Luca
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Mange, l'isola che non c'é
Gennaio 2009 Isola di Mafia, Tanzania.
Uscita con barcone di legno di 10 metri con attrezzatura
composta da 3 canne Penn con mulinelli Penn Senator 9 e
6, con filo dello 0,60, il tutto in condizioni di manutenzione
adeguate al luogo.
La giornata è di quelle che lasciano ben sperare
con partenza alle 7,00 di mattina con moglie e figli. Si
viaggia per circa due ore in pieno reef con mare cristallino
ed un primo strike che si conclude dopo venti minuti di
combattimento con terminale di acciaio reciso (!) da una
'big barracuda'.
Arrivati al margine del reef con profondità stimata
di 20-25 metri iniziamo a trainare a circa 4-5 nodi con
rapala in cerca di cernie. Non avevo mai provato l'emozione
di sentire sulla canna uno strike di una cernia pescata
a fondo con rapala! La sensazione è di avere attaccatto
un grosso blocco di cemento che non vuole venire a galla
per cinque/sei minuti.
Il combattimento è al limite della rottura del filo
e la pressione enorme. Alla fine, quasi di incanto, sento
staccarsi il tutto dal fondo ed allora comincio a pompare
per recuperare la lenza. Quando iniziamo a vedere la sagoma
non si riesce bene a capire di cosa si tratti, in quanto
si alternano colori arancioni a colori marroni, ed è
solo a pochi metri dalla superficie che mi accorgo insieme
al capitano della barca che si tratta di ben due cernie
allamate sui due ancorotti del rapala!!
Un veloce richiamo e viene agguantato anche il secondo
raffio, per salpare questi due splendidi esemplari che faranno
fermare la bilancia a 16 e 10 kg.
La giornata si conclude con altre catture il tutto in un
mare di favola. Tanto per dare idea del posto dove stavamo
le foto in alto pagina sono di 'Mange' che è questo
isolotto che compare solo alla bassa marea e dove siamo
arrivati post battuta di pesca con tanto di gusci di noci
di cocco usate per fare della brace per i pesci.
A presto amici di biggame.
Luca - Tonnotaro
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