E' una bella mattina di ottobre, cielo limpido e mare calmo,
ed io Angelo e Lorenzo ci stiamo dirigendo, a bordo
del nostro gommone, verso una secca al largo di Villasimius.
Arrivati sul cappello (20 metri circa) inneschiamo due seppie
vive che fino a poco prima nuotavano nella vasca del vivo. La
prima canna ha in bobina del multifibre da 40 libbre corredato
da un terminale in fluorcarbon da 25 metri dello 0,60 (piombo
guardiano, amo trainante da 1/0 e pescante da 6/0, ) ed è
mirata ai dentici; la seconda, destinata alla mezz'acqua e prevedibilmente
alle ricciole, ha del monofilo da trenta libbre in bobina con
terminale in fluorcarbon, e due ami del 6/0, dato che spesso la
ricciola attacca l'esca davanti.
Iniziamo a trainare alla velocità (si fa per dire) di un
nodo circa, intorno ad un pianoro sui 25 metri: l'ecoscandaglio
segna dei pesci ma nulla accade.
Ci spostiamo allora lungo un ciglio sui 35 metri: ancora niente,
e la prima ora se n'è già andata. All'uscita del
ciglio però, su un fondale di 45 metri circa, la canna
sulla mezz'acqua ha un piccolo sussulto: la sfilo subito dal portacanna
e nel frattempo il pesce abbocca.
Lorenzo dà un piccolo colpo di acceleratore per favorire
la ferrata ed inizia il combattimento. Ci spostiamo verso il largo
per evitare arroccamenti ed iniziano le fughe del pesce, a volte
lunghe a volte brevi, e durante le pause cerco di tenere il filo
sempre in tiro per evitare la slamata.
Dopo una decina di minuti aggalla una ricciola di medie dimensioni
che ancora prova a dare qualche colpo di coda ma la raffiata di
Angelo pone fine al combattimento. Quando il pesce è in
barca ci accorgiamo che ha un amo da 8/0 conficcato sotto le
branchie, segno di un precedente combattimento in cui aveva
avuto la meglio.
Mettiamo il pesce in frigo (6,7 Kg) e in totale relax mangiamo,
sotto il caldo sole di ottobre, dei gustosi panini che avevamo
preparato in mattinata. La pesca per noi è anche questo:
godersi il mare in buona compagnia, lasciando da parte tutto il
resto, stress compreso.
Un saluto a Lupus ed agli amici della redazione.
Amedeo.
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