Tonnare in Adriatico !?
Prendi
1 paghi 3
Non mangiamo il tonno fresco
Da fine Aprile a Maggio, un mese solo all'anno in cui consigliamo
vivamente di non mangiare il tonno fresco che ci presentano
sul banco delle pescherie.
Il grande potere che ha il consumatore ! Chiediamo
inoltre che le grandi catene di Supermercati non lo ritirino
per la vendita al dettaglio.
E invece cosa succede? Che in Puglia il tonno sottomisura
si trova in pescheria in barba a tutti quanti !!
Non ce l'abbiamo con la tradizione delle tonnare fisse
della Sardegna o della SIcilia, ma con quelle mobili che
in questo periodo si spostano in Alto Adriatico (foce del
Fiume Po ma non solo), per fare strage di questo pesce durante
il suo periodo riproduttivo con le reti a circuizione capaci
di chiudere ampi tratti di mare su fondali di neanche 30
metri (spesso vengono anche calate su fondali anche più
bassi nell'affonnosa rincorsa ai banchi di tonno rosso).
Tonni sottratti al mare senza consentirgli di effettuare
la riproduzione, pescati in grandi quantità nel momento
della deposizione e fecondazione delle uova, con un danno
ambientale enorme nonché economico visto il prezzo
irrisorio al kilo di realizzo.
Beffa Ambientale
Dove esiste un danno ambientale solitamente devono essere
prese delle misure di mitigazione o compensazione, é
una prassi sul territorio di tanti Paesi, Italia compresa,
ma nel mare? Oppure le cose devono ancora andare avanti
secondo il principio del mare RES NULLIUS, ove tutto può
impunemente accadere?
Il mare inteso come terra di nessuno, vide ex originibus
del commercio la pirateria, che ad esso si accompagnò
sempre, ora solo in casi sporadici nei mari asiatici.
Di imprese ne nascono e ne muoiono a migliaia ogni anno
in italia, e con il tonno rosso, vista la riduzione negli
ultimi anni del peso dei pesci catturati, é molto
probabile che anche queste imprese (tonnare mobili) spariscano,
normale per un'impresa quando non fa più profitto,
lasciando dietro di loro un vuoto incolmabile.
Ma se non é possibile una compensazione ambientale
allora é il caso di intervenire con misure adeguate;
ecco quindi qualche consiglio per gli uomini di buona volontà.
Ai Consumatori
Chiediamo di lasciare il tonno fresco sui banconi delle
pescherie o dei supermercati, non penso sia un problema
non mangiare tonno per un mese, in un periodo in cui seppie
e piselli fanno onore e da padrone sulle tavole degli italiani.
Ai Giornalisti
Chiediamo di dare un'informazione completa ai propri lettori
perché non basta dire come é successo nel
2005 : eccezionali pescate di tonni in Alto Adriatico come
da anni che non se ne vedevano. L'impressione che si fa
il cittadino comune é che nel mare ci sia una risorsa
infinita, quando sappiamo bene che non lo é in particolare
se la si distrugge nel momento della riproduzione. Vent'anni
fa i tonni presi in Alto Adriatico con l'uso delle boe galleggianti
erano di 300 Kg. ora le dimensioni si aggirano dai 30 ai
60 kg con pochi esemplari che superano i 100 kg.
Ai Politicanti
Chiediamo di cambiare alcune regole a misura di compensazione
ambientale. Quale? Basterebbe, ai fini del conteggio delle
quote di pescato far valere 3 volte tanto il peso dei tonni
prelevati in questo periodo.
100 q.li pescati = 300 q.li in meno dal totale della quota
di prelievo che ciascuna impresa ha a disposizione.
Alla Guardia Costiera
Chiediamo di operare come ha già operato nel 2005,
intensificando l'opera di controllo in mare sul pescato
e sulle misure minime di legge.
Ai Pescatori Sportivi
Chiediamo di andare a seppie o a sgombri, tanto lo sanno
meglio di qualunque altro che il tonno rosso quando va in
"frega" non mangia sulle esche naturali come su
quelle artificiali.
a Maggio
non
mangiamolo fresco !
|