Processo di fabbricazione
Semplificando, la fabbricazione del nylon o dei fili assimilabili
è un processo di estrusione, mentre la fabbricazione dei
multifibra è un processo di tessitura.
In altri termini i multifibra vengono tessuti da una miriade
di piccoli fili ( ovvio direte voi) di fibre che possono variare
dal nylon allo spectra mentre il nylon, nelle sue varie forme,
viene assottigliato mano mano da delle apposite macchine fino
ad essere portato al diametro scelto che corrisponde alla resistenza
del filo o libbraggio.
Mentre il processo di tessitura, molto lungo e costoso, di per
se garantisce un maggior grado di precisione ( basta aggiungere
o togliere un poco dei fili per tarare il risultato finale) il
processo di estrusione utilizzato per il nylon ha un costo direttamente
proporzionale al grado di accuratezza al quale si vuole arrivare.
Occorrono infatti macchine più costose da gestire per
ottenere un filo di diametro più uniforme, che dà
come risultato un filo di una "forza" più aderente
possibile al libbraggio dichiarato.
Con ciò non vorrei essere frainteso: non è che
comprando un intrecciato siamo sicuri che il filo sia in "classe"
ne spendendo più soldi con il nylon siamo sicuri di avere
comprato un filo che ha il libbraggio dichiarato, salvo che il
filo sia offerto dal fabbricante con la dicitura " IGFA class"
o "Tournament" o similari.
Queste diciture sono entrate in uso poco più di dieci
anni fà dopo alcune situazioni imbarazzanti per i fabbricanti.
Sono trascorsi ormai quasi 20 anni da quando un filo andava per
la maggiore fra i garisti.
Questo filo, spesso utilizzato in un magnifico colore giallo,
era non solo di un diametro più preciso della maggior parte
della concorrenza ( condizione per la quale si otteneva un più
costante carico di rottura) ma era anche maggiorato. All'effetto
pratico il carico di rottura prima dell'utilizzo era, per esempio,
su un ottanta libbre da 37 a 44 kg.
Queste variazioni, che avvenivano anche ad un metro di distanza
e che con i processi produttivi odierni sono da considerare ampie,
erano in effetti quanto di più costante si poteva reperire
sul mercato al tempo: però il filo era in overtest. In
effetti, spesso ma non sempre, effettuando il test dopo la cattura,
il nylon stremato dal combattimento rientrava in classe.
Spesso, ma non sempre, per cui alcune gare sono state contornate
da polemiche a non finire e, cosa più grave per i fabbricanti
dato che la moda del filo che non rompeva aveva coinvolto tutti,
alcune richieste di omologazione di record non sono andate a buon
fine e degli arrabbiati angler hanno mosso cause legali ai marchi
implicati.
Ne è stato vittima anche un pescatore dell'Adriatico
che non si è visto omologare una magnifica cattura sulla
trenta per overtest ed io stesso ho avuto un record passato sulla
sedici libbre ( per fortuna il pesce era abbastanza grosso) perché
il filo aveva rotto a 6,250 Kg contro i 6,000 Kg che doveva essere
il 12 lbs comprato.
Così, come curiosità, sappiate che un filo da
80 lbs di uno dei maggiori fabbricanti mondiali rompeva al posto
dei 37 kg della classe da un minimo di 46 kg ad un massimo di
52 kg, di fatto quasi un 130 lbs.
Era molto carina la pubblicità di questo filo che recitava,
traducendo non letteralmente, il filo con il maggior carico di
rottura" ed, all'effetto pratico veniva data la rottura tessile
del filo sulla pagina, così non c'era inganno.
Il rimedio fu quello di produrre i così detti fili in
classe. Banalmente a me successe una cosa drammatica: abituato
ai fili maggiorati, con i quali non rompevo mai, ho cominciato
a rompere come un disgraziato.
Da lì la sequenza dei test sui fili, che mi ha illuminato
sul cambiamento necessario: un cinquanta lbs dello stesso fabbricante
non in classe rompeva da 26 a 32 kg, quello in classe da 20 a
23 kg.
Avevo la giustificazione contro il mio arrabbiatissimo equipaggio.
Però non chiedetemi qual' è il filo più preciso.
( Metodo
di Test )
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