Alalunga: cosa ne facciamo ?
Durante l'estate 2005 ho effettuato con la mia barca a
vela una lunga e più che soddisfacente crociera in
Egeo; nel corso della tappa tra le Cicladi ed il Peloponneso,
fatta a motore per mancanza di vento, una alalunga di circa
10 kg è rimasta sul rapala 13 cm trainato a 7 nodi.
Cattura tutto sommato banale, anche se per me è
stata una delle più importanti della mia carriera
di trainista. Ma la particolarità sta nel trattamento
inflitto al pesce una volta portato a paiolo, a seguito
della fatidica domanda "e adesso che ne facciamo?".
Eravamo in due a bordo, io e il mio amico Gabriele,
mancavano ancora otto ore di navigazione all'arrivo, ed
il frigo della barca non era certo in grado di ospitare
la preda. Decidiamo allora di tagliare il pesce a tranci
da mettere in frigo, e di dirottare su una meta più
vicina, in modo da arrivare in tempo per cercare un ristorante
disposto a cucinarceli per cena.
Detto fatto allestiamo una improvvisata macelleria di
bordo; la testa finisce in mare, le fette al fresco. La
vicenda si conclude come previsto, a Monemvassia
un ristorante ci serve due pantagruelici tranci di alalunga
cotti alla griglia in modo perfetto; per il vino, contorno,
coperto e servizio abbiamo lasciato in cambio il resto del
pesce.
Saluti a tutti i frequenatori del forum.
Roberto, nickname "Adry".
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