Perché si formano le mucillagini?
E' una domanda che tutti si pongono davanti alle immagini di
queste mucillagini viste vicino a riva o dalla barca o in televisione.
Immagini spaventose per l'estensione che queste masse mucillaginose
possono assumere in particolari annate. Subito si pensa all'inquinamento
dei fiumi e del mare ma il problema non può essere liquidato
così facilmente.
Attualmente per esaminare il fenomeno e le cause del suo insorgere,
sono in atto da alcuni anni dei programmi di studio e monitoraggio
delle condizioni marine, delle caratteristiche strutturali degli
aggregati mucillaginosi e del loro apparire, delle interazioni
fra queste e gli organismi viventi.
Il fenomeno è infatti complesso e difficile da spiegarsi
in particolare per la mancanza iniziale di dati a supporto delle
tesi sostenute. Nel 1999 sono stati così avviati e finanziati
dei programmi di ricerca scientifica gestiti dall'ICRAM (Istituto
Centrale per la Ricerca Scientifica e Tecnologica Applicata al
Mare) ma che vede coinvolti anche il CNR (Centro Nazionale delle
Ricerche) ed Istituti delle Università di Firenze, Napoli
Ancona e Trieste, nonché l'Istituto Croato di Ricerche
Marine Rudjer Boskovic di Rovinio.
Da questi studi, tutt'ora in corso, si possono già trarre
delle prime conclusioni che di seguito riassumeremo.
Da questi programmi di ricerca sono emerse alcune considerazioni,
avvolte ancora da dubbi in particolare sugli aspetti biologici
del fenomeno, mentre sembra che le correnti e i fattori meteoclimatici
svolgano un ruolo importante come fattore scatenante. E' stato
reso noto che il fenomeno appare inizialmente nel Golfo del Quarnero,
a sud di Istria e l'Isola di Cres, quando in maggio e giugno gli
scambi d'acqua marina in Adriatico Centrale sono molto ridotti,
circa un mese prima che l'evento si manifesti in Adriatico.
Le coincidenze scatenanti il fenomeno:
Condizioni meteo marine stabili in primavera ed estate.
Ingresso di acque calde provenienti dal settore meridionale
dell'Adriatico.
Riduzione della portata del fiume Po e quindi dell'apporto
di nutrienti nel mare nel periodo primavera ed inizio autunno.
Marcata stratificazione termoalina delle acque.
Assenza di forti rimescolamenti (mareggiate).
Improvvisa carenza di fosforo ed azoto dopo elevati apporti
che hanno consentito la rapida crescita dei popolamenti fitoplanctonici.
Rallentata degradazione della sostanza organica (mucillagine)
da parte dei batteri.
Quest'anno le condizioni meteoclimatiche -2002
Quest'anno partendo dall'inizio inverno in cui il termometro
ha segnato basse temperature con grossi danni anche agli allevamenti
di ittiocoltura dell'Alto Adriatico (valli di Comacchio e Lagune)
si é avuto un periodo secco che da decenni non veniva registrato,
i danni anche qui all'agricoltura sono stati notevoli.
A partire da inizio estate abbondanti sono state le precipitazioni,
un'estate così piovosa al Nord non se la scorderà
nessuno, villeggianti, turisti e pescatori.
Un apporto di acque meteoriche confluite nei fiumi dopo un lungo
periodo di siccità e quindi di accumulo dei nutrienti ed
inquinanti.
Periodo estivo piovoso con tante giornate di scarsa insolazione
(escluso un breve periodo di fortissimo riscaldamento nel mese
di giugno) quindi frequente nuvolosità e poco riscaldamento
delle acque del mare.
E le mucillagini si sono presentate puntuali all'appuntamento.
Cosa ne pensano i pescatori?
Sicuramente é un insieme di cose che concorrono al formarsi
e ripresentarsi del fenomeno mucillagini, eutrofizzazione compresa.
Basti a pensare a cosa viene giù insieme alle acque del
fiume Po, ma lui é solo il più grosso dei tanti
che sfociano in adriatico, in particolare il settore Nord. E che
dire poi delle centinaia di migliaia di turisti che ripopolano
le coste romagnole e venete durante i mesi estivi? Una concomitanza
di fattori, non escluso quindi la maggior trofia (presenza di
nutrienti) delle acque del Mar Adriatico
L'adriatico é come un gran lago dove poche sono le circolazioni
e correnti marine e come tale va pensato e rispettato cominciando
a salvaguardare le acque dei fiumi che in esso finiscono il loro
percorso.
Se serve prestare una collaborazione con gli Istituti di Ricerca
preposti, per il monitoraggio delle acque adriatiche e della presenza
delle mucillagini, siamo pronti a dare il nostro aiuto affinché
il fenomeno e le cause del suo verificarsi siano quanto prima
individuate e possibilmente ridotte. Il mare é un bene
di tutti ma in particolare per chi ci passa giornate intere in
cerca di qualche pesce.
Gli effetti sugli ecosistemi
La presenza massiva di queste mucillagini, intesa sia come quantità
che come estensione della distribuzione areale, provoca seri danni
agli ecosistemi marini di fondale causando la morte per soffocamento
meccanico di organismi sessili, molluschi bivalvi o di uova depositate
sui fondali da pesci bentonici (di fondo, ghiozzo per esempio).
In tirreno, in coincidenza con gli eventi massivi delle mucillagini,
si è riscontrata un'elevata mortalità di gorgonie
e coralli, la causa: il soffocamento.
A livello planctonico (mucillagine planctonica o adriatica) è
stato constatato l'effetto filtro esercitato dai mucopolisaccaridi
che trattengono così particelle sospese come organismi
viventi o soltanto di tipo detritico.
(mucillagine
e pesca sportiva)
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