Bel Battesimo per GILDA
Otranto il data11/08/2005.
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Dopo tanti anni di traina sottocosta la prima uscita in altura
è arrivata: beh in realtà non è esattamente
la prima, ma è la PRIMA con la MIA BARCA. Io Gennaro e
Dario talvolta avevamo fatto parte di altri equipaggi che
nei mesi di fine estate spingono le proprie imbarcazione oltre
le 15 miglia nel Canale d'Otranto alla ricerca delle alalunghe,
ma questa volta è tutto diverso. E' diverso lo spirito,
è diversa l'emozione, è diverso l'affiatamento e
sono diverse anche le esche.
Ad Aprile, quando si è concretizzato il sogno dell'acquisto
di un Mixer 28, abbiamo cominciato a pensare alla traina d'altura,
a passare le fresche serate di primavera ad immaginare carnieri
stupefacenti, a studiare tutte le tecniche e le esche che avevamo
già, ma che non avevamo filato in acqua. E lentamente,
tra i bonari sfottò delle mogli, i lavori in barca per
renderla quanto più fisherman possibile, il tempo passa
ed arriva l'estate. Un'estate strana, di tempo sempre incerto,
di venti che cambiano ogni giorno ed avara di catture, finché
sui siti meteo appare una giornata di mare calmo ed allora, davanti
ad una pizza, la butto lì:
"Che ne dite se giovedì usciamo a provare alle allalunghe?
In verità è presto, ma almeno possiamo collaudare
l'assetto di pesca e le esche, insomma un'uscita di allenamento!"
Inutile dire quale è stata la risposta ed i commenti delle
mogli!
Spesso, nel nostro stupendo sport, l'attesa ed i preparativi suscitano
più entusiasmo della battuta di pesca in sé. Si
và al negozio di Raffaele per gli ultimi acquisti e ci
si ritrova con una delusione: i divergenti che avevamo ordinato
non sono arrivati! Poco male, li chiederemo in prestito ad Antonio.
Mercoledì pomeriggio portiamo in barca canne ed esche,
montiamo i divergenti, facciamo rifornimento. Tutto è pronto
ci si dà appuntamento per le 10.00 dell'indomani.
L'equipaggio è però aumentato: mia moglie Dora
ha spesso condiviso le nostre avventure, non tanto per amore della
pesca, ma per il gusto di uscire in barca e la sorella di Gennaro,
Francesca che è alla fine delle ferie vuole provare
questa nuova esperienza. Il mio vicino di barca, Carlo,
ha assistito a tutti i preparativi e ci ha dato una mano e quindi
imbarchiamo anche lui. Ma manca ancora una cosa: bisogna mandare
un SMS a Walter, che è in Grecia, per comunicargli
che noi stiamo provando la pesca, alla quale lui ci ha iniziato,
per la prima volta senza di lui e la sua barca. La sua risposta
è stata: "Tanto, se non torno io, vi fate un giro
gratis!"
Giovedì 11 agosto sono sveglio dalle 7.00 e faccio gli
ultimi controlli della barca. Alle 9.30 l'equipaggio è
al completo, caffé al bar della Lega Navale ed alle 10
siamo fuori dal porto. Mare calmissimo, rotta 120° velocità
22 nodi. Stiamo dirigendo verso un punto a 20 miglia, sulla batimetria
dei 500 metri, dove all'inizio della scorsa stagione avevamo fatte
delle catture con Walter. E dopo poco meno di un'ora rallento
e Gennaro e Dario cominciano a filare le esche in mare. Lo schema
prevede sette canne con piume, rapala e kona e due teaser. Ho
un po' paura di imbrogliare tutto alla prima curva, ma Gennaro
ha pensato a tutto: è lui il teorico della situazione ed
anche il tecnico che ha montato le esche ed ha studiato gli schemi.
Fa caldo ed il mare è un olio: se saltasse una sardina
la vedremmo a miglia di distanza! Ma non si muove nulla e non
si vede un gabbiano. Però è presto: qui le allunghe
preferiscono attaccare le esche nel primo pomeriggio sino a sera
per cui non ci scoraggiamo. Via radio gli amici di Otranto cominciano
a chiedere come vanno le cose, ma stiamo trainando solo da un'ora!
Stiamo chiacchieriamo sorseggiamo una birra ghiacciata e le donne
sonnecchiano sul prendisole di prua: il cicalino di una delle
canne a media distanza gracchia per un attimo solo, facendoci
scattare come molle verso di lei e mentre la stiamo guardando
nella speranza che il pesce attacchi di nuovo l'esca, la canna
sul divergente dalla porta opposta parte all'impazzata.
E' quella con l'esca più grossa, un kona bianco e blu
di 18 cm. Gennaro ferra il pesce, ma la fuga non si ferma. Dario
e Carlo raccolgono velocemente le altre canne ed io guardo preoccupato
il TLD 25 che si svuota sempre più.
Uno sguardo d'intesa con Gennaro e comincio a curvare verso il
pesce che non dimostra la minima intenzione di fermarsi.
"Sarà un tonno" commentiamo con il cuore
che batte all'impazzata.
Finalmente la prima fuga termina e comincia il combattimento;
Gennaro dice: "E' uscito per un attimo a galla. E' lontanissimo!"
"Se è uscito a galla non è un tonno!"
dice qualcuno. Ancora un paio di fughe più brevi e la 30
lb continua a fare il suo lavoro.
"E' entrato in canna il segnalino dei 30 mt." Annuncia
Gennaro ansimando dopo 20 minuti.
Dario salta sulla plancetta con il raffio e finalmente una lunga
sagoma scura appare dietro la barca.
Non c'è momento peggiore per chi sta al timone della raffiata:
non riesci a vedere il pesce, vedi che Dario si piega e con il
braccio teso verso l'acqua e non sai se il colpo andrà
subito a buon fine!
Ma dopo un attimo esplodono le urla di gioia vedendo emergere
un esemplare stupendo di aguglia imperiale di 23 kg..
Il pesce è a bordo e l'emozione è alle stelle. Ci
abbracciamo tutti, spegniamo i motori e ci godiamo quella cattura
così inattesa. Comunichiamo via radio agli amici di Otranto
la cattura.
Passa una buona mezz'ora prima di rimettere in moto e ricominciare
a trainare. Di allunghe neanche l'ombra ed alle 17.00 decidiamo
di rientrare anche perché il vento da sud comincia a rinforzare.
Al rientro la notizia della cattura è circolata per tutto
il porto e possiamo vivere il nostro momento di notorietà.
Bel battesimo per la "Gilda" ed il suo equipaggio!
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