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Pesca traina

 

In rientro dalla Sardegna

 

Mi chiamo Franco Renzetti, nella foto compare il mio amico Gianluca, compagno della giornata fortunata.


E' il 23 di settembre, parto per la Sardegna in compagnia del mio amico Gianluca per riportare il gommone a Roma, programmiamo 24 e 25 biggame amatoriale, quindi il 26 alaggio del gommone, e partenza.


Prima delusione la pastura, ci rechiamo la mattina del 24 presso il negozio, per l'acquisto di due casse di sarde, già prenotate una settimana prima e, ci sentiamo rispondere che non ci sono sarde, forse surgelate, ma per domani. Piuttosto adirati per la poca professionalità del negoziante, ripieghiamo su una cassa di alici e ci rechiamo presso un nostro amico che aveva circa 10 kg. di sarde congelate molto piccole, ma comunque adatte per pasturare.


Morale, salpiamo alle ore 10,00 in direzione a largo dell'isola di Mortorio, raggiungendo una secca con fondo di circa 30 35 metri, premetto che per raggiungere il posto abbiamo percorso 18 miglia.


Una leggerissima corrente verso est ed il poco vento, favoriscono la pastura e permettono al gommone di scarrocciare molto lentamente, situazione ottimale! Iniziamo la pastura, verso le ore 12 vediamo diversi gabbiani e cormorani che a circa 1/2 miglio da noi banchettano serenamente avvicinandosi sempre di più verso il gommone, ci guardiamo negli occhi e quasi contemporaneamente esclamiamo: ci siamo!

 

Ormai quasi senza pastura, solo con poco materiale da innesto, ci accingiamo a preparare le lenze per filarle in mare, ma con nostro stupore vediamo una imbarcazione che a circa 1/2 miglio da noi verso il largo piazza una boa in gomma grandissima, quindi si dirige verso di noi, rallenta e ci stronca tutta l'eccitazione, pregandoci di spostarci poichè doveva passare una regata. Con la delusione nel cuore chiedo gentilmente dopo quanto tempo sarebbe passata la regata, forse l'unica in Sardegna di quel giorno, mi spiegano che è una regata importante e che, se mi fossi girato avrei potuto calcolare il tempo da solo, infatti, presi dall'eccitazione, non ci eravamo neanche accorti che le imbarcazioni provenivano da Porto Rotondo e che già eramo a meno di un miglio.


Non posso citare le esclamazioni successive, ma prima le sarde, poi la regata, ora cosa doveva succedere? Sistemiamo le canne, che non avevamo fatto in tempo a filare, gettiamo in acqua la pastura rimanente, due secchi d'acqua per lavare il gommone e ci dirigiamo verso Punt'Aldia dove avremmo messo a secco il gommone.
Navigando verso la meta, dopo circa mezzora, tanto per non rientrare immediatamente, propongo al mio amico di dirigersi verso l'Isola di Molarotto, al confine della riserva, per tentare di pescare a traina, naturalmente con l'artificiale, almeno fino alle 16, per non gettare via la giornata.


Arriviamo sul posto, scandagliamo il fondo, e troviamo una batimetrica di circa 25 metri adiacente ad un promontorio sommerso che affiora fino a 10 metri, inneschiamo l'artificiale, un comune piombo da traina da 500 g. ed iniziamo a tracciare il percorso, usando anche la traccia sul GPS per percorrere sempre la stessa linea, certi che senza pastura non avremmo pescato niente.


Ore 13,30, decidiamo di fare uno spuntino, apro il frigo, preparo i panini, e mentre Gianluca divorava con rabbia il suo, mentre imbottivo il mio, parte la canna (una sola ne è permessa), stiamo parlando di una 50 libbre, non era prevista traina, il mulinello fà pochi giri, Gianluca preso dall'euforia voleva smettere di mangiare, io più convito che mai, che qualunque cosa sia stata si era slamata, blocco Gianluca dicendogli che avrei voluto finire il mio panino, prima di prendere in mano la canna, tanto se aveva abboccato una qualunque cosa, con quella frizione impostata, o si sarebbe slamata o la avremmo trovata attaccata. Naturalmente tutto questo per la convinzione di trovare la canna vuota.


Finisco il panino, vado a sentire la frizione, tirando qualche cm. di filo, constato la notevole resistenza del mulinello e sussurro al mio amico, tranquillo è un falso allarme, non finisco di dire la frase che il mulinello inizia a fare alcuni scatti molto radi, quindi qualcosa ha abboccato! Inizio a recuperare e con sorpresa vedo affiorare il palamita in foto da circa 4 kg. che nuotava dietro al rapala con la stessa velocità, messa la testa fuori dall'acqua, lo recuperiamo e ci mordiamo le mani per aver gettato in mare la pastura rimasta.

O.K. riproviamoci!

 

Prendiamo l'affondatore, prepariamo il tutto, ed iniziamo a trainare certi di stare a venticinque metri; purtroppo l'affondatore è nuovo, avevo dimenticato che l'indicatore era in piedi, in ogni caso abbiamo dato tanto più fondo.
Durante il passaggio sui 25 metri, ecco il dolce suono del mulinello, questa volta continuo, recuperiamo immediatamente l'affondatore, intanto il mulinello continuava a cantare, prendo la canna, mi siedo sul seggiolino e mi rendo conto di aver preso qualcosa di gigantesco!

 

Gianluca ai motori, in un attimo mi aiuta ad indossare il giubbotto, chiedo di mantenersi a folle con la murata sinistra verso la lenza, inizio il recupero, circa 300 metri di filo, una fatica enorme (il gommone pesa 25 quintali), al 50% del recupero, non allenato, non ce la facevo più, chiedo a Gianluca di afferrare la canna, lui si rifiuta, non mi assumo la responsabilità dice, quindi il lampo di genio, smetto di recuperare, sostengo la canna in tiro, ed esclamo: Gianluca, non ti pare strano che la lenza è sempre nella stessa direzione?

Vuoi vedere che abbiamo preso un grosso scoglio invece di un grosso pesce?

 

L'inesperienza e l'euforia ci ha fatto ragionare in ritardo, comunque piano piano, ci siamo avvicinati perpendicolarmente alla lenza ed abbiamo recuperato l'artificiale pieno di alghe, almeno abbiamo provato l'emozione!

 

A questo punto, via all'affondatore, innestiamo il solito piombo da traina e cerchiamo di ripetere il momento fortunato. Ore 16, ora di rientrare, decido di avvicinarmi al promontorio per un ultimo passaggio; ecco che riparte il mulinello, soliti scatti radi e continui, prima sensazione altro scoglio, Gianluca ferma i motori, murata verso la lenza, gommone fermo, gli scatti del mulinello seppure radi continuano, allora ha abboccato qualcosa.


Inizio il recupero senza nessuna difficoltà, ecco che a mezz'acqua compare la figura che a questo punto cerca di ripartire, non è un palamita, continuo il recupero ed ecco un meraviglioso dentice da 6 Kg. pulito, non credevo ai miei occhi, ripetendo insistentemente "un dentice con l'artificiale a mezzacqua non è possibile.

 

Issato a bordo, Gianluca che prendo sempre in giro, perchè maresciallo, mi guarda ed esclama, è un dentice maresciallo, hanno fatto una estrazione ed hanno mandato il più cretino!


Comunque per noi principianti è stata una bella esperienza, naturalmente ci auguriamo di farne altre, inviamo la foto ed i nostri saluti.


Franco Renzetti

 

 

18 Dicembre - 2005 (Powered by Net Tuna)

 

Gianluca