Pesaro 25/6/2005.
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Siamo usciti io con l'amico Paolo e sua figlia per trainare qualche
ora alle palamite.
Non abbiamo fatto la levataccia anche se sapevamo che in quel
periodo mangiavano meglio alle prime luci dell'alba. Prendiamo
subito la direzione verso le piattafome metanifere le più
prossime alla costa, zone che offrono, sempre o quasi, maggiori
possibilità d'incontri con pinnuti di ogni genere.
Da come va la giornata sembra proprio che era meglio svegliarsi
qualche ora prima, la giornata é bella, il mare stupendo,
l'arietta in traina da un gran sollievo ma di squame nel pozzetto
neanche l'ombra.
Trainiamo al minimo che per la barca vuol dire 5-6 nodi e in
acqua abbiamo le nostre 12 libbre con esche varie fra cui qualche
rapala.
Niente da fare, é ormai l'ora di rientrare per essere
in porto all'ora di pranzo, e così, sempre in traina ci
avviciniamo alle 9 miglia dalla costa.
Ad un tratto scorgiamo qualche salto di pesci un po' più
grossi delle palamite e subito dirigiamo la barca verso quella
zona. Arrivati sopra o quasi, di salti neanche uno, continuiamo
tanto siamo in direzione del porto e ... ecco la canna che piegata
comincia a fare una dolce musica.
Il pesce prende un bel po' di filo e la cosa ci fa pensare che
non sia proprio una palamita.
Infatti quando ci arriva il pesce sotto la poppa notiamo un bell'alletterato
in tutti i suoi colori vivi. Una bella sorpresa e divertimento
con un salvataggio in extremis dal cappotto.
Finale con cena al Club Nautico con gli amici di pesca e il pesce
cucinato al vapore che ha fatto la sua bella figura.
Gianni
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