Relazione sul Convegno:
"RAREFAZIONE DEL TONNO ROSSO"
(1)
Sabato 22/05/04 si è tenuto in Porto Tolle (RO) un convegno
sulla rarefazione del tonno rosso al quale hanno partecipato numerosi
relatori delle più svariate compagini del mondo della pesca,
sia professionale che sportiva, e anche altri relatori che andrò
più avanti a menzionare.
Nel seguito esprimerò quelle che sono le mie impressioni
e considerazioni in relazione agli argomenti e alle tematiche
trattate, evidenziando in particolar modo quelli che sono gli
aspetti negativi o contrastanti di queste relazioni, dato che
sono fermamente convinto che è sugli errori o perlomeno
su quelli che riteniamo tali che bisogna fare una critica costruttiva
per cercare di migliorare l'attuale drammatica situazione, mentre
per gli elogi, gli evviva e le reciproche congratulazioni non
avremo difficoltà a trovare i promotori.
Il convegno è quindi iniziato con l'intervento di Rossano
Guerra del Barricata Fishing Club che dopo una brillante presentazione
dei convenuti ha dato la parola a Silvano Finotti, sindaco di
Porto Tolle, che dopo un breve discorso, nel quale evidenzia l'interesse
della giunta comunale a queste tematiche, augura a tutti buon
lavoro, dopo di che la parola passa a Stefano Navarrini, direttore
della rivista "Pesca in Mare" e moderatore del convegno,
che con una articolata introduzione entra nel vivo del tema e,
evidenziando le varie problematiche, pone le basi per aprire la
discussione.
Il primo intervento è di Roberto Mazzocato che fa una ricostruzione
degli ultimi anni di storia della pesca, prende poi la parola
Antonio Di Natale del comitato scientifico I.C.R.A.M. che sta
portando avanti per il ministero uno studio pilota sulla pesca
sportiva e evidenzia la grande difficoltà che incontra
a reperire dati su questo argomento.
A questa affermazione rimango un po' perplesso perché a
quanto mi risulta da indagini conoscitive da me personalmente
fatte negli anni passati, i pescatori sportivi sono tutt'altro
che reticenti a fornire informazioni, anzi ho sempre riscontrato
il problema opposto e cioè che alcuni ne forniscono addirittura
fin troppe e spesso purtroppo artefatte e mendaci, soprattutto
con esagerazioni all'eccesso.
Scopriamo poi, nel proseguo della relazione, che il riferimento
era ad un rifiuto di fornire dati da parte della FIPSAS, organizzazione
che non avendo mai preso in considerazione il settore del Big
Game se non per l'aspetto agonistico, ben pochi dati poteva dare
anche qualora ne avesse avuta la volontà.
Credo che qualcuno dovrebbe informare il Sig. Di Natale che il
prospettino di catture datogli non so da chi, e da lui sbandierato
come un documento di estrema importanza, è ben poca cosa
rispetto ai registri delle catture, estremamente precisi e attendibili,
detenuti dai vari Club dell'Adriatico e credo non solo dell'Adriatico,
relativi agli ultimi dieci o in alcuni casi anche più anni,
a seconda dell'anzianità del club, e che, qualora questi
club volessero darglieli, naturalmente salvaguardando tutti i
diritti di privacy, sarebbero un documento importantissimo ed
esaustivo della situazione della pesca sportiva al tonno nel nostro
paese.
I dati da lui forniti e riguardanti le catture di tonno rosso
per ogni pescatore sportivo sono comunque, a mio avviso, sbagliati
e fantasiosi e probabilmente soffrono del problema che ho prima
evidenziato; non ho comunque riscontrato l'intenzionalità
preconcetta di dare simili dati ma probabilmente ciò può
derivare o dalla non attendibilità delle fonti di approvvigionamento
o anche da attribuzione di data sbagliata, nel senso che possono
essere stati attribuiti a periodi recenti, dati relativi invece
a periodi molto antecedenti.
La parola poi passa al biologo Corrado Piccinetti che dopo averci
intrattenuti con interessanti, anche se non nuove, delucidazioni
sulle abitudini e comportamenti del tonno rosso e su altre questioni
sempre correlate, se ne esce con alcune affermazioni che mi hanno
lasciato a dir poco di stucco.
Secondo il biologo il tonno rosso non è affatto in declino
nei nostri mari, anzi è più in declino nei mari
dove ne è stata vietata la pesca e mentre nei nostri mari
lo stock di tonno rosso gode ottima salute, non altrettanto si
può dire per gli stock dei mari d'oltre oceano dove la
pesca è stata maggiormente regolamentata.
A questo punto un atroce dubbio assale la mia mente, non sarà
che tutti noi pescatori sportivi dell'adriatico, del tirreno e
di tutti i mari che circondano l'Italia, abbiamo improvvisamente
disimparato a pescare e non riusciamo più a catturare tonni
nonostante la loro massiccia presenza ?? Mah ???
Seguono altre spiegazioni sull'andamento climatico, che però
ha riguardato solo questo ultimo anno (2003) mentre il fenomeno
del drastico calo di tonni si verifica da cinque o sei anni e
cioè da quando si è intensificato notevolmente lo
sforzo di pesca anche con l'avvento della tecnica dell'ingabbiamento.
Altra teoria fantasiosa, sempre propinataci dal biologo, è
quella che gli stock di tonni siano fluttuanti nei mari e cambino
la loro area di migrazione e di stazionamento con estrema facilità,
a questa affermazione il sottoscritto fa notare che si hanno notizie
storiche certe della massiccia presenza del tonno rosso nel mediterraneo
fin dal tempo dei Greci, ed ha sempre continuato ad avere questa
massiccia presenza per tutti questi 2500 anni, come ci confermano
gli scritti di Plinio il vecchio e di tutti gli altri naturalisti
che sono via via seguiti durante questi secoli.
La prova di ciò è che durante questi secoli nel
nostro paese c'è sempre stata una forte industria del tonno
con la presenza sulle nostre coste fino anche di 150 tonnare e
altrettanti stabilimenti di lavorazione del tonno che sono gradatamente
diminuiti negli ultimi anni parallelamente all'intensificazione
di altri metodi di pesca molto più distruttivi come quelli
prima citati, fino ad arrivare alla drammatica situazione odierna.
(
Continua ) »»
|