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Capo Miseno



Itinerari di Pesca

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Salvatore Mele


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Itinerari di pesca: Capo Miseno

 

Pesca a Bolentino


Usciamo dal porto di Miseno, appena fuori la Madonnina che lo protegge, ci troveremo sulla destra e sulla sinistra due aree di allevamento di molluschi. Intorno all'area di destra, nel lato sottocosta avremo un fondale tra i 15 e 20 metri, ottimo per insidiare di notte saraghi e mormore (con cozze, paguri e vermi).


Andando invece verso gli ultimi filari sulla sinistra, di fronte il paesino di Bacoli, avremo un fondale tra i 40 e 50 metri ottimo per catturare prevalentemente orate di taglia media (con cozze e paguri).

Intorno a questi filari, in particolare quando l'acqua è molto fredda (feb.-mar-apr.) e con scirocchetto montante le orate si raggruppano a ridosso dei massi di ancoraggio delle boe dell'allevamento.

Qui una volta individuati i pesci le catture saranno multiple e di buona taglia. Ricordiamoci che l'orata è un pesce molto sospettoso e avendo placche ossee sotto il palato è difficile da allamare.

 

La tecnica più usata è la lenza a mano con piombo a perdere; cosi formata: madre lenza dello 0.35, girella e terminale dello 0.23 in fluocarbon di 5/6 metri con ami in acciaio del numero 3 o 4. Innescheremo la parte morbida del paguro e apriremo una cozza lasciando il frutto da un solo lato. Ancoreremo il nostro amo innescato alle labbra della cozza e nell'altra valva vuota vi stringeremo una graffetta di piombo (che potremo ottenere tagliando un vecchio tubo idraulico di piombo in strisce utili a questo uso). Quando la nostra cozza si poserà sul fondo, si presenterà all'orata senza il tiro del piombo e lei sarà meno sospettosa ad ingoiarla.


Per chi preferisce l'uso della canna e mulinello consiglio in bobina multifibre dello 0.18 più uno spezzone di lenza in nylon dello 0.25 di 5/6 metri, poi un piombo scorrevole di 20 o 25 gr con una piccola girella nera dalla quale partirà un terminale dello 0.23 in fluocarbon di 60/80 cm. Inneschiamo un paguro intero trafiggendo la parte morbida ed appena un poco la corazza (così rimarrà vivo)e caliamo. Il piombo dovrà adagiarsi sul fondo, immobile, senza ricevere strattoni.

L'orata si avvicinerà all'esca fluttuante, mantenendosi ferma a pochi millimetri come un elicottero sospeso a mezz'aria sul suo obiettivo; prima assaggerà, poi espellerà l'esca e solo se convinta ritornerà ad ingoiarla. Se urterà la nostra lenza o sentirà una minima trazione o il piombo nel frattempo rotolerà sul fondo……..state certi che non tornerà più!

Noi d'altronde conoscendo questo suo comportamento al primo assaggio dell'esca, quando sentiremo una impercettibile trazione (davvero impercettibile; quelle grosse a volte non fanno sentire nulla) ferreremo istantaneamente. L'orata sarà allamata sulle labbra carnose e difficilmente si slamerà, deliziandoci con continue impuntate verso il fondo impegnando la nostra attrezzatura e noi stessi fino all'atto finale affidato al guadino.


Attenzione! Fondamentale quando si pesca con la canna è controbilanciare i movimenti della barca per non trasmettere strattoni, attraverso la lenza, al nostro piombo sul fondo. Per riuscire bene in questo, quando miro alle orate pesco sempre in piedi! Ecco a seguire alcuni luoghi dove con queste tecniche avremo discreti risultati (tutte le distanze saranno intese dal porto di Miseno).


A circa 1.5 miglia dal porto sulla batimetria dei 40 mt. che corre parallela alla costa tra Pozzuoli e Bagnoli potremo insidiare fragolini di media taglia e andando più verso terra, sui 30 mt., incontreremo qualche sarago e più sollevati dal fondo mafroni (fragolini bastardi).

Sempre fragolini sul banco di Nitida, a 3 miglia verso est, e sulle scadute di S-SW qualche occhione (pezzogna) di taglia medio piccola.

A 4.8 miglia con direzione E-SE, sulle scadute della secca del Pampano sempre fragolini, qualche gallinella (coccio) di buona taglia e gradita sorpresa con qualche dentice praio intorno al kilogrammo in pieno inverno. Qui useremo il filetto di sarda rivoltato o addirittura la sarda intera.

A 2 miglia con direzione sud avremo il banco di Miseno. La cigliata di levante, tra i 40 e i 42 mt., buona per insidiare saraghi e scorfani (di buona taglia). Invece la scaduta di ponente, tra i 36 e i 40 mt., ci potrà regalare anche qualche bella orata. Buono il cappello della secca per incontrare i calamari di notte; sempre che la secca non sia stata battuta in precedenza dalle "cianciole" con le luci.

A 3 miglia incontreremo la secca di Penta Palummo con cappelli di 42 e 44 mt. Buone per fragolini di taglia le scadute a sud tra i 47 e i 55/60 mt. e per qualche orata, che sarà sempre di taglia (tra i 2 e 4 kg.). Ottimo il cappello di ponente, tra i 40/42 mt., per insidiare i calamari di notte. A 0.5 miglia da Penta Palummo con direzione sud incontreremo una risalita (dai 60/62 ai 55 mt.) con fondo roccioso contornato da fango: la "secca di fuori". Buona per fragolini di taglia e per calamari di notte.

 

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Capo Miseno

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Traina con il vivo

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10 Dicembre - 2004 (Powered by Net Tuna)