LA RICCIOLA DEL MAR EGEO
Sono alcuni anni che la Grecia è meta delle vacanze
per me e mia moglie Anna e i miei due figli Andrea
e Marco abbiamo trovato un buon campeggio immerso
nel verde e in riva al mare nella regione dell'Argolite
sul Peloponneso.
La nostra casa è un'autocaravan e per praticare
l'attività che bramiamo tutto l'anno, un gommone
Zodiac Cherochee 440 con motorizzazione Honda 40 hp e motore
ausiliario Jonson 3,5 hp (ottimo per tenere la giusta andatura
di pesca a traina con pesce vivo).
Ogni anno in una ventina di giorni intensi di pesca riusciamo
ad allamare almeno sette - otto ricciole. La scorsa estate
2005 era il 16 agosto siamo usciti all'alba come al solito
e percorse una decina di miglia ci siamo accostati ad una
delle tante isole che costellano questo splendido mare.
E' un'isola piccola e deserta con a sud pareti a strapiombo
che spariscono nel blu profondo.
Abbiamo subito cominciato a filare la meciuda per catturare
qualche aguglia, per almeno un'ora abbiamo preso delle piccole
aguglie, talmente piccole da non avere il coraggio di infilzarle
con i nostri ami (pescante Gamakatzu 9.0). Finalmente un
bel tirone, qualche salto fuori dall'acqua e Marco porta
a bordo una bella aguglia sui quattro etti, prontamente
la districhiamo dalla meciuda e la poniamo nella vasca del
vivo, proseguiamo nella speranza di prenderne un'altra per
filare due canne. Ed ecco la seconda è sui due etti
ma va benissimo, anche questa va a tenere compagnia all'altra.
Spegniamo il motore e prepariamo le canne (una Penn Special
Senator 20-50lb con mulinello Okuma Titus Platinum 90 e
una shakespeare da 20 lb con mulinello mitchell Orca 75
tutti e due caricati con multifibra da 80 lb).
Il terminale, collaudato, che utilizziamo da tempo consiste
in un finale di lunghezza pari alla canna di monofilo in
fluorcarbon dello 0,50 con bimini finale, sul quale leghiamo
a seconda della grandezza dell'esca tre ami di cui: il pescante
costituito da un Gamakatzu con misure variabili dal 6/0
al 9/0 con nodo whip-finish, che penetrerà nell'ano
dell'esca, un Owner 5/0 montato scorrevole che sarà
passato sotto pelle per non ledere organi vitali e un amo
trainante Owner 1/0 anch'esso scorrevole infilato nella
parte molle del becco che sarà a sua volta chiuso
da un'o-ring di gomma.
Preparate le montature che rigorosamente costruiamo di volta
in volta per avere sempre nylon nuovo, incomincia l'operazione
di innesco. Sono tutte due molto vispe e con poca voglia
di essere infilzate, con un panno umido mio figlio Andrea
afferra la più grande, la tiene ferma, velocemente
eseguo l'innesco e la metto fuori bordo, nuota benissimo
in modo naturale, innesco la seconda e via in acqua.
Mettiamo in moto il motore ausiliario e cominciamo a distendere
l'esca che verrà fermata alla pinza della boccia
del downrigger da 5 kg, filo in acqua il finale con almeno
quaranta metri di multifibra lo fissiamo alla pinza e affondo
per 40 ft, è la volta della seconda canna distendo
il finale con almeno venticinque metri di multifibra e fisso
la lenza ad uno stonfo volante che attacco al trave del
downrigger e affondo per altri 50 ft, cosicché la
boccia teoricamente viaggia alla profondità di circa
90 ft in realtà alla velocità di 1,2 nodi
perdiamo circa 10 ft. Il fondale che indica l'ecoscandaglio
è di circa 180 ft e quindi stiamo presentando le
nostre esche praticamente a mezz'acqua. Ci diamo una traiettoria
ed incomincia l'attesa, il caldo comincia a farsi sentire,
sono solo le 9,30 del mattino e non c'è un filo d'aria
si prospetta una giornata rovente. Il mare è piatto,
si vedono in lontananza cinque delfini che compiono evoluzioni
fuor d'acqua.
