori appassionati e non i soliti ruba soldi
per turisti che hanno interesse solo al tuo portafoglio e se ne
fregano di farti prendere pesce.
Quello che vi sto per raccontare e' il resoconto della seconda
uscita di pesca, inferiore nel numero rispetto la prima (8 pezzi
a bordo fra Kingfish, Whaoo e Barracuda, più una decina
di strike andati a vuoto) ma sicuramente indimenticabile per la
dimensione delle prede ricercate e catturate. Accompagnato dal
mio amico Mirko si parte dalla baia di Malindi verso le 6:30 di
mattina nel pieno dell'alta marea ( in Kenya le maree sono immense
e regolari, ogni 6 ore e mezza con punte superiori ai 3 metri)
alla ricerca dei Bonito.
Bonito, esca per eccellenza in quelle acque vista l'abbondanza
della specie e la selezione nella taglia delle catture. Purtroppo
anche lì l'effetto tsunami si è fatto sentire, i
locali giurano che sono cambiate le correnti, facendo allontanare
i rostrati che in questo periodo dovrebbero essere abbondanti.
I punti più esposti della costa erano pieni di una quantità
industriale di posidonie strappate dal fondo marino.
Dopo circa mezz'ora di navigazione a non più di 4 miglia
dalla costa caliamo le nostre canne armate di polipetti alla ricerca
dei tunnidi di circa 1 kg di peso e senza tanti complimenti ad
ogni passaggio sul branco (visibile come sempre dalla cacciata
dei gabbiani) le nostre 8 canne partono in contemporanea: è
molto divertente questa fase della pesca e anche complicata perché
non è facile gestire la raccolta delle lenze con sei o
sette tonnetti allamati senza ingavinare il tutto con relativa
perdita degli stessi.
Fatto sta che verso le 9 di mattina abbiamo un numero sufficiente
di esche e ci avviciniamo al punto prescelto, una secca di circa
40 mt. di profondità che è frequentata da splendidi
carangidi quali il mitico Carambesi, incredibilmente potente,
e da pesci di passo di tutti i generi come gli ambiti Kingfish,
Whaoo, Cobia e squali di tutte le dimensioni e specie.
Io, in particolare, prediligo il Barracuda perché mi affascina
la sua forma e il modo "cattivo" con cui attacca le
esche anche se sportivamente non è classificato tra i più
tenaci da combattere
sempre se non hai la fortuna di allamare
il " Big Fish" e li la storia cambia.
(
Continua ) »»
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