LA PRIMA RICCIOLA
"Un'emozione unica la prima ricciola della mia vita tanto
cercata e desiderata.
Partiamo io ed il mio amico Maurizio, con il permesso delle
mogli e figli, dal porto di Roseto degli Abbruzzi alle ore 11,30
del 23/08/2005 per l'ennesimo tentativo di incontrare la principessa
ben consapevoli di dover affrontare il primo grande problema della
giornata: la cattura dell'aguglia .
Iniziamo a trainare attorno ad una mitilicoltura con piumette
ed ondulanti a velocita convenzionale ma dopo un'ora nessun risultato
era raggiunto. Quasi rassegnati ritiriamo le lenze, che si erano
pure intrecciate, ed è proprio in quel momento che ci arriva
il segnale divino: un'aguglia di quasi 400 grammi attacca l'ondulante
e rimane allamata in punta di becco ( ribattezzata l'aguglia
della "pro loco").
Corsa folle verso l'isola d'acciaio a 9 miglia dal porto di Giulianova
e giunti sul posto inizia la delicata fase dell'innesco con amo
trainante conficcato nel becco (chiuso poi con un sottile filo
di ferro) ed amo pescante sottopelle vicino la coda.
Iniziamo a trainare con piombo guardiano di 500 grammi posto a
15 metri dall'esca risalendo il vento per cercare una velocità
appropriata (abbiamo un fuoribordo di 90 cavalli 4 tempi)rendendoci
subito conto che la velocità
era comunque troppo alta.
Il secondo passaggio è effettuato a motore spento sfruttando
lo scarroccio che assicurava la velocità ideale di traina
e dopo 50 metri la mia shimano 30/50 lbs si flette leggermente
per poi piegarsi con decisione.
Era il momento più atteso!
Trascino la barca lontano dai pericoli sommersi portandola in
zona sicurezza e Maurizio afferra la canna iniziando il combattimento
. La tensione diventa subito alta e Maurizio mi cede per un pò
la canna proprio nel momento in cui la principessa decide per
una potente fuga in profondità.
Dopo 20 minuti la ricciola è sotto barca ed io fallisco
la prima raffiata ( momenti di panico!); la seconda raffiata è
perfetta e porta la preda a bordo.
Dopo l'esultanza restiamo per un pò in silenzio affascinati
dalla bellezza dell'animale che al peso risulterà di 16
kg; sono le 15,10 di un pomeriggio d'agosto che io non dimenticherò
facilmente."
Giuseppe Romano e l'amico Maurizio.
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