A un certo punto vediamo un'imbarcazione che ci sta venendo
incontro in senso opposto a velocità sostenuta e
sembra che non ci stia vedendo, è in rotta di collisione
comincio ad imprecare perché devo virare e anche
abbastanza stretto, evitiamo la collisione e gli facciamo
degli eloquenti segni di disappunto. Decido di riprendere
la rotta e mi accorgo di essere entrato tra due boe di un
probabile palamito e mentre dico ai miei figli speriamo
di non incocciare il palamito, la canna che pesca più
in profondità ha un sussulto e poi si raddrizza,
il tutto fa pensare che abbiamo incocciato e quindi si sia
sganciata la pinza
un attimo e si piega ancora
allora Andrea l'afferra e nonostante si pensi ad
aver agganciato il trave del palamito dà una generosa
ferrata
.immediatamente gli partono almeno quaranta
metri di filo e ci rendiamo conto che è un bel pesce.
Appena rallenta la fuga Marco gli regola la cintura
da combattimento e aggancia i moschettoni al mulinello,
io recupero la seconda canna e libero l'aguglia, intanto
Marco recupera il downrigger. Ora lo spazio è tutto
di Andrea e di quello che vuole fare il pesce. A vedere
il filo che porta via con una frizione tarata a 18 lb mi
viene il pensiero per lo 0,50 del terminale anche se doppiato
con bimini, comincio a pensare dove sarà allamato
insomma
mi passano davanti mille pensieri.
Intanto Andrea comincia ad essere stanco sono venti minuti
che combatte e il gommone si è spostato parecchio
dal punto in cui abbiamo ferrato la ricciola
.ci
sta portando a spasso!! Mio figlio mi chiede di continuare
perché non ce la fa più e ha paura di perdere
la cattura. Il momento è rischioso perché
potrebbe essere proprio il passaggio di canna a farci perdere
il pesce.
Aggancio una mia bretella al mulinello e sganciamo le sue,
ancora una pompata e in un tempo morto mi prendo la canna
e ricomincio io a pompare. Si stanno avvicinando alcune
imbarcazioni di curiosi alle quali chiediamo di non avvicinarsi
troppo. Dopo altri venti minuti comincio ad avvertire che
il pesce è stremato non da più le musate di
prima e si lascia recuperare per parecchi metri prima di
riprendersene quasi altrettanti
sta mollando!
Mia moglie vede un bagliore in profondità,
si è girata per un attimo di fianco
è
grossa!! urla.
Ancora cinque minuti ed è sotto il gommone, è
veramente grossa, viene su ruotando a bocca aperta gli escono
numerose bolle d'aria dalla stessa. E' a galla, Andrea gli
pianta il raffio nell'addome, ma Marco e Andrea non ce la
fanno a issarla a bordo allora passo la canna a mia moglie
e in tre riusciamo a farla scivolare sul tubolare e metterla
a paiolo.
L'euforia è alle stelle abbiamo gli applausi di
chi ha assistito. Cominciamo a rimirarla e a valutarla sarà
quaranta chili sarà
Al peso del campeggio risulterà di 33 chili. Ha
inghiottito tutti i tre ami e li troveremo allamati nello
stomaco. Il bilancio delle vacanze 2005 si concluderà
con dieci ricciole di cui una da 17 kg, una da 33 kg e le
altre con peso variabile da 8 a 10 kg oltre una cernia da
7,5 kg.
Tutte catturate con l'aguglia viva.
E' solo febbraio ma stiamo già studiando la carta
nautica per decidere posti nuovi da esplorare in quel mare
da sogno della Grecia.
Gianni Maffiotto
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