La Mattanza - (il seguito)
Alessio fra le altre cose ha il compito di incidere con un pugnale
tutti i tonni issati a bordo. Alla fine della mattanza le incisioni
saranno ben oltre cento!!!!!
Dopo oltre unora anche gli ultimi tonni vengono issati
a bordo e dopo aver issato lultimo un tonnarotto anziano
richiama lattenzione di tutti e recita una preghiera di
ringraziamento cosi come si fa da oltre tre secoli.
I tonnarotti sono tutti stanchi, distrutti, ma felici per la
buona riuscita della giornata di pesca.
Alessio mi dice: ho la gola che mi brucia.
In un primo momento non capisco gli offro dellacqua fresca
che ho nella mia borraccia pensando che abbia sete. Ma lui mi
ringrazia e mi spiega che ha bruciore non per la sete ma per il
forte odore di sangue che ha respirato e spesso ingoiato, fra
i mille schizzi creati dalle incisioni che faceva in continuazione
e dai tonni che si muovevano ancora sul vascello. Anche lui pur
essendo stanchissimo e soddisfatto per la buona riuscita della
mattanza.
Una voce alle mie spalle dice: è stata una mattanza come
ai vecchi tempi!!!
Anchio pur non avendo assistito alle vecchie mattanze ho
avuto questa impressione. Dopo qualche settimana verrò
a sapere che è stata la mattanza più importante
di tutta la stagione.
Si rientra allo stabilimento dove i tonni verranno scaricati
e preparati per la spedizione in Giappone.
Gli viene tagliata la testa vengono eviscerati poi tenuti per
un certo tempo in acqua a bassa temperatura, poi verranno avvolti
in un telo sigillante termico e caricati in appositi contenitori
per la spedizione. Quali sono questi contenitori nei quali affrontano
il viaggio aereo per il Giappone?
Scatole di cartone, si proprio semplici scatole di cartone
a base rinforzata. Il cartone è unottimo isolante
termico. Se non avessi visto con i miei occhi non avrei mai immaginato
che venivano messi in semplici scatole di cartone per la spedizione
aerea.
Inoltre una piccola parte viene venduta fresca nei mercati locali.
Unaltra parte viene lavorata e inscatolata da uno stabilimento
locale col marchio Tonno di Carloforte.
Viene lavorato ed inscatolato seguendo le vecchie tradizioni.
Vengono inscatolate separatamente anche le diverse parti del
tonno: tarantello, ventresca, bottarga, musciame.
So benissimo che qualcuno può essere contrario a veder
morire questi stupendi pesci in questo modo, anche per me non
è stato assolutamente piacevole veder morire questi stupendi
esemplari, ma dobbiamo anche essere realistici, questa è
una pesca tradizionale che viene eseguita nello stesso modo da
quasi quattro secoli, è una pesca mirata al tonno (possono
essere pescate, casualmente, anche ricciole, aguglie imperiali
e pesci spada sempre di una certa dimensione).
E un sistema di pesca fisso a bassissimo
impatto ambientale col fondale circostante. Inoltre il prelievo
di tonni per anno, se paragonato a quello delle tante tonnare
volanti che circondano le nostre coste, è minimo.
Il rais e i tonnarotti amano profondamente il mare e lo sanno
rispettare più di quanto si possa immaginare.
Esiste da anni una collaborazione scientifica con Università
e biologi marini di diverse parti del mondo.
Unultima considerazione ma non ultima per importanza:
questa attività di pesca da lavoro a decine di giovani
della zona, cosa questa da non sottovalutare.
Inoltre a mio parere, come già detto, è un sistema
di pesca tradizionale che va salvaguardato e fatto conoscere.
E un sistema di pesca che in questi ultimi quattro secoli
ha visto lavorare tantissime maestranze del luogo creando una
vera e propria cultura tipica locale della pesca al
tonno.
Un ringraziamento va:
- Alla direzione della tonnara
- Al Rais Luigi Biggio
- Ad Alessio e a tutti i tonnarotti
(La
galleria fotografica)
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