Sasa
|
|
In acque costiere o in alto mare, la scena si ripete all'infinito.
Inseguendo una vasta gamma di predatori, dal piccolo sgombro,
alla lunatica spigola, dai famelici branchi di tonni fino
al mitico guerriero degli abissi: lo spada; leghiamo le
nostre speranze di successo ad una incredibile quantità
di esche artificiali. Lunghe giornate trascorse a rincorrere
le nostre prede cambiando assetti di pesca ed esche in colori
e taglia al solo scopo di comporre il giusto puzzle , riuscendo
la dove altri hanno fallito. Fin dall'infanzia siamo stati
abituati ad essere dei bravi consumatori affrontando negozi
in uno spaventoso assalto sensoriale. Forme, colori di ogni
tipo, una sempre crescente moltitudine di olografie brillanti
e scale prismatiche di colori ci assalgono quando andiamo
a scegliere le nostre esche artificiali. Dopo il primo impatto
e solo dopo aver domato il "bambino" dentro me,
mi sorprendo a sorridere, cosciente che la maggior parte
delle esche esposte sono disegnate più per catturare
noi pescatori che le nostre ambite prede. Inutile nascondere
che le case produttrici per mantenere alto il loro fatturato
hanno la necessità di rinnovare ed inventare anche
quando questo bisogno non c'è e non corrisponde a
verità. Questo però non esclude che alcune
case producano ottimi artificiali. Ma noi come possiamo
fare a riconoscerli ed a sceglierli tra tanti?
Bisogna analizzare approfonditamente il comportamento e
la vista dei pesci, cosa che ho già fatto (nell'articolo
motivi di attacco e organi sensori dei pesci) e che ora
vorrei completare. Ogni volta che metto in acqua un artificiale
lo scelgo secondo delle mie convinzioni personali :
- il predatore sferra l'attacco alla nostra esca stimolato
dalla visione del movimento che l'esca produce con il
suo nuoto rispetto all'habitat circostante.
- Il predatore sferra l'attacco quando la sua linea laterale
è stimolata dalle vibrazioni della nostra esca.
- L'attacco sferrato è molto strettamente correlato
al contrasto che la nostra esca crea con il paesaggio
circostante e non per i suoi splendidi colori.
- l'attacco è anche legato alla visibilità
data dal contrasto fra i colori della sua livrea che deve
essere il più netto possibile.
I motivi sopra elencati mirano a rendere la nostra esca
più stimolante e più visibile. Infatti per
quanto riguarda ad esempio il contrasto nella livrea, per
ottenere questo effetto essa deve essere formata da colori
che non appartengono alla stessa lunghezza d'onda ( es.
rosso/arancio, viola/blu ecc.),se no si avrebbe una sfumatura
e non un contrasto netto. Ricordiamoci che le livree dei
pesci in natura sono fatte per potersi mimetizzare dai loro
nemici, noi invece vogliamo ottenere l'effetto contrario.
Queste mie convinzioni sono supportate dall'analisi dei
seguenti studi fatti da biologi marini e che di seguito
riporterò così che ognuno possa formarsi le
proprie convinzioni personali.
Diffusione della luce in acqua
La luce visibile agli occhi umani è solo una frazione
dello spettro elettromagnetico. Il sole pieno produce luce
bianca composta da tutti i colori dell'arcobaleno, alcuni
visibili a noi ed altri no. I colori all'interno del nostro
spettro visivo sono determinati dalla lunghezza d'onda della
luce. I colori dal viola al blu sono di onda corta, dal
verde al giallo intermedia e dal rosso all'arancio lunga.
Cosa accade quando la luce del sole colpisce il mare?
Quando la luce entra in acqua cambia intensità e
comincia a cambiare colore a causa di due processi, la dispersione
e l'assorbimento. Plankton e particelle in sospensione assorbono
alcune delle onde lunghe della luce, le altre onde rimbalzano
in molte direzioni. Chiaramente la luce che filtra verticalmente
è centinaia di volte più intensa di quella
proiettata lateralmente. I predatori di fondo frequentano
le zone d'ombra che si formano con angolo basso del sole
per non essere visti e sferrare agguati alle loro prede.
Quindi prediligiamo come tragitto delle nostre esche queste
zone d'ombra con una attenta lettura dei nostri strumenti.
