Si crea così una scia di pasturazione fina, molto
odorosa che sporca l'acqua che ci lasciamo dietro e dove
sono le nostre insidie con l'amo.
E' importante infatti quando si dirada il getto delle sarde,
aumentare gli odori e il rilascio del fino che sporcando
l'acqua riduce leggermente la visibilità in particolare
per l'esca lasciata in pesca a pochi metri dalla poppa,
cosiddetta al volo perchè non ha ne piombo ne palloncino.
Quest'ultima è più in superficie dove c'é
più luce e visibilità all'occhio del tonno
che se non é in competizione per il cibo con altri
suoi simili ha tutto il tempo di osservare bene e prima,
cosa mangiare.
Di sarda se ne consuma ugualmente tanta, ma quella utile
a sfamare il pesce é molto meno, si finisce così
ad invogliarlo a continuare a seguire la scia odorosa che
fino a pochi istanti prima gli forniva succulenti bocconi
di pesce fresco, che troverà comunque ma più
radi e meno frequenti, il tutto accompagnato dagli odori
più abbondanti e dal fino procurato dalla sarda strizzata.
E' un invito a pranzo notevole, sempre che l'ospite gradito
si presenti prima o poi, ma abbiamo solo mezz'ora per aspettarlo
e quindi lasciamo a lui l'iniziativa da non perdere.
Continuo nell'azione sopra descritta, sulla canna al volo
c'é un suro di piccole dimensioni trovato nella cassa
di sarde congelate, ora l'esca guardata mezz'ora prima ha
le branchie aperte, é innescata a pancia in alto
e sembra tanto un rifiuto di una saccata del pescato di
un peschereccio, in mezzo a tanti detriti e minutaglia di
pesce che scende verso il blu profondo.
Non ci siamo infatti preoccupati di chiudere le branchie
del suro usato come esca, con del filo elastico per farlo
sembrare più fresco.
Passano poco più di dieci minuti sono le 13.45 neanche,
sento alle mie spalle in alto, un rumore assordante, li
per li non mi rendo conto se é il solito scherzo
degli amici, ma dura troppo, é il cicalino che canta
di un suono incantevole. Alzo lo sguardo e vedo la canna,
una 50 libbre, piegata verso poppa, tutta arrabbiata con
chi gli sta fregando tutto il suo filo in bobina.
Non è possibile, allora qualcosa avevamo anche questa
volta in scia, balzo in piedi e in un istante sono nel pozzetto
con la cassa di sarde fino a pochi attimi prima compagna
di pasturazione.
Via l'ancora galleggiante, via a recuperare di fretta le
altre lenze più lontane e a fondo, mi infilo la maglietta,
chiedo il permesso a Pippo e già accordatomi dal
Comandante Gianni, di prendere la 50 libbre, mi viene concesso
e mi butto in sedia per il combattimento, di cui riparlerò
in altre pagine.
Non se ne parla più di spostarci, siamo finalmente
sotto adrenalina, il comandante con la voce un po' emozionata
comunica l'allamata del Moricam, mentre il pesce ancora
non si é deciso a fermarsi e con una 50 libbre non
mi azzardo certo a toccare la frizione che era stata impostata
correttamente e non troppo dura.
In effetti c'era qualcosa in scia, e .... a saperlo....
ma l'azione di pasturazione più rada e fine ci ha
aiutato a scoprirlo, certo che se non c'era la "codina",
a nulla era valso il discorso e il tipo di lavoro eseguito.
E' un caldo tremendo, il sole é alto e di aria neanche
una brezza, ma la fatica ed il sudore non hanno peso dopo
tante ore di attesa, l'importante è non perderlo
per andare in zona classifica.
Il pesce risulterà poi di 71 Kg non grosso per
una 50, ma soprattutto ideale per il risultato finale che
vedrà il Moricam, già campione d'Italia negli
anni passati, piazzarsi al primo posto vincendo un bel viaggio
premio a Los Roques in Venezuela per 3 pescatori e della
durata di 9 giorni.
Magari fosse stato sempre così e in particolare
per la stagione 2003, mi riferisco ai tanti equipaggi soprattutto
dell'Alto Adriatico, dove i tonni neanche con il Satellite
era possibile avvistarli.
ICAB e un augurio a tutti di una buona stagione 2004.
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