Interveno della federpesca, galantuomini rappresentanti
della pesca professionale continuano ad insinuare che il
problema delle risorse sono i pseudo-sportivi. E' meglio
dare sempre il nome giusto ad ogni soggetto. Chi va a pescare
di frodo per vendere il pesce è un pescatore professionista
illegale e non uno pseudo sportivo. Qui non si parla della
bottiglia mezzo vuota o mezza piena ma di girare furbescamente
il problema e addebitare ad altri le proprie responsabilità.
La pesca ricreativa e sportiva non ha nessuna responsabilità
sulle stragi fatte in mare.
E poi lasciamo il tonno in pace almeno durante il periodo
riproduttivo, lasciategli fare le stramaledette uova che
ogni femmina ne produce a decine e decine di migliaia ogni
primavera; é inutile rispettare i giovani tonni se
s'impedisce ai grandi di riprodursi.
La pesca professionale è solo pronta a chiedere
soldi a fondo perduto e deroghe alle leggi delle natura.
Sostenere la deroga per l'Adriatico della misura minima
a 6,5 kg è criminale e immorale. Abbiamo fatto tanto
per sponsorizzare la misura minima del tonno di 23/25 kg
per tutti. Chi sostiene il divieto della pesca al tonno
anche per la pesca ricreativa, con eccezione di luglio ed
agosto, è mal informato e forse in mala fede. Il
prelievo della pesca ricreativa, specialmente negli ultimi
anni, è pari a zero e comunque ridotto a pochissime
unità catturate ma i danni economici al settore ed
indotto della pesca ricreativa saranno e sono enormi.
Bisogna preperarci ad una animata e agguerrita battaglia
contro chi artatamente ed in mala fede accusa od addebita
alla pesca ricreativa problemi di prelievo di stock o di
impatto ambientale.
Sono molti gli equipaggi che hanno dichiarato release totale
pur di rivedere nelle acque adriatiche i tonni di una volta
i piccoli ma soprattutto i grossi di qualche decennio fa.
Comunicato della federpesca del 6 Ott. 2006
TONNO ROSSO: APPUNTAMENTO CRUCIALE
PER IL SETTORE
"Occorre definire congiuntamente tra gli operatori
del settore e la nostra Amministrazione la strategia negoziale
italiana in vista dell'importante riunione dell'ICCAT di
novembre, per difendere gli importanti interessi nazionali
del settore di punta della pesca industriale italiana, che
fornisce reddito ed occupazione a numerosissimi addetti
diretti e dell'indotto nonostante la congiuntura negativa
degli ultimi anni". Così afferma Luigi Giannini
in vista delle prossime riunioni a livello nazionale e internazionale
di preparazione alla sessione ordinaria dell'Organizzazione
Regionale della Pesca che si terrà a Dubrovnik a
fine novembre. Un approccio serio alla questione della pesca
del tonno rosso in Mediterraneo, non può prescindere
da una presa di coscienza di quello che è il problema
dei problemi, ovvero la necessità di un piano d'azione
per sradicare la pesca illegale del tonno rosso in Mediterraneo,
sia a livello nazionale che internazionale. In caso contrario,
le misure di gestione esistenti e di nuova introduzione
ricadrebbero esclusivamente sulla categoria, già
iper-conosciuta e controllata, e non avrebbero nessun impatto
su quella che è la vera minaccia per la risorsa e
per gli addetti, rappresentata dalla pesca illegale. L'armamento
associato a Federpesca ritiene che la strategia negoziale
debba basarsi su questi ulteriori capisaldi:
- non è possibile ridurre ulteriormente il T.A.C.
assegnato all'Italia, in quanto è il più
basso tra quelli dei Paesi UE nostri competitori diretti
(Spagna e Francia), che per di più possiedono flotte
di dimensioni pari rispettivamente ad un sesto ed un terzo
della nostra, e consente appena di mantenere un livello
minimo di redditività;
- non è possibile introdurre una taglia minime
superiore a quella esistente, se non dopo aver armonizzato
le taglie minime attuali (10 kg in Mediterraneo e 6,4
kg in Atlantico), inconcepibilmente diverse per lo stesso
stock;
- la categoria - dando ancora una volta dimostrazione
di maturità dopo aver caldeggiato due anni fa l'innalzamento
della taglia minima da 6,4 kg a 10 kg - individua eventualmente
nel prolungamento del periodo di fermo temporaneo della
pesca in autunno, la misura di gestione più efficace
da prendere in ambito ICCAT, a condizione - prosegue Giannini
- che tale misura venga adottata da tutti i Paesi contraenti
e per l'intero stock che si intende proteggere. Tale misura
inoltre consentirebbe una maggiore protezione dei giovanili
di tonno, facilitando il contrasto alla pesca illegale,
soprattutto quella praticata a fini "pseudo-sportivi"
nel periodo estivo-autunnale. Accanto a questa misura
sono pure raccomandabili:
- il divieto del transhipment da navi da pesca alle c.d.
navi fattoria, con la sola eccezione del trasbordo ai
fini dell'ingrasso;
- l'armonizzazione dei sistemi di gestione della quota
almeno a livello di Paesi membri (estensione del sistema
delle quote singole usato in Italia anche a Francia e
Spagna);
- sul versante interno, il rafforzamento del blocco del
rilascio di nuove licenze a circuizione per tonni (ad
eccezione dei casi di sostituzione di natanti già
inseriti nel circuito) e prosecuzione dello "sfoltimento"
del numero di unità autorizzate dotate di quota
irrisoria e/o che non praticano tale tipo di pesca;
- la possibilità di accorpare quote in capo a più
armatori in una sola unità, ritenuta particolarmente
importante sopratutto nel sistema del palangaro, superando
la frammentazione di quote - spesso irrealistiche - che
costituisce presupposto per l'illegalità.
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