La loro livrea è più scura sul dorso per confondersi
con il buio sotto di loro e chiara/argentea sotto per confondersi
con la luce che viene dalla superficie. In acque limpide
c'è meno rimbalzo di luce e più assorbimento
che in quelle torbide dove si riduce drammaticamente l'intensità
della luce e i colori cambiano più rapidamente .I
pesci quindi hanno una visione dei colori in relazione alla
profondità della colonna d'acqua frequentata e alla
sua trasparenza. Le limpide acque del mare aperto hanno
proprietà ottiche simili all'acqua pura dove l'onda
lunga dei rossi muta molto prima dell'onda corta dei viola/blu
che arriva anche a 100 metri. In acque costiere invece le
lunghezze d'onda vengono assorbite più rapidamente
da sedimenti e plankton così che quella che penetra
di più e la lunghezza d'onda intermedia, quella del
verde anche rispetto alla corta dei blu. E'consigliabile
nel sottocosta usare artificiali verdi o blu che hanno avuto
sempre un ottimo successo.
Proprietà della visione dei pesci
Le proprietà ottiche e visive dei pesci sono simili
a quelle che si ritengono al momento di uno scatto fotografico:
quantità di luce, il suo angolo rispetto al soggetto,
la velocità, il colore e il contrasto del soggetto,
lo sfondo e la risoluzione.
La sensibilità alla luce varia sensibilmente nei
pesci. Pesci di acque profonde, pesci notturni e quelli
che vivono in acque torbide del sottocosta sono molto più
sensibili alla luce. Pesci che vivono in acque profonde
e scarse di illuminazione in genere hanno grandi occhi per
massimizzare la loro capacità visiva. Questi pesci
però non hanno protezione per la luce diretta e brillante
del sole. Specie più di superficie, invece hanno
sviluppato delle modificazioni nella cornea per ridurre
l'intensità della luce allo stesso modo di come noi
usiamo gli occhiali da sole.
Velocità
gli occhi acquatici sono molto simili a pellicole di telecamere
che elaborano immagini in movimento. Immagini in rapido
movimento e forte luce richiedono uno scatto veloce. Immagini
in penombra richiedono una bassa velocità di scatto
per concedere più tempo alla raccolta di fotoni,
ma alte velocità nella luce fioca producono immagini
sfuocate che derivano dalla mancanza di fotoni. I pesci
sono in grado di rallentare un poco la loro visione durante
la notte per compensare le tenebre e si affidano più
alla visione del movimento relativa allo sfondo per individuare
le loro prede. Questo ci può dare informazioni utili
sulle velocità da imprimere alle nostre esche superando
con successo l'assunto che la velocità delle nostre
esche è inversamente proporzionale all'affondamento.
Con esche radenti il fondo la velocità può
scendere a tre nodi, e fino a due nodi e mezzo con minnows
che hanno palette piccole o ad L, guadagnando così
facilità di affondamento. Tuttavia i pesci si sono
evoluti per compensare queste difficoltà con occhi
diversi a seconda della fascia di colonna d'acqua frequentata.
Quelli che abitano acque buie e fangose hanno sviluppato
occhi che acquisiscono immagini più lentamente, mentre
quelli che vivono in superficie hanno una acquisizione più
veloce. I pesci di profondità hanno una acquisizione
di 1/8 di secondo, pesci di acque costiere e di mezz'acqua
di 1/30 di secondo fino ai predatori di superficie dove
l'acquisizione arriva a 1/80 di secondo.
Colore
Il mondo marino è sicuramente pieno di colori. Per
non parlare delle livree con i loro colori, sfumature, strisce
e macchie. Ma di questo caravan serraglio di colori, cosa
i pesci possono vedere? E' difficile stabilire quanto esattamente
i pesci vedono i colori in relazione a come li vediamo noi,
e specialmente stimare quanti pesci sono sensibili alla
vista dei raggi ultravioletti, che noi non vediamo. La maggior
parte dei pesci vedono le esche molto diversamente da noi,
sia a causa delle diverse proprietà visive, sia per
la diffusione della luce che in acqua è diversa rispetto
all'aria. Pesci di acque costiere rispondono ad un gran
numero di lunghezze d'onda, le corte del blu, le lunghe
del rosso e le intermedie del verde. Cernie ed alcuni pesci
di fondo rispondono più alle corte del viola e del
blu e forse a qualche intermedia del verde. Altri pesci
di fondo invece vedono immagini analoghe a quelle di una
televisione in bianco e nero però nelle tonalità
del viola e del blu. La visione del rosso è molto
meno comune in acque marine perché la lunghezza d'onda
del rosso tende rapidamente ad attenuarsi con la profondità
ed appare grigio scuro se è più in profondità
o grigio chiaro più in superficie. Questo vale anche
per quei pesci sensibili alla lunghezza d'onda lunga del
rosso.
