Caro Sardus
Ti fornisco utili dati circa l'importanza del termoclino
e della temperatura dell'acqua nella pesca in generale.
Così iniziava una discussione lanciata dall'amico
Sardus e a cui Magno dava seguito con :
Tra i fattori che influenzano di più la pesca, specie
nel Mar Mediterraneo, figura il termoclino.
Il Mar Mediterraneo assomiglia, per molti versi, a un enorme
lago. E, come avviene in ogni lago, i cambiamenti di stato
delle acque, riferiti ovviamente alle temperature nelle
varie fasce d'acqua, si susseguono secondo degli ordini
prestabiliti, in genere stabiliti dalle quattro stagioni
e dal clima esterno determinato da venti e correnti.
Il Mar Mediterraneo, come tutti i mari delle zone temperate
degli emisferi settentrionale e meridionale, subisce complesse
variazioni di temperatura stagionali durante il ciclo meteorologico
annuale, e i pesci che vi abitano reagiscono a queste variazioni
alterando il proprio comportamento per adattarlo all'ambiente.
Le spigole sono un esempio perfetto per osservare tali reazioni
alle variazioni stagionali nei luoghi più frequentati
dai pescatori. Altre specie predatrici, quali i dentici,
le ricciole, le palamite e le lecce, reagiscono praticamente
allo stesso modo.
Il Mare Nostrum stagione per stagione
D'inverno, la superficie del Mediterraneo è piuttosto
fredda. Tale strato superficiale freddo forma una barriera
tra l'acqua sottostante e l'atmosfera, per cui esso subisce
quello che si potrebbe definire uno "stato di ibernazione"
(relativo, ovviamente) quando viene a mancare l'azione del
vento e del Sole sulle acque.
L'azione dei venti infatti, induce delle transitorie variazioni
termiche, in aumento o in diminuzione, le quali saranno
tanto più significative, quanto il vento è
spirato a lungo e con intensità.
I termini aumento o diminuzione di temperatura dell'acqua
non devono confondere il lettore in termini di cambiamento
dei valori di temperatura assoluti di tutto lo strato acqueo
del mare, ma bensì si riferiscono a una diminuzione
o a un aumento dello strato termoclino, cioè dello
strato superficiale delle acque più calde. Al di
sotto di questo strato termoclino che raggiunge il massimo
di spessore in agosto, c'è un progressivo gradiente
termico sino all'isotermia (12-13 gradi) che si ha, in qualsiasi
stagione dell'anno, dai 60 metri circa di profondità
in poi.
E' ovvio che queste transitorie variazioni termiche (in
tutte le stagioni, ma in particolare d'inverno) indotte
dai venti, su fondali di profondità minima, quali
quelli del sottocosta, influenzano il comportamento di molte
specie, spigole, sparidi e pesce azzurro in particolare.
Permanendo il freddo, e solo quello, si può pescare
soltanto a grandi profondità o aspettare l'uscita
del Sole.
Infatti, il primo drammatico cambiamento nell'ambiente mediterraneo,
avviene in Primavera, al momento in cui il Sole ed i tiepidi
venti scaldano più a lungo e con maggior intensità.
A questo punto, l'acqua del mare raggiunge un gradiente
termico verticale più elevato e omogeneo Dal momento
che la struttura verticale della temperatura ha una variazione
minima, l'acqua ricca d'ossigeno e di plankton si muove
facilmente sotto l'azione dei venti tiepidi della primavera
che la spinge verso le coste mentre la riscaldano. Questo
provoca lo spostamento dell'acqua calda verso il fondo in
direzione delle coste sottovento, mentre l'acqua fredda
del fondo risale verso l'alto in direzione delle coste sopravvento.
In un certo senso, l'acqua del mare si "capovolge"
(in termini anglosassoni, subisce un turn-over o up-welling).
L'acqua povera d'ossigeno dei fondali viene portata in superficie
dove il suo contenuto in ossigeno viene arricchito dal contatto
con l'atmosfera.
I pesci, naturalmente, sono catena e fonte vitale di questo
ecosistema e subiscono notevoli modificazioni comportamentali
a seguito di questo turn-over dell'acqua.
Il crescente tepore e l'allungarsi delle giornate, ricaricano
gli orologi biologici del loro sistema nervoso. escono quindi
da una fase di metabolismo invernale rallentato e si danno
a orge alimentari, invadendo le zone meno profonde e più
vicine alle rive.
Le ricche pescate della tarda primavera però, durano
ben poco. A metà estate il mare si è stabilizzato
su uno schema di temperatura del tutto diverso. Dal momento
che l'acqua calda è più leggera di quella
fredda, tende a stare in superficie, mentre quella più
fredda se ne va a fondo. Se il tratto di mare in questione
è abbastanza profondo e non subisce forti correnti,
si può formare uno strato profondo di acqua molto
densa. Quando i venti estivi provocano correnti superficiali,
l'acqua più calda scivola su quella più profonda
e più fredda, dando luogo così ad una zona
di confine ben distinta, detta appunto termoclino, tra l'acqua
fonda, fredda e stabile, e quella più calda e mobile
mossa dai venti e dalle correnti e scaldata dal Sole.
In autunno, a mano a mano che la temperatura si fa più
fredda e aumenta il vento, si verifica un altro "capovolgimento"
nelle acque del mare. I venti freschi autunnali raffreddano
ben presto le acque superficiali: i pesci, ancora una volta,
subiscono una modifica di comportamento. Il termoclino estivo
scompare e, per un certo tempo, variabile con l'arrivo o
meno dell'inverno e dei suoi venti gelidi, tutto il mare
rappresenta una zona ideale per la pesca.
(
Continua ) »»
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