Parla della mia prima esperienza
vera di pescatore. Correva l'anno 1947 e all'Elba c'erano
già molti pescatori di Ponza, Ventotene, Terracina
e della costa campana (Pozzuoli, Ischia, Torre del Greco,
ecc).
Mio padre, parte di questa Comunità Ponzese, decise
di portarmi a pescare. Fu così meraviglioso ed è
ancora tutto impresso nella mia mente.
Buona lettura...
Le castardelle di Montecristo
Pesca delle castardelle nel mare attorno Montecristo, con
l'aiuto dei delfini, in un'atmosfera di altri tempi
La guerra era terminata da poco. All'Isola d'Elba la miseria
era diffusa. Fra tanta miseria i primi pescatori ponzesi
di Marina di Campo (Campo per gli elbani), sentivano che
con profondo impegno e grande sacrificio potevano far crescere
la famiglia. Capivano che migliorando le loro condizioni
economiche si riportava la gioia nei cuori delle loro donne
e il sorriso sul viso dei bambini.
Il mare a sud dell'Elba e la profonda speranza in un domani
migliore facevano il resto.
Siamo ai primi di settembre ed avevo compiuto i miei dieci
anni da pochi giorni. Mio padre 'a tramontana, aveva deciso
di portarmi a pescare per la prima volta. " 'A scòla
è fernuta" e poi ... "dimmane vieni cu'mmé
a castaurielle". Ero felice di essere stato promosso
a scuola ed ero pronto per la nuova avventura. A quel tempo,
in estate, la ricchezza dei pescatori ponzesi a Campo, a
parte il corallo, erano le castardelle, pesce azzurro oggi
quasi completamente scomparso dal Mediterraneo. Il mare
attorno a Montecristo ne era pieno. Le castardelle erano
considerate l'oro di Montecristo, un oro vivo e vitale,
di un azzurro luccicante, di forma molto allungata.
Partiamo all'alba con il Sant'Emiliano, la tipica barca
ponzese di mio nonno Baiocc (1) che ancora viveva
a Ponza - Le Forna. Si esce dal porto di Campo e puntiamo
verso sud. Quel giorno mi sentivo parte dell'equipaggio
formato dal capobarca 'a tramontana (2), mio zio
Aniello-Aniello (3), mio zio 'a bogacciòla
(4), e Rafèle (5).
Era una giornata bellissima. Il mare era calmo e rifletteva
la luce come uno specchio. Rafèle, il marinaio dalla
vista lunga e buona, stava sulla prora. Con la mano sinistra
afferrava 'a rota (6). Aveva la mano destra appoggiata
sulla fronte, appena sopra gli occhi, per ripararsi dal
sole sempre più forte ed asciugarsi il sudore. Lo
sguardo era fisso sul mare. Cercava le fère, specie
di delfini che inseguivano masse di castardelle. Dove c'èrano
le fère c'erano sempre le castardelle.
Il Sant'Emiliano navigava verso Montecristo. Passavano le
ore nel silenzio teso dei marinai, ritmato dal rumore del
motore Bolinder. Ogni tanto un grido "i'ffère!",
"i'ffère!". Tanti falsi avvistamenti e
poi niente. Prima la prora verso Montecristo, poi verso
Pianosa, poi si tentava più a sud verso l'Africhella
quindi ancora Montecristo ,,, e mio padre sempre pensoso
al timone. Il tempo scorreva senza poter vedere il salto
di una fèra. Cominciava ad affiorare lo sconforto
fra i pescatori quando Rafèle urlò "i'ffère!
i'ffère! A maist....i'ffère!". Era la
volta buona.
Il Sant'Emiliano cambiò direzione e si mosse verso
maestrale. Si intravvedeva sul mare un'ombra scura con alcune
fère ai lati e le castardelle saltellanti nel centro.
La barca si avvicinava sempre più. Si poteva vedere
meglio il pesce che schiumeggiava in superficie ed i gabbiani
parlant che sorvolavano il mare facendo ogni tanto degli
affondi. Le castardelle erano ormai a portata di mano.
'A tramontana con gli occhi saltellanti fra le castardelle
e l'equipaggio, dopo diversi accostamenti, valutato il momento
giusto per il calo della rete, disse ad alta voce "'A
rezza! 'a rezz'ammmare!". Montecristo era alle spalle
e fu calata la castardellara, una rete che pescava sulla
superficie per circa 10 metri sott'acqua ed era lunga un
centinaio di metri. La rete si stringeva attorno alle castardelle
mentre i marinai la tiravano a bordo dai due lati. I delfini
si muovevano lentamente puntando il pesce come dei cani
da caccia. Più la rete si stringeva, più le
castardelle si ammucchiavano al centro appoggiandosi nella
parte centrale chiamata rete cieca (7) e le fère
si dileguavano velocemente sotto la barca.
I nervi erano tesi ed i pescatori cominciavano a sentire
la fatica. Il sudore calava sulla fronte e ci si asciugava
con la mano.
Si era ormai al momento finale. Le castardelle, chiuse nella
rete cieca, vennero strette verso la murata (8) della
barca. Si prese 'u cuoppo (9) e si cominciarono a
metterle a bordo. "...Opplà! ... opplà!"...
e la coperta del Sant'Emiliano fu presto stracolma di castardelle.
Luccicavano al sole del pomeriggio ed ancora saltellavano.
Si vedeva tanta soddisfazione sulla faccia di ognuno, stanca
ed arrossata.
"Chest'è fatta" disse 'a tramontana. E
mentre si cominciava a mettere le castardelle nelle cassette
di legno ed a lavarle con secchiate d'acqua di mare, si
mise al timone e puntò la prora verso Capo Poro.
Io stavo lavorando tutto sudato, fiero di essere un vero
pescatore, assieme agli altri. Due ore dopo arrivammo a
Campo dove ci aspettavano ansiosi i nostri familiari. Anche
loro ci aiutarono a scaricare il pesce mentre il sole volgeva
al tramonto.
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(1) Baiocco, moneta dello Stato Pontificio molto
diffusa in Italia nel 1800. Soprannome dato a Emiliano Sandolo,
abitante a Ponza - Le Forna (Campo Inglese - parte bassa).
Voleva significare che aveva una famiglia agiata su un 'isola
dove la maggior parte erano poveri pescatori.
(2) La tramontana, vento impetuoso, era il soprannome
di Silverio Sandolo figlio di Emiliano, venuto a Campo da
Ponza nel 1938 con la propria famiglia.
(3) Soprannome di Aniello Vitiello, cognato di Silverio
Sandolo 'a tramontana, venuto all'Elba prima della guerra.
nel 1938.
(4) La bogacciola (piccola boga), pesce azzurro.
Soprannome di Pompeo Mazzella, cognato di Silverio Sandolo
'a tramontana, venuto all'Elba nel 1946.
(5) Raffaele Pagano, pescatore che è stato
per una decina di anni sulle barche di Silverio Sandolo
'a tramontana.
(6) La ruota, sorta di asta installata sulla prora
delle barche tipiche ponzesi, diffuse nei mari italiani
nel 1900.
(7) Rete a maglia molto stretta, del 28. Fatta in
modo da non far né passare né incastrare le
castardelle.
(8) Lato centrale esterno della barca.
(9) Il coppo, sorta di retino a maglie fitte e forti,
usato dai pescatori per prendere il pesce dal mare
Raffaele Sandolo
Marina di Campo - Isola d'Elba
Cosa
sono le Castardelle »»
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