Traina d'altura con una 20 libbre a 20 miglia
Siracusa 10 Ottobre 2005
E una mattina di inizio ottobre, l'intero stivale
é sommerso dall'acqua piovana e noi in questa assolata
isola felice, con un mare calmo, accogliente e ispiratore
di chissà quali presagi, ci dirigiamo a circa 20
miglia dalla costa della Sicilia orientale, rotta 60 gradi,
pronti a calare le nostre lenze.
Il mare sembra incantato considerato che siamo reduci da
quattro giorni di maltempo vissuti ai Campionati Italiani
Pesca a traina d'Altura di Taranto, slittati propria a causa
di avversità meteo marine. Ma bando alle ciance,
dondolati da uno sciacquio di schiuma e scortati dagli immancabili
delfini che allietano puntualmente la nostra navigazione,
giungiamo in men che non si dica, a bordo di un AZ37, nella
zona predestinata. Subito 5 lenze in acqua, le stesse preparate
per il campionato "sfumato", rigorosamente da
12 libbre !!!
Ecco il bilancio succinto della giornata: dopo circa 1
ora di traina ecco una doppia allamata: una fantastica aguglia
imperiale da circa 7 kg su un lenza lunga con un octopus
bianco e rosso, con terminale dello 0,60 e un tonno rosso
di quasi 8 kg su un Rapala testa rossa a corta distanza.
Recuperate agevolmente queste due belle prede ci siamo impegnati
in un reportage fotografico con una bella mangianza a poppa
(ahime!), ignari di quanto doveva ancora accadere.
Prima un "gigante" combattuto per 30 minuti e
slamato dopo che aveva svuotato per due volte tutto il mulinello
e dopo circa 1 ora, una seconda partenza pazzesca con recupero,
dopo circa 20 minuti, fino alla doppiatura. A questo punto
il dramma ! Con il filo teso come una corda di violino,
il tonno visto e valutato tra i 20 e i 30 kg, riparte sotto
la barca e il filo tocca un flap . . . e via, verso il profondo
blu.
Inesperienza forse ma anche un po di sfortuna?
incredulo attimo per attimo restavo attonito dall'accaduto.
Innegabile la delusione di un pescatore. Sarei un ipocrita
a dire che in barca non si é creato un momento di
panico generale.
Volevo rincorrerlo sott'acqua.
Tanto sconforto e rabbia . . . e via la prua verso terra.
Certamente anche i pesci possono avere la meglio, con
la coscienza a posto per avere combattuto con attrezzature
molto sportive.
Sono sempre (ma solo con il passare delle ore e delle notti
!!!!!!!) più convinto che anche questa é una
gran lezione di etica, di vita e di maturità, ma
cavolo perdere certamente é doloroso e rafforza grinta
e passione verso questo indefinibile "chiodo fisso".
Auguro a tutti quanti più tempo possibile da trascorrere
in mare, con tanto vento in poppa e tante prede fantastiche
da insidiare e combattere sempre nel rispetto della propria
coscienza, la quale vale più di ogni regolamento.
Saluti da Michele da Siracusa.
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