Traina con esche artificiali - (sottocosta)
Nel periodo migliore, tra settembre e novembre, si potranno catturare
:lampughe, palamite, occhiate, sgombri e lecce stella.
Le zone che batteremo saranno comprese tra la secca di Mellena
(42 mt) al banco di Miseno e tra questo e la secca di
Penta Palummo.
Ci saranno giorni veramente magici dove vedremo mangianze a macchia
di leopardo e le allamate saranno numerose con divertimento assicurato.
Ma si sa la pesca riserva sempre sorprese ed il giorno seguente
in quegli stessi luoghi ci sarà il deserto più assoluto.
Ciò dipenderà dal movimento del "novellame"
che a volte si trova più fuori sulla batimetria dei 100-120
mt che va da 0.5 miglia a sud del banco di Miseno fino a 1 miglio
a sud di Penta Palummo.
In questi giorni più fiacchi potremo provare su questi
fondali. Come alternativa c'è anche la piattaforma del
vivaio al centro del golfo di Pozzuoli o le scadute delle secche
tra porto Paone e punta del cavallo a Nitida, tra i 40 e i 70
mt. Ottimo per le palamite anche in inverno inoltrato.
Per le spigole le secche di Nisida fino ai 16 mt
sono buone come è buona la fascia costiera tra via Napoli
e Bagnoli. Attenzione però ai vari ostacoli sommersi.
A metà strada tra la Pietra ed il porto di Pozzuoli c'è
un pianoro di rocce che va dai 2 ai 7 mt. Ottimo per cercare la
spigola!
Buono anche il lato sinistro del pontile grande dell'Italsider
tra i 4 fino ai 19 mt. Il lato destro del pontile è pieno
di cavi sommersi ed ostacoli; meglio evitarlo.
Poi tutta la fascia costiera tra punta di Cannito (Bacoli), punta
del Poggio (Bacoli) e punta Pennata (Miseno) con le sue ripide
scadute, fino al promontorio di capo Miseno è da provare.
Chiaro è che per le spigole bisogna provare molti artificiali
(sia in colori che in forme diverse); provare nei momenti di marea
montante e subito dopo; nelle varie fasi lunari; e trainare anche
fino a 4,5/5 nodi. Una volta trovate le spigole, l'ora in cui
mangiano e l'artificiale giusto in quella zona
. allora
vivremo di rendita per qualche giorno con catture multiple.
Bolentino di profondità
Vorrei riservare delle considerazioni a parte per questa tecnica
e le sue prede per eccellenza gli occhioni (pezzogne) che
vivono fino agli 800mt. di profondità su fondali misti:
roccia/fango e sabbia/detriti.
Diciamo che fino a 300-350 mt. di profondità siamo di
fronte ad una pesca "umana", oltre diventa veramente
abissale e necessita di dedizione continua, equipaggio esperto,
attrezzatura da pesca ed elettronica di altissimo livello. Gli
occhioni si aggregano in branco a macchia di leopardo su scadute
dolci e non a strapiombo sui fondali sopra descritti. In primavera
inoltrata (e solo in questo periodo) con la deposizione delle
uova possiamo trovare anche esemplari medio grandi su fondali
dai 110 ai 130 mt.
Per quanto riguarda i posti c'è da dire che questi ricercatissimi
pesci rimangono prettamente stanziali; quindi soggetti ad essere
sterminati una volta individuati.
Perciò chi si dedica a questa pesca fa un lavoro di continua
ricerca di "poste" nuove.
Una volta trovati i pesci un solo equipaggio può in poche
uscite "prosciugarli". Per questo motivo segnalare dei
posti precisi dove pescarli non servirebbe a nulla! Possiamo però
analizzare come cercarli.
Prima di tutto, cercheremo, con l'aiuto di una buona carta nautica
salti di fondali sempre dolci e non a strapiombo su cigliate di
secche, speroni di batimetriche e canaloni o fosse tra due scadute.
In secondo luogo avendo marcato i posti scelti li andremo a verificare
con uscite di prova
una volta capito con l'aiuto indispensabile
del nostro ecoscandaglio se sui nostri punti ci sono formazioni
rocciose o detritiche, il gioco è fatto.
Teniamo presente che vecchi pescatori usavano affondare detriti
ferrosi e vecchie carcasse (frigoriferi, lavatrici, ecc.) in distese
di fango. Creavano così delle oasi dove si innescava una
catena alimentare a partire dai microrganismi che il ferro produceva.
Queste oasi che loro chiamavano "poste", inventate
dal niente, erano custodite gelosamente perché gli avrebbero
assicurato il pane quotidiano per un lungo periodo!
Conclusioni
Spero che queste indicazioni regalino qualche bella cattura a
chi non ha molto tempo da dedicare al mare, per i molti impegni
che la vita ci impone, ma nello stesso tempo lo ama e lo rispetta.
In ogni caso ricordiamoci che oltre alle uscite in mare, uno
studio attento di una carta nautica in scala 1:25.000 o
1:30.000 nella tranquillità e nel comfort della nostra
casa potrà rivelarci molte cose (i famosi imperscrutabili
segreti !).
Chiaro che dovremo verificare; ma consiglio questo lavoro di
studio e osservazione: Come consiglio delle periodiche uscite
senza lo stress del risultato di pesca ad ogni costo, ma solo
per osservare i fondali con il nostro eco ed i suoi andamenti,
assaporando odori, trasparenza del mare e voli di uccelli.
Queste attività, che potrebbero sembrare improduttive
ed inutili, ci insegneranno molte cose.
Prima di tutto ad acuire i nostri sensi addormentati dal nostro
stile di vita e ritornare ad essere noi stessi predatori.
Come nella notte dei tempi quando i nostri sensi non ci tradivano
e ci permettevano di procurarci il cibo utile alla nostra sopravvivenza.
Ricordiamoci che quando andremo per mare dovremo abbandonare le
nostre abitudini ed essere pronti a stravolgerle.
Le maree con i suoi punti d'acqua; la luna con le sue fasi; le
correnti e di conseguenza i pesci che andremo ad insidiare non
seguono i nostri ritmi e le nostre abitudini! I pesci non mangiano
senza sosta, ma dovremo essere noi al posto giusto e nell'ora
giusta in cui si decidono a farlo. Vedremo così che i risultati
non tarderanno a venire e saranno continui e soddisfacenti.
La vita è dura per chi pretende un buono standard di catture!
Diceva Bernard Moitessier, indimenticato navigatore transoceanico
in solitario ed ottimo uomo dedito alla sopravvivenza in mare:
« sono cittadino del più
bel paese al mondo. Un paese dalle leggi dure ma semplici, che
non bara mai, immenso e senza frontiere, dove la vita scorre al
presente. In questo paese di vento, di luce e di pace, non c'è
alcun Grande Capo che il Mare »
Salvatore Mele
Sport
Fishing in Napoli
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