Dentice a modo nostro...
Foto
ingrandita ( 110 Kbyte )
Per cucinare il dentice, uno dei, se non il piu pregiato
pesce del Mediterraneo, occorre fondamentalmente una buona
dose di fortuna, una buona conoscenza tecnica dellattrezzatura,
una ancor piu efficiente conoscenza della zona dove
pescarlo.
Per questo motivo, un vecchio baffo bianco ormai
in pensione, non per scelta, uno pseudo costruttore anchegli
pensionato, per sua propria scelta, un ancor giovane artista
bisognoso di emozioni forti, una Signora di mezza eta,
fotografa per passione, tifosa del pesce ma non dei pescatori,
ed un altrettanto vecchio cane avvezzo alle piu stravaganti
uscite in mare, decidono un bel giorno di novembre, il 18
per essere precisi, di salire in barca per lennesima
avventura di pesca. Al dentice appunto.
Il vecchio baffo bianco e assolutamente un esperto
del settore avendo egli catturato in passato numerose prede
alcune delle quali superiori agli 11 kG, ling come
lo chiamano gli amici benche abbia catturato parecchie
altre speci di predatori non ha mai catturato un dentice
in vita sua, lartista ha visto solo come si fa, la
Signora continua a tifare per il pesce pur con la fotocamera
digitale in attesa, mentre il vecchio cane come sempre si
preoccupa solo del suo bagno in mare. Ai pesci, lui, chiaramente
non degna la minima attenzione.
Dunque, si diceva, per cucinare il dentice per prima cosa
bisogna essere capaci di catturarlo, e qui di seguito
nel limite delle mie capacità vi dirò come
farlo.
Procurarsi una barca ben motorizzata ed assicurarsi che
a bordo ci siano tutte quelle amenità che permettano
una bella giornata in mare. Essendo novembre inoltrato non
é trascurabile una buona felpa imbottita contro i
rigori del maestrale che soffia in maniera moderata alzando
onde e spruzzi che fortunatamente rimangono quasi sempre
fuori bordo.
Sullimbarcazione é assolutamente necessario
avere una buona canna ed un altrettanto affidabile mulinello
capace di contenere metri e più metri di monel, un
buon artificiale, meglio se bianco striato di arancione
sul dorso, ed ovviamente un sedile da combattimento. Questo
più per comodità vista leta avanzata
dei partecipanti, che per effettiva sportività.
Una volta che tutto questo sarà a partata di mano,
non resta che mettere in moto, uscire in mare aperto, ed
una volta arrivati su un fondale ritenuto appropriato calare
lesca, nel nostro caso specifico un artificiale come
sopra descritto.
Nella traina di profondita bisogna avere occhi ed
orecchie sensibili; bisogna sentire il motore, guardare
lapicale che vibri nella maniera corretta, tenere
il monel perfettamente in linea con la direzione della barca,
avere un occhio al GPS, mantenere una velocità costante
ma non obbligatoriamente, laltro occhio deve costantemente
controllare lecoscandaglio affinché lartificiale
non si arrocchi nelle rocce sottostanti, e come se tutto
non bastasse bisogna essere controllati e pronti a tutto
quello che potrà accadere nei prossimi secondi, minuti,
ore.
Il mare tende ad ingrossare, il libeccio vuole rompere
londa di maestrale ed avere il sopravvento, la marea
e bassa cosi come lo é la pressione atmosferica,
il cielo da sereno é diventato nuvoloso, il vento
si fa sentire sempre più incessantemente, il monel
é teso come una scotta incattivita, la canna vibra,
vibra il mulinello ed a fatica riesce a contenere tutta
la pressione impostagli al limite del supportabile sino
a scomporsi in una irrefrenabile corsa verso il mare aperto.
E qui che il vecchio baffo bianco in modo alquanto
solenne e perentorio avvisa la sua Ciurma con un:
Ce .
Cosa volesse dire quel ce tutti lo avevano
capito incluso il cane.
