Relazione sul Convegno:
"RAREFAZIONE DEL TONNO ROSSO"
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Durante questi due millenni e mezzo abbiamo passato periodi di
piccole glaciazioni e periodi di surriscaldamenti con periodi
di siccità e di piovosità ben peggiori di quelli
del 2003, ma il tonno rosso non è mai mancato dai nostri
mari come invece è successo l'anno scorso.
Alla osservazione poi fatta al biologo sul perché l'unico
anno che in Adriatico non è stata esercitata la pesca professionale,
e cioè l'anno della guerra in kossovo, c'èrano tonni
in ogni dove con una quantità mai vista a memoria d'uomo,
mentre negli altri mari dove era stata esercitata la pesca professionale
la situazione era normale con la solita scarsità di pesci,
questi se ne è uscito con un'altra a dir poco strabiliante
teoria sostenendo che, non la mancanza di predazione della pesca
professionale, ma la mancanza di rumore prodotto dalle navi da
pesca possa essere stata la causa perché una più
nutrita schiera di tonni si sia avventurata nel mare Adriatico.
Rimango allibito ad una simile affermazione, anche perché
è pur vero che le navi da pesca non circolavano per quel
mare ma è però altrettanto vero che circolavano
un numero forse uguale di navi da guerra producendo una soglia
di rumore sicuramente superiore a quella prodotta dalle navi da
pesca, sempre ammesso che il rumore delle navi o pescherecci disturbi
i tonni, del che personalmente dubito fortemente, anzi sembra
che, seppure non dimostrato scientificamente, sia vero l'esatto
contrario.
Devo confessare che pur non volendo mettere in dubbio la professionalità
e le conoscenze del biologo, tuttavia le sue teorie e affermazioni
non mi hanno affatto convinto né tanto meno soddisfatto,
lascio comunque al lettore trarre le sue conclusioni.
Il clou viene toccato con l'intervento di Giampaolo Bonfiglio,
presidente Nazionale dell'AGCI, che esordisce facendo una panoramica
sulla importanza economica della risorsa tonno e dei relativi
investimenti fatti per lo sfruttamento di questa risorsa che negli
ultimi anni, quelli che hanno visto il progressivo calo della
presenza di tonno fino alla sua quasi scomparsa, sono aumentati
in modo esponenziale.
Fino a qui era a tutti arcinoto questo fatto tant'è che
molti di noi, applicando una logica di buon senso, ritengono che
sia proprio questa la causa che minaccia il tonno rosso nei nostri
mari e nei mari di tutto il mondo, e il quantitativo sempre crescente
di tonno rosso portato ai mercati, che per inciso l'anno scorso
è arrivato ad essere cinque volte superiore a quello di
cinque anni fa, è sicuramente la prova della fondatezza
di questa convinzione, a suffragio di questa nostra convinzione
vanno anche esempi come quelli della pesca del merluzzo, un tempo
abbondantissimo, nei mari del nord Europa, poi quasi scomparso
dopo pochi anni di esagerato prelievo.
Il Sig. Bonfiglio sostiene invece che l'aumento del prodotto posto
sul mercato non è derivazione diretta dell'aumento dello
sforzo di pesca, peraltro da lui dichiarato, ma bensì un
chiaro segnale che la presenza di tonni è altissima, quasi
esuberante, dichiarando apertamente che è perfettamente
inutile limitarne il prelievo dato che di tonni ce ne sono fin
troppi.
Bonfiglio continua poi asserendo che il prelievo di tonni della
pesca professionale, e aggiunge anche di quella sportiva accumunando
le due attività come fossero due attività analoghe,
è indeterminante, poi prosegue affermando che la pesca
sportiva non è affatto discriminata perché protetta
da una "lobby trasversale" (sue testuali parole) che
ne tutela gli interessi realizzando una (sempre sue testuali parole)
categoria di intoccabili piena di privilegi ?????? Boh !!!!
A questo punto comincio a riflettere seriamente se abbia capito
bene oppure stia perdendo, come disse il sommo poeta, "il
ben dell'intelletto", ma subito Bonfiglio incalza con un'altra
serie di fantasiose considerazioni sui dati rilevati dai vari
organismi di controllo del pescato sia ufficiali che di qualsiasi
altro livello o derivazione e, contestandoli in toto, conclude
che su questo argomento nessun dato è attendibile e che
in assenza di dati certi conviene andare avanti di questo passo
e poi si vedrà, omettendo ovviamente di dire che se mai
questi dati fossero anche errati lo sarebbero solo per difetto.
A questo punto qualcosa finalmente mi è chiaro, anche se
a onor del vero mi era chiaro anche prima, i signori rappresentati
da Bonfiglio vogliono continuare indisturbati a perseguire la
politica che hanno perseguito da sempre che per chiarezza riassumerò
brevemente ; attrezzarsi a spese della comunità che li
sostiene con enormi finanziamenti a fondo perduto e esenzioni
fiscali, svolgere poi l'attività di pesca pagando una inezia
il gasolio e beneficiando di ogni agevolazione possibile e immaginabile
ignari del significato della parola "tasse", depredare
senza rispetto di alcuna regola tutto ciò che con quella
attrezzatura è possibile depredare per fare in modo di
coprire nel più breve tempo possibile le poche spese sostenute
e lucrare abbondantemente per poi, quando queste risorse inevitabilmente
scarseggeranno, invocare lo stato di calamità, quindi chiedere
altri sostegni alla comunità sotto forma di aiuti economici
per la crisi e incentivi per la rottamazione di quelle attrezzature,
oppure, sempre a fondo perduto, per la riconversione ad altri
tipi di pesca come è ultimamente avvenuto per la pesca
del tonno.
Credo sinceramente che per ottenere tali risultati non basti una
"lobby trasversale", che i rappresentanti della pesca
professionale dicono che noi pescatori sportivi abbiamo, ma sia
bensì necessaria una lobby diretta, con il portafoglio
pieno che agisca tra l'altro su governanti ciechi e sordi che
ad arte si fanno influenzare da dati economici e biologici palesemente
falsi.
A questi poveri pescatori di professione che devono nutrire i
propri figli, devo però dire che pur conoscendone diverse
centinaia non ne conosco uno povero, non interessa cosa resterà
del mare dopo il loro passaggio, non interessa se le generazioni
future avranno un mare senza pesci, tutto ciò succede perché
per costoro il mare non è come per il contadino il proprio
campo, non è come per l'artigiano la sua bottega o per
l'industriale la sua fabbrica, ma è un campo di battaglia
dal quale prendere quanto più si può e nel più
breve tempo possibile prima che lo facciano gli altri, questo
è quello che vuole Bonfiglio.
(
Continua ) »»
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