Gaeta
Vi racconto una delle mia tante avventure di pesca in mare
in quel di Gaeta (LT).
Ho la giovane età, di cinquanta anni suonati e pesco
si può dire da sempre, è la mia grande passione,
ritrovarmi in mare mi da grande soddisfazione, e tranquillità,
perciò quando posso fuggo dalla città e dal
lavoro, e mi ritrovo nella mia casetta di Gaeta per il fine
settimana.
Siamo a metà estate 2005 il tempo quel fine settimana
non prometteva gran che, decisi comunque di tentare questa
volta con la tecnica del palamito, pesca tradizionale
e alquanto ostica alla quale comunque sono molto affezionato.
Aspettai le parenze che rientrassero dalla pesca nel pomeriggio
e acquistai una cassetta di sardine freschissime datemi
dal mio amico Antonio, e mi feci dare anche una manciata
di calamarelle, che il mio amico mi donò con la fatica...
visto il prezzo, e mi recai all'ormeggio alla Base Flavio
Gioia dove mi aspettava il mio Seiger Craft di 6 mt. motorizzato
con due mtori ,un 115 e un 8 cv.
La coffa (così si chiama da queste parti) era gia
a bordo e completamente revisionata già dalla volta
precedente... e pronta ad essere filata in mare.
Si erano fatte le 17,30 preparavo tutto l'occorrente a
portata di mano e misi in moto il motore, come uscii dal
porto mi resi conto che il vento di grecale cominciava a
farsi fastidioso ...e comunque a questa ora, non era un
buon segno... ma che vuoi la voglia di pescare era tanta,
e fatte le 4 miglia che mi conducevano alla mia posta dove
sapevo che le grandi spigole facevano capolino e mettendomi
sopra vento calai il mio attrezzo composto da un trave del
70 e braccioli 0,35 ami 2315 mustad per un numero di 187
ami, innescai le sadine alternandole alle calamarelle e
piccolo accorgimento su ogni 20/30 ami inserivo una pallina
piccola di polisterolo per far scendere l'attezzo molto,
molto lentamente sul fondo e far si che pescasse in fase
di cala.
Filato l'ultimo segnale giallo mi resi ancor più
conto che il grecale si era fatto teso dovevo comunque aspettare
almeno due ore allora mi resi conto che per quella sera
la salpata era pressochè inpossibiòle visto
che mi trovavo anche da solo.
Decisi di salpare la mattina seguente sperando che quel
vento malefico calasse, e così feci.
Alle 6 del giorno seguente ero già sulla mia imbarcazione
per fortuna era calato di molto il grecale e grazie al gps
ritrovai subito il segnale di testa e iniziai la salpata
per una 50 di ami .. .niente poi uno strattone mi accorsi
che il trave della coffa veniva tutto a galla e le sarde
arrivavano a bordo ancore intere, segno che il palamito
era rimasto a galla per la presenza di qualche pesce che
aveva mangiato in fase di calata... l'andrenalina era
a codice rosso, cercando sempre da solo di governare
la mia barca e recuperare il trave senza forzare e al momento
filare per frizionare le fughe violente di un pesce che
supponevo fosse grosso ma che ancora non vedevo.
Passati ancora diversi minuti eccola lì comparire
a qualche metro dal giardinetto della mia barca, bellissima
e splendente, con cautela riuscii a guadinala, la posai
a paiolo e restai alcuni secondi immobile ad ammirarla nella
sua maestosità e imponenza, mi congratulai con me
stesso. Aveva mangiato su un amo innescato con la calamarella
e la pallina di polisterolo.
Finii la salpata con qualche gronco ed un piccolo pesce
serra circa 1 kg.
Alla pesa la spigola fermava l'ago sugli 8kg.
Ciao a tutti da Carlo
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