Bisogna adesso fermare la corsa della tigre che fugge dallaltro
capo del filo, bisogna assecondare tutte le sue testate
che si sfogano sulla parte terminale della canna, bisogna
come si suol dire nel gergo, pompare e recuperare, mantenere
la barca in linea col filo, bisogna dare motore e rilasciare
in maniera da stancare la preda, recuperare più filo
possibile, cederne quando troppa tensione si fa sentire,
recuperare evitando le puntate sul fondo, fermare motore,
dare motore e recuperare filo con sensibilità e dovizia
di movimenti, regolare la frizione, rilasciare, stringere,
pompare, recuperare, recuperare ed ancora recuperare perché
400 metri di filo fuori barca sono molti, anzi parecchi,
troppi e la tigre conosce tutti i trucchi per rilasciare
quellartificiale che lo ha ingannato.
A bordo pochi ordini ma ben eseguiti, il baffo bianco,
si capisce, a questo punto non ammette sbagli, sente che
la preda é sua, o meglio é nostra; cerca di
tranquillizzare lIng che recupera filo con calma molto
apparente, ma in cuor suo capisce che ladrenalina
gli sconquassa braccia e gambe, recupera, recupera ancora
sino a che la preda ormai vinta si lascia convincere ad
aggallare sino ad apparire a circa 40 metri dalla barca.
E bella, forte e nientaffatto vinta.
Punta il fondo nellultimo tentativo di vincere, ma
ormai troppo stanca si lascia guadinare per la felicità
di tutto lequipaggio.
Cosi é stato pescato un dentice fiero e battagliero
del peso di 8,26 kG. Per una lunghezza di 80 Cm.
A questo punto é il caso di dire che la materia
prima é a portata di mano ed il più é
fatto, relativamente alla parte sportiva. Si passa quindi
alla parte strettamente culinaria.
In cucina !
Pulire accuratamente il pesce, squamarlo ed eviscerarlo
il tutto in acqua di mare.
La testa !
Una volta completata questa operazione la testa del pesce
viene separata dal resto del corpo per essere posta in una
capiente casseruola con acqua sino a ricoprirne la testa,
aggiungete una foglia di alloro e portate lacqua ad
ebollizione.
A parte preparate un soffritto di carote cipolle e sedani,
che una volta dorato verrà travasato nella casseruola
di cui sopra e si lascerà bollire per circa due ore.
Se alla bisogna avrete una pentola a pressione, loperazione
durerà solo una piccola ora.
Il brodetto cosi preparato può attendere mentre
delicatamente si ripulirò la testa del dentice. Quando
tutto sarà pronto passare al passaverdura la carne
e le verdure che verranno riimmerse nel brodetto. Salare
pepare e se preferite aggiungete del peperoncino in grani.
Riportare ad ebollizione il brodo, aggiungere la fregola
e cuocerla il tempo necessario. Lasciare riposare il tanto
che basta alla fregola di insaporirsi ulteriormente e servire
come primo piatto.
La pancia !
La cosiddetta pancia del dentice adesso va diliscata con
cura e tagliuzzata a pezzetti. Lasciatela riposare e nel
frattempo in un'altra casseruola preparate un soffritto
di olio e cipolla tagliata finemente senza esagerare, aggiungete
i pomodorini freschi appena colti tagliati in modo grossolano
e fate insaporire, aggiungere infine i pezzetti di dentice
e fate cuocere a fuoco lento sino ad ottenere un bel sugo.
Portate ad ebollizione lacqua abbondante salatela,
buttate la pasta che preferite, meglio spaghetti, e toglietele
un paio di minuti prima che sia cotta, scolatela e passatela
nel sugo preparato e servite caldo.
Il resto !
La parte rimanente del dentice a questo punto viene fatta
a tranci piuttosto consistenti. Con un dentice di 8 kG vi
assicuro che ne potete ottenere una ventina.
Preparate un bel BBQ.
A parte, mentre il BBQ scoppietta, pane grattugiato, aromi
vari incluso laglio, vengono mischiati tra di loro.
In una terrina si prepara a questo punto il succo di più
limoni che verrà emulsionato con dellottimo
olio di oliva.
Come per magia e come per preparare le cotolette alla milanese
si tuffano i tranci di dentice nellemulsione per passarli
poi nel pane grattugiato col trucco ed una volta pronti
metterli alla griglia per il tempo necessario ad una consona
cottura.
Accompagnate il tutto con verdure fresche ed innaffiate
abbondantemente con vino novello rosso.
Una cena ed una giornata difficile da dimenticare lo giuro!
PS: Dimenticavo di dire che bisogna essere almeno in 12
a tavola senno che gusto ce
M.A.Fracassi
|