Che spettacolo !!
(2)
Strappo che è stato violento quanto infinito. Il
dracon era ormai visibile sul tamburo del mulinello e prima
di pensare al pesce, subito si è pensato a: nasse,
cime rocce, a tutto tranne che al pesce. Chiaramente
però una nassa non può e non potrà
mai piegare la canna in molteplici tonfi da paura, non può
farlo una cima sommersa né tanto meno una roccia,
ed è qui che il Baffo molla i comandi, si lancia
sulla canna e comincia a pompare come un forsennato.
Eccolo! E' sempre stata la sua parola magica, e questa
volta più di ogni altra ero sicuro che non fosse
sbagliata. Mentro ero ai comandi, lui, sempre memore dei
suoi trascorsi, comandava e dava il massimo per recuperare
tutta quella massa ferrosa che era ancora in mare con all'estremità
un pesce veramente sensazionale. Comandava duro e lo capivo,
se si fosse potuto raccogliere l'adrenalina sparsa in
barca si sarebbe fatto felice qualsiasi laboratorio
chimico del pianeta.
Il recupero stava diventando troppo lungo e faticoso e
ad ogni testata che si vedeva vi assicuro che il sangue
diventava ghiaccio. Benché più della metà
del monel fosse stata recuperata, ne restavano oltre 250
metri su quel fondale di soli 56/58, troppo pericoloso mollare,
aumentare la velocità sarebbe stato impossibile recuperarne
in sicurezza un ulteriore metro, rallentare troppo significava
dare la possibilità al pesce di poter scendere e
rintanarsi, sarebbe stata la fine. Dove raccoglie tutte
le energie necessarie a quel recupero, rifiutando anche
il più piccolo cambio ancora oggi a tre giorni dall'impresa
non me lo so spiegare, posso solo asserire che è
stato bravo sotto tutti i punti di vista anche se come accennato
poco più su mancava ancora una vita per poter gridare
vittoria.
Ordini sempre più precisi, ma sempre più
affannosi facevano capire che non era il caso di parlare
né di contraddire, nelle fasi di calma si portava
a "spasso" la preda, ma come questa si rendeva
conto di avere una minima possibilità di scampo si
rituffava alla ricerca della sua libertà, ma il Baffo,
con maestria e con tutta la rabbia accumulata non lo mollava.
Vedendola da fuori la lotta era impari, il più nervoso,
decisamente io, attento a non sbagliare una manovra e dare
tutto l'aiuto seppur platonico al compagno.
Per esperienza quando mancano circa 50 metri, il
monel perde parte della sua trazione ed inizia a "raddrizzarsi",
vuoi perché sei praticamente fermo vuoi perché
ormai la lotta è sul finire, ai 30 il pesce finalmente
viene decisamente a galla iniziando a ruotare su se stesso
ormai vinto e l'eccitazione cambia in festa. Questa volta
no! Sino alla fine la canna è rimasta tesa e curvata
verso il basso continuando ad attenuare le testate del dentice
sino a sfinirlo, solo quando il nylon iniziava a rientrare
ormai a pochissimi metri dalla barca si è visto in
tutta la sua maestosità e bellezza.
Mollati i comandi ed avvicinatomi allo specchio di poppa
lo spettacolo che ho visto non è possibile descriverlo
ma ci provo; una schiena blu cobalto luccicante come
il più bel fuoco d'artificio di incommensurabile
splendore faceva da sfondo ad un musone giallo e rosso che
riflettendosi nell'acqua facevano brillare ancora di più
quel pancione enorme color acciaio da rimanere incantati
e pervasi da una sorta di pena per quel pesce straordinario,
ma nel contempo felice per il compagno per me e per tutta
la compagnia che definitivamente un pochino di invidia questa
volta ero sicuro che avrebbe provato.
Vista la sfiga delle ultime uscite, la macchina fotografica
era rimasta nel cassetto di casa, ma non mancava certo il
telefono cellulare per avvisare la fotografa ufficiale delle
nostre imprese di venire al porto armata di macchina e di
bilancia elettronica. Nel frattempo complimenti reciproci
e sigaretta di ruolo erano consumati sull'imbarcazione,
cosi come venivano consumate le ultime scariche di adrenalina
sino alla calma ed alla felicità per la cattura.
Di rientrare in porto non c'era certo fretta, come sempre
le telefonate hanno arricchito ulteriormente la società
telefonica ma ne è valsa la pena sino in fondo. Foto
di rito e pesatura, e visto che parliamo di elettronica
asserisco che il dentice pesava 9,974 Kg.
Detto tutto questo la sorpresa è avvenuta quando
scaricando le foto sul computer ho notato un particolare
di infima importanza che nulla ha a che vedere con la pesca,
il monel, le canne le lenze, i finali, gli artificiali le
barche i cani ed i Generali, ma aveva a che vedere con l'abbigliamento
che avevo in barca, stesse scarpe da tennis puzzone, stessi
jeans e stessa maglietta a strisce bianche e blu che indossavo
quando per la prima volta descrivevo la cattura di un dentice
da 8,3 Kg. Ironia della sorte? Mah!!
Mario "Emme"
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