La tenacia spesso premia ..
Circeo, 6 novembre 2004 ..
Il tempo è bello, la temperatura non è proprio estiva
ma poco ci manca. Io ed il mio amico Andrea decidiamo di
provare la traina a dentici e ricciole con il calamaro vivo, pesca
estremamente impegnativa per chi, come noi, ha poco tempo libero
a disposizione, ma siamo stufi di invidiare i pescatori locali
e non, che la praticano con successo.
Quindi alle 2 di notte partiamo con il mio Vegliatura 27,
ormai divenuta vera "macchina da guerra" per la pesca
grazie ai numerosi accessori che vanno a complementare la già
ricca dotazione di serie. Intorno alle 2,30 di notte siamo quindi
in pesca a calamari al largo della secca del quadro, tra i 30
ed i 40 metri. Purtroppo però la nottata è avara
di catture, dopo circa 1 ora e mezza nulla di fatto. Il mio amico
Marco, a pesca con la sua barca nelle vicinanze, mi conferma che
anche per lui la serata procede male, anche se ha a bordo 2 calamari
pescati una mezz'ora prima del mio arrivo.
Verso le 4,30, però, la canna di sinistra comincia
a dare segni inconfondibili di un "ospite" all'altro
capo della lenza, così, con molta cautela e timore di perdere
l'agognata preda, recupero lentamente e, dopo poco, imbarco un
bel calamaro che mi affretto a porre nella vasca del vivo che
già languiva piena d'acqua da un po'.
Tale vasca, una Kodiak americana, me la sono portata da
San Francisco in aereo ed è uno dei suddetti accessori
a cui tengo di più (chissà perché in Italia
queste cose si trovano con grande difficoltà..). A questo
punto, però, comincia a piovere e dopo poco alla pioggia
si unisce un vento piuttosto forte unito a vari fulmini non proprio
vicinissimi ma preoccupanti, oltre al mare che conseguentemente
comincia a "montare". Dopo le imprecazioni del caso,
che lascio alla vostra immaginazione, (tra l'altro visto il bel
tempo del giorno prima il fenomeno era del tutto inatteso ..)
smontiamo gli outriggers che sembrano proprio dei bei parafulmini
e decidiamo di rientrare.
Tolte le canne, accesi i motori, imposto la rotta sul GPS ed inserisco
l'autopilota ormai rassegnato all'immeritato epilogo della nottata
quando, trascorso meno di un miglio, improvvisamente smette di
piovere e il vento si placa .. dopo un breve consulto con il mio
compagno d'avventura decidiamo quindi di riprovare, d'altronde
ormai sono le 5,30 quindi si tratta d'aspettare poco per il sorgere
del sole ed eventualmente rientrare con la luce. Ci riportiamo
nel luogo di pesca, caliamo le canne e, appena il piombo tocca
il fondo, la mia canna si appesantisce di nuovo .. possibile che
abbia già preso ?
Ebbene si, il secondo (ed ultimo) calamaro della notte viene a
bordo a fare compagnia al primo, tra l'altro è un calamaro
completamente albino, quasi trasparente. Entrambi hanno "dato"
allo stesso Yo-zuri rosa con pancia rosa, gli altri artificiali
non sono piaciuti .. vai a sapere il perché !
Ormai è praticamente giorno, il carniere è stato
scarso ma meglio di niente e comunque sufficiente a provare, innesco
quindi il primo calamaro e ci mettiamo in traina. L'attrezzatura
è costituita da una Italcanna Malindi 12/20, mulinello
Alutecnos 20 lb caricato con multifibra, finale in fluorocarbonio
con ami Tubertini 4/0, oltre ovviamente al piombo guardiano da
500 g. Per la prima mezzora nulla di fatto, decidiamo quindi di
cambiare il ciglio della secca e ci muoviamo quindi da quello
di levante a quello di ponente, stesso posto dove durante la notte
abbiamo pescato i calamari.
E qui, non so se ha avuto qualche influenza o meno sulla pesca
ma lo riporto per dovere di cronaca, decidiamo di ridurre la
velocità da circa 1,2-1,5 nodi a meno di un nodo. Una
regolatina alle trolling valve e, dopo neanche 1 minuto, sento
la mangiata, una mangiata decisa, potente. Ferro e subito la canna
si flette visibilmente, il pesce all'altro capo della lenza c'è
!
Il combattimento dura una decina di minuti, il pesce è
grande ma comunque non tanto da mettere in crisi l'attrezzatura,
e lo facciamo tutto a barca ferma, fino alla "guadinata"
che Andrea compie con disinvoltura (come il taglio della lenza
del piombo guardiano, momento sempre delicato) e senza troppa
resistenza da parte del pesce. Imbarchiamo quindi il bel dentice
della foto (scusate la scarsa definizione, è fatta con
il cellulare), peso indeterminato causa assenza di adeguata bilancia,
ad occhio mi sembra intorno ai 6 chili.
Dopo i complimenti di rito, ci rimettiamo in pesca con il calamaro
"albino" ma questo, inspiegabilmente, dopo 10 minuti
muore (me ne accorgo perché, nell'azione di pesca, perdo
il piombo guardiano e, prima di sostituirlo, controllo l'esca
..).
Finite le "munizioni", non ci resta che rientrare,
stanchi ma soddisfatti per la bella cattura. Alla fine, complice
sicuramente un po' di fortuna, siamo riusciti nell'intento ..
ma che fatica !
Tra vento, mare mosso e fulmini non si può dire che la
pescata sia stata agevole .. d'altronde, almeno stavolta, la tenacia
è stata premiata.
Batman
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