Penso sia capitato un po' a tutti noi di trovarsi a faccia
a I compiti in caso di allamata erano già stati assegnati,
e tutto era pronto per il grande evento che non arrivava
mai e, cotti dal sole e dal caldo, pensavamo ormai di aver
"bucato" l'uscita ed anche la gara.
Ogni tanto, visto che il tonno non si avvicinava più
di tanto alla barca, effettuavo un lancio di alcune sarde
in prossimità dei palloncini, avevo infatti paura
che se ne andasse via e volevo invece che rimanesse in zona.
Se non ché, dopo l'ennesimo lancio, ho cominciato
a dare filo ad uno dei palloncino a cui avevo indirizzato
le sarde lanciate (circa 8-10 metri di lenza) e, mentre
riportavo la frizione ai livelli precedenti, nel guardare
i palloncini, mi accorgo che ne mancava uno.
Gli altri erano in cabina e quindi prima di dare l'allarme
riconto per bene i palloncini
.
Da alcune parole sussurrate, "manca un palloncino"
il resto dell'equipaggio balza fuori dalla cabina per scrutare
la situazione e, dopo qualche attimo il rumore del filo
che se ne andava lentamente capovolge la situazione di estenuante
attesa durata fino a quel istante.
Tirate velocemente su le altre canne e messo in moto il
motore, dopo pochissimo eravamo ognuno al suo posto e già
nel pieno del combattimento. Il mitico "Cassio"
alla canna dava indicazioni a me, solo alla terza esperienza
come skipper durante un combattimento. La canna si piegava
all'inverosimile e, quasi sempre in retromarcia con il filo
a prua, vedevo "Cassio" che non cedeva un centimetro
di lenza. Dopo neanche mezz'ora il tonno é giunto
a tiro di raffio e Maury senza tanti problemi, con una raffiata
sicura e potente ha messo a termine il combattimento.
Grande la gioia e dopo gli abbracci e i festeggiamenti sono
iniziati i preparativi per i rientro in porto, qualcuno
intanto azzardava sulle dimensioni del pesce che ci trovava
concordi sul peso superiore ai 200 Kg.
Sicuramente, e "Cassio" lo sa meglio di me, il
tonno tirava e come se tirava, ma con lui alla canna e con
il tonno che aveva ingoiato profondamente l'esca, (lenza
in movimento) il combattimento si é potuto concludere
in tempo utile per il rientro nell'orario stabilito.
Brevi note:
- Condizioni meteo marine: mare calmo, assenza di vento
e correnti.
- Presenza di mucillagini nelle zone limitrofe, dove
eravamo in pesca c'era però l'acqua limpida.
- Canne da 80 libbre
- Terminale costituito dal nero di Betulla (9 metri)
e 2,5 metri di nylon al fluorcarbon da 220 libbre, con
amo nero, piombo 60-80 gr.
- Pasturazione effettuata esclusivamente con sarde intere
e a pezzi,
- esche utilizzate: le stesse della pastura.
- Profondità delle esce, fra gli 8 e 20 metri,
ferrato sui 15 metri alle ore 16.20; durata del combattimento
30 minuti, combattimento in sedia a poppa.
- Distanza: 20 miglia per 70° dal porto di Fano
- TONNO ROSSO risultato essere di 277 Kg.
Quello che vorrei aggiungere a quanto scritto tempo fa,
è su un'impressione personale circa il comportamento
del tonno. In questa situazione di lancio delle sarde, come
in altre sentite dai racconti di amici, viene fuori un "denominatore
comune" : il tonno quando è solitario va come
addomesticato, tranquillizzato, rassicurato. Quasi a giocarci,
dargli confidenza.
Saranno
.. ma è una sensazione ed intuito tutta
personale, questione di feeling e fiuto probabilmente. Ci
sono altri racconti che risolvono la situazione in maniera
differente, ma ve ne riporto un analogo capitato al team
Rondine di Cattolica. Erano in pesca in drifting e arriva
il tonno "spernacchione" ( come lo chiamano alcuni
pescatori), attimi di crisi, cosa fare, cosa non fare ma
poi cominciano a lanciare vicino alla barca (forse zona
in ombra) una sarda.
Il tonno passa e la ingoia, fa il giro esternamente e
si ripresenta nella stessa posizione, e nel ripassare ritrova
un'altra sarda appena lanciata e così di seguito.
Agli occhi del tonno c'è qualche amico che gli vuole
bene, ad ogni giro ritrova una nuova sarda fresca fresca,
un gioco da circo a cui il tonno si abitua, prende confidenza,
quasi gli gusta, e magari pensa : guarda quei fessi che
manco si sono accorti della mia presenza e ad ogni passaggio
gli ciulo la sarda.
Il tonno è appena passato, fa qualche metro e risente
il rumore della sarda che cade sul pelo dell'acqua, si rigira
compiendo un semicerchio ed ecco di nuovo quel boccone gustoso
che scende e che ingoia. Arriva il momento che all'interno
del team Rondine si prepara l'innesco con una sarda, è
ormai ora, viene lanciata così quella con l'amo.
Il tonno ha preso un po' di velocità, anche perché
fermo non ci sta, probabilmente si accorge che qualcosa
non è proprio perfetto, ma che diamine, dirà,
- le ho appena mangiate e sono risultate di ottima qualità,
cosa avrà questa sarda che non va? Ecco che entra
in gioco il fattore denominatore comune.
Il problema è però che spesso i primi a tranquillizzarsi
devono essere i pescatori
Non è buono quindi cambiare sistema in tempi brevi
anche se, nell'immediato, quello che si sta facendo sembra
non funzionare. Se stiamo cercando di far passare il tonno
sotto la barca è bene insistere per un po', se invece
stiamo lanciando delle sarde sui palloncini vale la pena
insistere diverso tempo e, solo dopo questo periodo di "addomesticamento",
provare a rilasciare la lenza qualche metro cosicché,
quella con l'amo, si confonda con quelle lanciate e mangiate
fino a poco tempo prima dal tonno.
Avrei altri esempi di pescate
non ultimo il discorso
di cambiare tipologia di pasturazione e punto di caduta
delle sarde, una cosa che non fa il pasturatore meccanico.
Continua
»»
|