Proviamo ad azzardare qualche conclusione teorica sull'argomento
del power chumming, tecnica non nuova all'estero, un tantino
meno in Italia.
Azzardiamo anche con il rischio di dover rimettere completamente
in discussione le conclusioni che seguiranno; vorremmo infatti
che qualche impavido la metta in pratica e ci racconti,
nel forum, i risultati,
gli insuccessi o le varianti sperimentate nei nostri mari.
Non stiamo quindi qui a fare un riassunto delle pagine
precedenti, già abbastanza sintetiche.
Solo una cosa ripetiamo e cioé che questa tecnica
può essere valida nelle giornate con mare calmo ed
assenza di correnti perché in caso contrario nulla
può competere con la tecnica del drifting (o in deriva)
opportunamente eseguito.
Le condizioni di mare in cui eseguire correttamente
il P.C. potrebbero essere il medio e basso adriatico per
le profondità medie del fondale. In Alto adriatico,
anche se quando non c'é corrente, vuol dire che non
c'é veramente, é facile dopo qualche centinaio
di metri trovarsi la pastura sul fondale di 30 metri ed
il tonno al seguito, lontano dalla scia, che vi pascola
tranquillamente.
In tirreno le poste migliori sono localizzate in ben precisi
hot spot dove condizioni di corrente e morfologia del fondale
(secche) rendono meglio di qualsiasi spostamento o ricerca
con il P.C.
Ma tutto questo può essere smentito dall'orario
della giornata in cui lo si pratica. Al mattino presto e
nel pomeriggio tardi il tonno solitamente caccia le sarde,
o altri pesci in branco, che si trovano in quel momento
più in superficie, caccia cioé il vivo; nelle
condizioni in cui le nostre esche sono su una scia in continuo
movimento e che non riesce a scendere molto in profondità
le probabilità di ferrare un tonno sono maggiori
anche su fondali bassi o dove gli hot spot sono ben circoscritti
arealmente.
Siamo italiani e, scusate, come tali, desiderosi di apportare
modifiche ed originalità alle tecniche di
pesca nei nostri mari. E perché non provare anche
con il P.C. classico nato per la pesca degli squali in notturna?
Ve ne proponiamo alcune.
Se l'alternativa è rimanere fermi ad aspettare un
tonno che non verrà . . . . . . . . allora si può
tentare senza attrezzature strane od affondatori, di stare
in traina senza esche, pasturando solamente in maniera non
abbondante, ogni tanto fermarsi per qualche minuto o comunque
della durata variabile e sempre con i motori accesi, pasturare
e calare qualche canna innescata con sarda o esche alternative.
Prima di riprendere la traina ritirar su le esche e trainare
nuovamente verso zone o segnali premonitori di mangianze
o di salpate di reti. Certo il costo é maggiore,
per il maggior consumo di carburante, ma sarà più
difficile "bucare" l'uscita.
Un'altra alternativa può essere quella di trainare
più lentamente il vivo (1,5 nodi) ma senza affondatori
e solo con l'ausilio dei piombi e zavorre, leggermente più
pesanti per contrastare la corrente, ma non troppo, e il
solito palloncino, magari un po' più robusto del
solito.
Le soste potrebbero essere più frequenti; così
facendo le esche si troverebbero a salire e poi a riscendere
ogni volta che si ferma la barca passando meglio nella nostra
scia odorosa. Possono bastare anche solo due canne a due
diverse profondità, se si é capaci di usarne
di più senza incrociare le lenze, tanto meglio. Lo
svantaggio in questo caso é che si percorre meno
"strada" ma si é però sempre con
le esche in acqua e le probabilità di ferrare un
pesce sono maggiori.
Sperando di aver fatto cosa gradita, vi possiamo consigliare
di provare e di trovare la tecnica migliore per le vostre
caratteristiche di pesca, barca, mare.... perché
quello che conta é, alla fine, il risultato.
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