Mahhh!! Forse le sappiamo tutti, e vogliamo tacere su quanto
già siamo a conoscenza; inutile però chiudersi gli
occhi. L'abbondanza di catture e dimensioni generose di diversi
anni fa, ma poi non tanti, sono ancora nel ricordo di tanti. Dalle
parti di Pesaro e Cattolica girava a fine anni ottanta, inizio
novanta anche il tonno sfregiato, così soprannominato dai
pescatori locali dopo alcuni incontri con quel pesce. Era un tonno
che presentava sul dorso una cicatrice provocata da qualche elica
o scafo o chissà cosa, ma non era quello a farlo distinguere
dagli altri, bensì la sua mole di cui siamo venuti a conoscenza
solo dopo che è rimasto dentro la rete di una volante a
Pescara nel 1992 circa. La sua presenza sotto la barca in pesca,
appariva il doppio di tutti gli altri e, siccome gli altri tonni
erano del leggero peso di oltre 250-300 Kg, si guardano bene di
fargli mangiare l'esca, conoscendo come tiravano gli altri più
"piccoli" e con la rudimentale attrezzatura del tempo,
era plausibile non fosse gradita la sua allamata. Ma era comunque
uno spettacolo vederlo aggirarsi sotto la barca a pochi metri
dalla superficie. Lo "sfregiato", una volta pescato
più a sud, risultò di poco oltre i 600 Kg, per la
precisione da quanto riferito, l'ago si fermò sui 618 Kg.
Niente male, chissà quanti ce n'erano di queste dimensioni
un tempo.
Il termoclino
Vogliamo pensare, nonostante le cause a tutti note, che il drastico
calo del tonno nella stagione 2003, sia imputabile a condizioni
meteo climatiche del tutto eccezionali, ripetibili solo nell'arco
di diverso tempo, quindi anche ad una variabile che per la sua
parola non implica di fatto un persistere dell'evento.
Per diversi mesi, molta insolazione, assenza di piogge ed apporti
d'acqua dai fiumi, poco rimescolamento dell'acqua o dei suoi strati,
hanno fatto si che le poco profonde acque dell'alto adriatico
si riscaldassero eccessivamente, e mentre un po' più a
sud con fondali di 50-60 metri, il termoclino si stabilizzava
intorno ai 20-25 metri, in alto Adriatico questa misura coincideva
quasi con la zona prossima al fondale, spesso torbida per le mucillagini
che vi si depositano ed altri materiali in sospensione.
Se il tonno spesso lo si vede saltare in superficie, non vuol
dire che questa zona sia il suo abituale strato di nuoto, magari
è li perché sta mangiando o meglio cacciando il
vivo, la maggior parte delle allamate avviene infatti intorno
la zona del termoclino, zona di passaggio fra due strati d'acqua
a differente temperatura, e sotto il quale preferisce spostarsi,
perché l'acqua è più fredda e ricca in ossigeno.
( segue )
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