Una giornata con un Campione
A dodici anni, forse non tutti lo sanno, gli interessi dell'uomo
sono rivolti a due campi specifici che riguardano la scuola
e il divertimento. Il primo è quello che ci viene
imposto (ancora non capiamo esattamente il perché) "per
il nostro bene", il secondo è l'espressione della
nostra fantasia e del nostro personalissimo gusto.
Chi è attento all'evoluzione della vita dei propri figli
avrà osservato come in poco tempo possono cambiare i loro
interessi, o come se ne possono aggiungere di nuovi.
Nascono e muoiono innamoramenti improvvisi e passioni ardenti;
nel giro di pochi giorni tutto segue il folle carosello del "lo
voglio, lo uso, lo getto".
Questo, sia ben chiaro, riguarda solo gli oggetti, i regali in
genere e non le persone che fanno battere all'impazzata i nostri
cuori e ci fanno passare il, di regola già scarso, appetito
alimentare.
Veniamo al dunque.
Giacomo, e Mauro due simpatici ragazzini di Firenze
insistettero tanto con il nonno per esaudire un suo desiderio
incompiuto, quello di andare a pescare con il Marco Meloni.
No! Questa proprio non me l'aspettavo, da come li vedevo "presi"
con la loro play station, dai figurini di calciatori, "rapiti"
dalla musica di Max Pezzali.
Dovevo accontentarli e, nel rendermi conto che tutto questo mi
faceva un piacere immenso, mettevo in moto l'organizzazione per
la battuta di pesca con il campione. Il giorno scelto, anche se
compatibile con gli impegni scolastici, non lo era per il tempo
meteorologico.
Un vento teso di tramontana ci sbattè in viso il buongiorno,
alle cinque di mattina, e solo la speranza che il mare fosse più
clemente ci convinse a iniziare il viaggio . Niente da fare, anche
a Piombino il "nordico" aveva raggelato con i suoi sbuffi
le belle aspettative di una tranquilla gita in mare. Solo la volontà
e un po' di incoscienza ci convinsero a tentare ugualmente; eravamo
determinati noi grandi, ma ancor più lo erano i "bambini".
Malgrado il freddo pungente il cielo era sereno, tipico delle
giornate ventose, e se avessimo effettuato delle catture sarebbe
stato possibile fare delle belle foto e immortalare quello che
sarebbe diventato un servizio speciale di pesca con il "Supermarcomeloni".
Ci mettemmo subito, per quanto possibile, a ridosso, riparati
un pochino da un promontorio. La posizione di fortuna permetteva
di pescare e anche se il fondale non raggiungeva la quota desiderata
da Marco, potevamo almeno sperare in qualche colpo... di bravura.
E questo venne. Dopo poco più di un'ora, armati con l'attrezzatura
del campione e coadiuvati dai suoi finali "segreti",
avevamo "colorato" il portavivo della barca con diverse
boghe, tre sugarelli di buona misura, due aguglie e alcuni sparlotti,
catturati prevalentemente dai bambini e da Marco; mentre stavamo
discutendo del più e del meno, "il nostro" decise
di cambiare terminale, indirizzandosi verso uno con l'ultimo amo
sotto il piombo, vale a dire a stretto contatto con il fondo.
Solo questo, senza variare il tipo di esca (che era la sardina
fatta a tacchetti) e senza sostituire nessun altro elemento. In
pratica la lenza era costituita da uno spezzone di monofilo dello
0,30, intervallato da tre braccioli dello 0,25, distanti fra loro
di 50 cm, e lunghi 40 cm circa. Gli ami del 4 e il piombo di 100
gr; come da copione. Dopo poco più di dieci minuti un violento
strattone avvisava Marco di una preda d'eccezione.
Il campione, senza smentirsi e con la calma olimpica tipica
di chi è abituato, dichiarava: "Si tratta di una spigola".
E lo era! Bella, argentea, oltre il chilo e mezzo, ad occhio....ma
c'è da credergli, la quale spigola dopo pochi minuti di
combattimento era lì, a pochi metri dalla barca, a portata
di guadino.
Ah! Se non avesse deciso di fare una piroetta, sarebbe stata la
preda del giorno.....
A meno di un metro ''ruppe", e tornò ai suoi fondali,
sicuramente, da quel giorno, più diffidente.
Questa è la pesca, e Marco ce lo dimostrò con grande
fair play e con un vago sorriso sulle labbra, quindi rivolgendosi
a tutti noi disse: " Questa volta ha vinto il pesce ".
Sono cose che accadono, del resto che divertimento sarebbe se
vincesse solo il pescatore?
Con questa bellissima filosofia continuò la battuta di
pesca che ci avrebbe regalato anche un sarago di quasi un chilo
e una murena (anch'essa tornata alla sua tana).
Il bello arrivò al momento in cui al rientro verso il porto,
Marco mise fuori le canne da traina e nella traversata verso casa
la canna parti ben tre volte con lampughe e tombarelli che fecero
chiudere in bellezza la giornata; una giornata partita così
così che ha avuto poi un'evoluzione straordinaria, non
solo per Giacomo e Mauro, ma anche per tutti noi e, mentre tornavamo
stanchi a casa, credo di aver ricevuto il più bel complimento
da mio nipote come ringraziamento alla giornata trascorsa.
Forza Giovani !!
Marco Meloni
Centro
di Pesca Arcipelago Toscano
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