Siamo un po' amareggiati per aver perso un'occasione che
in una giornata di gara é ancor di più, visto
che in palio ci sono dei bei premi.
Avevamo pasturato troppo abbondantemente per paura che
il tonno perdesse la nostra scia e così il pesce
ha rallentato il suo moto verso di noi trovandosi poi sulla
scia delle barche sopraggiunte sulla nostra pasturazione.
Il tonno c'era e ce lo siamo persi!!
Continuiamo così la nostra azione di pasturazione,
ogni tanto diamo un'occhiata alle esche, le cambiamo e via
di nuovo in acqua nello schema standard usato dalle nostre
parti. Due esche poste una a 25 metri e l'altra a 15 metri
di profondità, l'ultima al volo, la 50 libbre, comunque
variabili a seconda delle condizioni di mare e corrente.
Alcune allamate si susseguono, buon segno, abbiamo ancora
qualche speranza, siamo a metà giornata e non é
detta l'ultima.
E' il SUNI del Fishing Club di Ravenna che dopo aver perso
un tonno durante la partenza del pesce, rimessasi in pesca
dopo poco riallama un altro tonno; noi siamo circa nella
stessa fascia d'acqua ma a poche miglia più a sud.
La notizia é buona, é l'ora del pranzo, e
sul pozzetto fanno la comparsa i cannelloni ormai talismani
preziosissimi cotti e portati dal mitico Pippo.
Sono le 13.30, stiamo pensando seriamente e discutendo
sul da farsi e cioé se é il caso di spostarci
più a nord, rifare una breve strisciata, rimettersi
in pesca.
In altre situazioni non avremmo esitato tanto, come l'anno
precedente quando, in pesca fuori dal Daria e senza l'ombra
di un pesce, più in terra e a sud del Daria in molti
avevano allamato; le allamate quella volta erano su fondali
più bassi e i tonni erano abbrancati in gruppi di
4 - 5 individui, mentre noi eravamo troppo fuori.
Ma cosa c'é di meglio se non altri che ti accertano
la presenza del tonno in quella zona e fascia d'acqua?
Decidiamo così di spostarci ma non prima però
di aver accertato se nella nostra scia avevamo qualcosa,
la corrente é calata, il vento ha cessato di esistere,
forse quella é la decisione migliore anche se non
ne siamo convinti al 100%.
Mezz'ora di tempo per verificare se abbiamo qualche codina
in scia e alle 14.00 se non accade nulla ci spostiamo, questa
é la decisione univoca dell'equipaggio, compreso
il Comandante.
Prendo in mano una mezza cassa di sarda, mi porto sulla
plancetta, mi siedo e con le gambe a bagno comincio a diradare
la pasturazione.
Ora la barca scarroccia molto meno, anche se qualche onda
mi rende ancora difficoltoso il compito di tenere la cassa
di sarda sulla plancetta.
Chissà, forse c'è qualcosa in scia ma é
rimasto lontano dalla barca a causa dello scarroccio sostenuto
(anche con ancora galleggiante in acqua) ed abbondante pasturazione,
oppure é solo tempo perso perché era meglio
spostarsi subito nella zona di pesca del SUNI di Ravenna,
che nel frattempo ha imbarcato il tonno.
Comincio a rilasciare meno sarda, spesso la taglio in due
pezzi quando fino a poco prima la rilasciavamo intera, la
prendo fra le mani e strizzandola la rilascio con movimento
delle mani sulla superficie dell'acqua così da spargere
ben bene i pezzetti, gli odori e le scaglie.
(Continua)
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