ZEBRA DUE e il SALE
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24 Agosto 2005
Le vacanze in montagna sono ormai passate, unico modo per
la moglie e la famiglia di allontanarmi dall'hobby preferito,
al massimo qualche laghetto dalle acque gelate.... per fotuna
non sono mancati i funghi austriaci.
E' l'ultima settimana di agosto, il lavoro é ricominciato,
ma ... aspetto da un momento all'altro la telefonata che
puntualmente arriva il 23 per appuntamento all'indomani
in banchina. Le ore in ufficio volano, ormai l'attrezzatura
e i terminali son pronti da prima della montagna.
Il 24 ? Giornata di mare fantastica, come poche se ne son
viste nel 2005. All'appuntamento siamo io, Domenico
il comandante, un suo caro amico e Merlino per il battesimo
della ricciola.
Nell'uscire dal porto leghiamo le matassine di color bianco
e cominciamo a filarle, il pensiero va subito a che ci sia
tutto l'occorrente in barca, c'é proprio tutto, non
mancano le canne da tonni (non si sa mai sbucasse una codina
di quelle giuste) il secchio di pastura e qualche sarda
per fare il vivo.
Rassicurati che in barca ci fosse tutto, cominciamo a trainare
nel sottocosta con le nostre matassine in scia, ben lontane
dalla poppa, siamo intenti a fissare i cimini delle "cannine"
e a fare gli ultimi nodi nelle girelle delle 30 libbre,
che...... ecco cosa mancava, il SALE.
C'é Domenico che rivolto a poppa sulla scia, comincia
a fare il consueto rito propiziatorio fatto di gesti, parole
e tanto SALE grosso che ripetutamente getta in mare e sulla
barca noi compresi. Sul pozzetto ormai non si cammina più
a piedi scalzi... nessuno poi lo toglierà di li.
Siamo a posto, il rito é concluso, 2 aguglie sono
nella "vasca del vivo" una coffa rossa, é
ora di dare vela per il funghetto dell'amore (hot spot adriatici
molto numerosi).
Arrivati in zona a metà mattina, notiamo subito
un bel traffico, di quelli come ci sono in autostrada in
agosto o quasi, filiamo anche noi le nostre aguglie un po'
acciaccate per il viaggio e l'acqua calda che c'é
in questo periodo nella coffa. Il terminale é in
nylon misto a fluorcarbon, del 65 libbre, lungo 2,5 metri
e girella del 140 libbre che lo unisce alla lenza madre
del 30 lb. Amo pescate sul foro anale, il trainante sul
fianco poco dietro la pinnetta laterale che ha l'aguglia
dietro la testa e tubicino in gomma sul piccolo rostro per
fermare il terminale. Piombo guardiano di 250 gr posto a
10 metri dall'esca, poi 20 metri circa di lenza e il palloncino
per sostenere il tutto lasciato ben lontano dalla poppa.
Cominciano le "danze" un walzer fatto
di andata e ritorno sui punti che reputiamo più interessanti
ed é subito......
PALO !
Prima di segnare un punto sembra quasi d'obbligo dover
passare per dei pali !!
Riprendiamo le "danze" con la seconda aguglia
che però é + di la che di qua ... poi una
fuga veloce per l'arrivo di una barca grossa non ben identificata
ci porta ad allontanarci dal funghetto dell'amore.
Falso allarme !
Riprendiamo, ma poco dopo decidiamo di fermarci per controllare
l'esca e farne della nuova a bolentino, ci vorrebbe un bel
sugarello. Una volta fermi, controllo l'esca, il palloncino
durante la fuga era slittato all'altezza del piombo guardiano,
recupero il terminale, l'esca é ancora buona e rifilo
il tutto distanziando il palloncino e questo lasciandolo
a circa 10 metri dalla poppa.
Siamo li che prepariamo le canne per il bolentino e inneschiamo
il sardoncino che notiamo il palloncino non più in
corrente, é dal lato opposto della barca che se ne
va contro corrente. Un attimo, molto breve, di perplessità
per quello che sta succedendo, poi abbandonate le cannine,
ognuno ai suoi posti, motori riaccesi, chi leva la cima,
prendo la canna, ferro leggermente, ovviamente dall'altra
parte c'era qualcosa, ma poteva essere anche una bella palamita.....
Seconda fase, l'allontanamento della barca con il filo
che dolcemente si sfila provocando quel dolce rumorino.....
Merlino, é il tuo momento, indossa la cintura
- gli grido.
Merlino non se lo fa ripetere, prende la canna e comincia
così il recupero del filo poi anche del pesce, senza
forzare, come da manuale. Dopo poco tempo si comincia ad
intravvedere la sagoma chiara del pesce sotto la barca,
raffio alla mano, ancora alcune pompate e il pesce é
assicurato e portato in pozzetto. Non é grossa, ma
ci ha regalato dei bei momenti di gioia e di emozioni; scambio
di strette di mano, fischi ed abbracci, la prima ricciola
del 2005 é fatta e per Merlino, dopo tante palamite,
finalmente la prima riccia.
Al ritorno non possiamo avvicinarci ad un equipaggio di
Fano che dopo un'oretta di combattimento circa, aveva avuto
la meglio con un big tonno preso a neanche mezzo miglio
dalla zona in cui trainavamo a ricciole:
[ 108 ] Una
di quelle "codine"... ( Fano )
(
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Merlino e la prima ricciola
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