Campi visivi
La capacità di risolvere in ogni dettaglio una preda
in acqua viene fornito dalle cellule a cono poste nella
retina dei pesci e dall'intensità della luce. La
distribuzione delle cellule a cono nella retina dell'occhio
delle varie specie ci può rivelare in che acque caccia
una determinata specie. Predatori che si nutrono sul fondo
sabbioso sottostante hanno una scansione migliore frontale
dell'orizzonte tra acqua e sabbia, perché le loro
cellule a cono sono più densamente presenti nella
parte della retina che guarda davanti e sotto. Invece predatori
di attacco con agguato, cioè che attaccano le prede
da dietro e da sotto, hanno una maggiore concentrazione
di cellule a cono nella parte della retina che guarda davanti
e sopra. I pesci possono anche vedere uno stesso colore
in modo diverso a secondo di dove si trova nel suo campo
visivo, perché le cellule a cono sensibili alle varie
lunghezze d'onda si trovano in parti differenti della retina.
Altri pesci predatori di agguati in superficie hanno la
visione migliore e più acuta davanti e sopra, per
proteggersi dalla luce diretta negli occhi quando attaccano
dal basso verso l'alto o da dietro a galla e hanno una densità
di cellule a cono (responsabili della visione dei colori)
più fitta nella parte bassa della retina e meno nella
parte alta ,così da filtrare la luce del sole; perdendo
però in definizione di colore, lo stesso che avviene
a noi quando abbiamo occhiali da sole. Infatti la parte
superiore della retina responsabile del campo visivo sottostante
l'animale, spesso contiene quasi esclusivamente i coni corrispondenti
ai colori blu e verde del buio dell'acqua di sotto.
Contrasto
Il concetto di contrasto e spesso sottovalutato e poco
capito da noi pescatori, ma invece molto importante a mio
parere. La visibilità di un oggetto sott'acqua dipende
più dal suo contrasto con il circostante che dalla
sua misura o dal colore, vista la difficoltà dei
colori alla propagazione sott'acqua. Il contrasto è
la radiazione di un oggetto in relazione alla radiazione
del suo paesaggio circostante rispetto all'osservatore.
Quindi la sensibilità al contrasto di un pesce in
una data scena dipende dalla sensibilità del pesce
a quel colore in quel campo visivo, il colore e l'intensità
della luce riflessa dell'oggetto all'occhio, il colore e
l'intensità della luce riflessa dal panorama circostante,
dalle proprietà ottiche dell'acqua e dall'angolo
della luce.
Conclusioni
Ricordiamo sempre trainando artificiali che anche uno specchio
che riflette il 100% della luce ricevuta appare buio se
non riceve luce ma sicuramente anche lo specchio ha una
sagoma quindi crea contrasto.
Inoltre l'angolo del sole influisce molto sulla visione
del contrasto all'alba e al tramonto cambiandola repentinamente
e continuamente perché l'inclinazione del sole in
queste ore cambia velocemente. Infatti in queste ore i predatori
migliorano il loro campo visivo cambiando spesso gli angoli
di visualizzazione in queste fasi, teniamolo presente.
Ora di questi fattori elencati abbiamo visto che la sensibilità
al colore di un pesce è molto difficile da stabilire
perché differente da specie e specie. Invece per
noi è più facile stabilire la relazione tra
intensità riflessa di un artificiale rispetto all'intensità
riflessa del panorama circostante, cioè l'acqua,
più o meno limpida. Di conseguenza se riusciremo
a scegliere un artificiale che acuisca al massimo questo
contrasto a seconda della situazione dell'acqua e dell'angolo
della luce avremo fatto al meglio il nostro mestiere di
pescatori. Poi si sa che se non ci sono predatori in caccia
non avremo strike ma almeno avremo la consapevolezza di
aver adottato la migliore scelta che potevamo fare senza
avere rimpianti di sorta.
Un volta dopo una lunga giornata di traina in altura senza
nessuno strike un amico mi disse: -oggi è stato tutto
perfetto, scelta delle esche, loro affondamento, distanza
da poppa, velocità intervallate e non costanti, traiettorie
su batimetriche e su tagli di corrente
..quindi non
c'è nessun rimpianto, abbiamo dato il meglio che
potevamo dare, di più non si poteva proprio fare!
Igfa capt. Salvatore Mele
|