Pesca alle Bocche di Bonifacio
Sardegna - Aprile 2005
Che la Sardegna fosse un mare pescoso, lo sapevamo. Che le bocche
di Bonifacio fossero tra i luoghi più pescosi della Sardegna
lo sospettavamo.
Ma sapevamo anche che le Bocche sono piuttosto burrascose, ed
infatti nei giorni precedenti a questi, quelli di Pasqua, il maltempo
non ci ha lasciato sempre tranquilli. Ma noi Giovedì 31
e Venerdì 1 avevamo delle esigenze particolari e a pesca
dovevamo proprio andarci!
Magicamente questa volta il tempo ci ha aiutato.
Giovedì mattina, verso le 4 esco per tentare ai calamari,
ma appena uscito dal porto mi rendo conto che c'è un residuo
di onda lunga da ponente, l'acqua è torbida, e l'unico
sistema per tentare i cefalopodi è lo scarroccio (jigging)
con luce. All'alba nulla di fatto, e un po' deluso, ritorno in
porto a prendere il resto dell'equipaggio appena arrivato da Olbia
dopo una notte di nave.
Tra questi il mitico Giulio (Tsunami nel forum).Colazione abbondante
(doppia per Lui), e alle 9 e 30 siamo di nuovo fuori in pesca.
Proviamo un po' di trainetta leggera per insidiare qualche piccolo
pesce esca, ma nulla. Siccome avevo visto nell'eco su una punta
delle belle maracature di mangianza a mezz'acqua, ritorno lì
e finalmente con dei sabiki riusciamo a ravvivare la nostra vasca
del vivo con diverse prede guizzanti: alacce, boghe, mennole e
sugarelli. Siccome le abboccate si susseguono ad ogni passaggio
è così divertente ed appagante, che quasi quasi
resteremmo lì tutto il giorno; ma il saggio Massimo, pescatore
locale, ci intima l'alt (forse dopo la cinquantesima cattura).
E' ora di tentare il colpaccio!
Ci rechiamo su una punta a sinistra del porto, batimetrica 35/40
e ci passiamo un paio di ore, ma nulla accade.
Giocando col cartografico individuo a poche miglia di distanza
una zona con parecchie secche che dai 70 risalgono ad una cinquantina
di metri. In accordo con l'equipaggio tentiamo la sorte lì,
sperando che al largo l'acqua sia meno torbida.
Ed infatti arrivati sul posto il colore del mare risulta essere
ben più chiaro del sottocosta. Scelta finora giusta. Caliamo
due canne col guardiano ed incominciamo ad esplorare. Il mare
è ormai olio (vera rarità per la zona) e il sole
ci avvolge in tutto il suo tepore primaverile. Probabilmente anche
i pesci sono usciti a godersi questi raggi di sole, ed infatti
le ferrate non si fanno attendere.
La prima esca viene mutilata probabilmente da un dentex e ci
ritorna su solo la testa; la seconda ci viene scippata integralmente;
al terzo passaggio finalmente Giulio ferra un bel pesce, che con
tutte le testate che dà sembra non voglia proprio salire
a fare la nostra conoscenza
Finalmente eccolo a bordo, un bel dentice praio di 5 kg ci lascia
ben sperare sulla scelta del posto.
Altro giro, altro morso all'esca, questa volta probabilmente ancora
un praio, ma non riusciamo a ferrare.
Decisi oramai a rientrare, anche se il sole era ancora piuttosto
alto, un colpo di
fortuna si abbatte su di me: motore già
in folle per riordinare la barca, ho il piombo praticamente poggiato
sul fondo, faccio per recuperarlo e dopo una decina di giri di
manovella sento chiara e decisa la mangiata: ordino subito di
rimettere la marcia
e Zac! Ferrata da manuale. Gli occhi
degli amici increduli non capivano se stessi scherzando o se veramente
c'era la preda. Una volta capito
tralasciamo i commenti che
hanno fatto
Non c'è cosa più bella di quando si pesca col guardiano
che avere la canna in mano nel momento in cui il pesce attacca.
In quei casi è raro andare a vuoto con la ferrata, perché
ci si rende conto distintamente dell'azione del pesce sulla nostra
povera esca. Comunque il nostro amico pinnuto si rivelerà
un dentex di 6 kg passati.
(
Continua ) »»
Mario e Sandro
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