La foto:
Abbiamo provato ad immaginarci il fondo
del mare adriatico senz'acqua oppure come se questa fosse completamente
trasparente; così ci apparirebbe nell'immaginario, un fondale
privo di vita, se non proprio ora, fra qualche anno.
E' un assurdo collegamento, ma rende
l'idea, in particolare per il tonno che almeno per le dimensioni
che ha, nella foto qualcuno ne avremmo voluto vedere.
Trattasi per fortuna di un paesaggio
di alta quota della Bolivia.
Ma ci chiediamo anche,
non é possibile a costi anche minori, mettere dei sistemi
di controllo anche per le unità di dimensioni minori, pescherecci
che operano a strascico fra le 3 e 12 miglia o anche alle vongolare!
Alcune reti sono già ferme sotto il mare bloccate sulle
"piramidi" di recente installazione nel tratto fra Pesaro
e cattolica, realizzate per il ripopolamento all'interno delle
3 miglia. Chissà perché? Per non parlare delle reti
rimaste sui pali delle piattaforme.
Un sistema quindi analogo a quello già in uso per gli
autoveicoli i cui proprietari hanno volontariamente installato
gli strumenti per monitorare il traffico stradale e di cui ci
viene data quotidianamente informazione nei notiziari radiofonici.
Basta con le reti a strascico che nelle giornate di fine inverno
con nebbia o foschia densa entrano con le reti in acqua entro
le tre miglia dalla costa, fanno un passaggio veloce a ridosso
delle "cozzare" ovvero allevamenti di mitili, fuoriuscendo
poi dalle 3 miglia salpando li le reti.
E' vero, devono pure fare giornata, devono pure mantenere l'attività,
ma si passa da un'esagerazione all'altra. E così, nella
rete finiscono quintali di mormore !
Qualcuno dirà, che bello!
Basta nei periodi di grassa buttare in porto le cassette di gallinelle
appena pescate perché così facendo si mantiene stabile
il prezzo sul mercato.
Basta in adriatico con le stragi di alletterati a maggio,
periodo in cui nelle reti ne finiscono un'infinità e alla
fine anche in questo caso, il prezzo scende ad 1 euro al chilo!
Lo vogliamo lasciare in mare questo pesce? Non é possibile
che faccia la fine delle arance del meridione, non sono piante,
sono specie animali che se lasciate nel loro ambito si accrescono
di dimensioni che vengono utili in un secondo momento, per non
parlare poi della possibilità in più per la riproduzione.
Ma questi sono solo pochi casi che abbiamo voluto citare, é
scontato dirlo, ma le tecnologie oggi in uso consentono uno sfruttamento
delle risorse che non ha eguali al passato, un'evoluzione a cui
il mare non riesce a sopperire se non con tempi più lunghi
ammesso che glieli si lascino.
E' brutto chiederlo o pensarlo, ma ... crediamo sia necessario
un sistema anche per le piccole unità, un sistema
analogo alle blue box, più semplificato, gestibile come
per le autovetture che trasferiscono i dati via SMS (e nel sottocosta
é fattibile). Pensiamo alle tante riserve marine istituite
in questi ultimi anni, chi fra i pescherecci avrebbe più
il coraggio di passarci sopra di notte o con la nebbia e le reti
giù. Dicendo questo però possiamo essere accusati
di falso, pazienza, ma nel dubbio preferiamo che chi controlla
le riserve marine possa dormire sonni tranquilli e al mattino
svegliandosi abbia modo di controllare da un comodo computer o
via internet se vi sono state delle attività non consone
su quel tratto di mare così da procedere di conseguenza.
Certo il problema della sostenibilità della risorsa ittica
o della sostenibilità economica delle attività non
é semplice a risolversi, ci sono tanti punti da affrontare
in un mare in cui si affacciano tanti paesi concorrenti, ma da
qualche parte é importante cominciare.
A breve seguiranno altri articoli mirati su questa/e problematiche.
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Saluto tutti
Spidercoast
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