Mario il "Cinese"
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Ponenete Ligure
Fra tutti gli amici pescatori che leggeranno queste righe,
quelli che frequentano le acque del ponente ligure sicuramente
conoscono di fama e molti anche di persona Mario,
detto il "Cinese". Chi lo conosce sa con quanta
maestria e con quanta determinazione passa le giornate in
mare, in cerca del pesce per eccellenza; la ricciola.
Un pomeriggio di quest'estate ci venne a trovare in barca,
annunciandosi con le sue superlative imitazioni del canto
di uccelli tropicali e non impiegò molto con la sua
solita signorilità e piacevole ironia a convincere
me e mio figlio Ruggero a seguirlo in barca con lui
per una battuta i pesca alla ricciola.
L'appuntamento era per le sette del mattino successivo e
Ruggero nonostante la fatica della levataccia si comportò
da buon pescatore e alle sette meno dieci eravamo davanti
alla barca del "Cinese" che pensate un po' si
chiama "Ricciola".
Il primo problema da risolvere era quello di reperire l'esca,
in quanto il giorno prima il mare non aveva permesso un'uscita
a calamari, per cui appena usciti dal porto iniziamo a trainare
in cerca di aguglie. Dopo circa un'ora di aspettative frustrate,
abbandonammo le speranze e facemmo rotta verso Taggia, per
cercare di catturare almeno alcuni soralli.
In pochi minuti mettemmo a dimora nella vasca del vivo tre
soralli, di cui uno vicino al chilo che reputai da parte
mia enorme, chiesi quindi a Mario se non sarebbe stato troppo
grosso da usare come esca; con la sua solita flemmatica
ironia non pose troppo accento sulla mia ingenuità.
Raggiunta finalmente la secca di S.Stefano e montata canna
e affondatore fu turno del sorallone che venne calato in
mare da Mario con un "
vai bello, cerca, cerca
" eravamo finalmente in pesca.
Dopo circa un'ora di girovagare ecco che altissimo il gracchiare
del mulinello ci fece contrarre lo stomaco e balzare il
cuore in gola, aveva abboccato! Mario dopo aver sfilato
la canna me la mise in mano dicendomi "goditela un
po'" io afferrai con gioia la canna ma dopo poco dissi:
"Mario, secondo me è un dentice, viene su senza
tirare
" come risposta sentii "non è
un dentice" ribattei immediatamente che allora era
piccola che mi stava quasi mettendo in bando il filo, ma
non ebbi modo di finire la frase, Lei decise di partire
e allora mi accorsi che non era piccola.
Dopo circa un quarto d'ora di combattimento mi dovetti
dichiarare stanco per poter passare la canna a Mario che
altrimenti non avrebbe più preso la canna e così
si godette il suo pesce ancora a lungo. Finalmente la portammo
sotto la barca e
amici pescatori udite udite, Mario
si vanta di non aver mai raffiato un pesce in vita sua,
perché sostiene che deve avere ancora una possibilità
e soprattutto un pesce così fiero e combattivo, non
può e non deve essere disonorato e rovinato da un
colpo di raffio.
Docilmente l'ha portata vicino alla murata della barca
e con il mio aiuto l'abbiamo issata in barca a mano. In
banchina il dinamometro segnerà 17 Kg abbondanti.
Ruggero espresse l'idea di rilasciarla, anche lui affascinato
dalla bellezza del pesce, tutti ci pensammo seriamente,
ma era la prima della stagione e purtroppo sarebbe stata
preda dei cianciolari la notte successiva. Infine al ritorno
con l'ultimo sorallo rimasto Ruggero prendeva ancora un
bel barracuda di 3,5 Kg
è stata una grande
giornata! Grazie Mario.
Fiorenzo
Ruggero
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