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Salvatore Mele


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Itinerari di pesca: Capo Miseno

 

Traina con esca viva


Ritorniamo al punto di partenza; quando abbiamo appena lasciato la Madonnina del porto di Miseno. Questa volta vogliamo insidiare la ricciola con l'esca viva.

 

Avremo varie possibilità:
1) calamaro - possiamo fare un primo tentativo, prima dell'alba, sulle scadute tra i 25 e i 40 mt. che si trovano nel passaggio tra le due aree dell'allevamento di molluschi; appena vedremo il faro di capo Miseno saremo sul posto giusto. Oppure, sempre sui 25 fino ai 40 mt., fuori dalla boa gialla che segnala l'inizio dell'allevamento per chi viene da sud verso capo Miseno. Se però vogliamo andare più sul sicuro andremo sul cappello del banco di Miseno o su quello di ponente della secca di Penta Palummo.
2) aguglia, occhiata - trainando matassine, minnow o piccoli cucchiaini appena affondati, lambendo le boe dell'allevamento o il promontorio di capo Miseno.
Se tutti questi tentativi non andassero a buon fine (nella pesca non vi è mai certezza!), non demoralizziamoci, avremo un'altra possibilità:
3) con i sabikj (terminali giapponesi con piume e perline).
Procedendo da capo Miseno verso il canale di Procida con sguardo fisso al nostro ecoscandaglio, appena vedremo un segnale fitto a mezz'acqua, caleremo i nostri sabikj muovendoli ritmicamente. Vedrete che verrà su qualche bel sugarello, leccia stella, o sgombro anche qualche bel sardone (la ricciola ne va ghiotta!).


Ottenuta l'esca avremo varie possibilità:
Penta Palummo dove traineremo a mezz'acqua, tra i 30 e i 35 mt.. Attenzione alla presenza di una rete incagliata sulla cigliata di ponente causa di incagli e perdite delle nostre esche che con tanta fatica ci siamo procurati. Buona è anche la secca di fuori, più precisamente descritta prima, con fondali rocciosi di 55 mt. circondati da fango.
Il banco di Miseno è produttivo sulle cigliate di S-SE; sempre se non è stata battuta dalle "cianciole" con le luci la notte precedente.

Devo ammettere però, che su Penta Palummo ho catturato le mie più grandi ricciole; la più grande sfiorava i 40 kg.! Una volta allamato il pesce su questa secca, al 90% sarà sopra i 30 kg. Quindi prima cosa da fare mentre daremo un colpo di acceleratore (per non far guadagnare il fondo al pesce e per avere una buona penetrazione dell'amo) ci dirigeremo subito fuori secca sempre verso levante o sud mai verso ponente. Ricordiamoci della rete!
A causa di questo ostacolo mi è capitato di perdere un bellissimo pesce dopo un combattimento di 40 minuti!

 

Drifting al tonno rosso

Con alici e sarde potremo insidiare palamite e sgombri sia sulle cigliate di SW del banco di Miseno, sia sulla batimetria dei 35 e 50 mt. fuori il porto di Pozzuoli.

A 6 miglia da capo Miseno, con direzione per 135° ci recheremo invece a insidiare i tonni rossi a drifting.

Qui c'è una zona di circa 2 miglia che cammina parallela alla congiungente tra Penta Palummo e la secca del Pampano ad una distanza di circa 1.5 miglia; con fondali di 170 mt. verso Penta Palummo e 200 mt. verso il Pampano.

Giunti in zona, da luglio ad ottobre (ma questo dato varia di anno in anno), incontreremo il passaggio di tonni, che entrano al seguito di branchi di pesce azzurro, tra i 35/40 kg fino ai 70/75 kg.

Difficile prendere pesci più grossi in questa zona. Quando ci sarà passaggio intenso di tonni, si vedranno molte imbarcazioni di professionisti, dediti alla pesca con i palamiti ai merluzzi calati un poco più a sud; che nell'attesa pescano anche a tonni.

 

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10 Dicembre - 2004 (Powered by Net Tuna)