La circolazione termoalina
e la distribuzione delle masse d'acqua
Il regime delle correnti nel bacino dell'Adriatico risulta
dalla combinazione delle:
circolazione termoalina, derivante dalla distribuzione di
densità provocata dalla presenza nel bacino di masse
d'acqua con caratteristiche termiche e di salinità
diverse;
circolazione di marea, determinata dalle variazione di livello
del bacino indotte dalla marea astronomica;
circolazione da vento, indotta dallo stress del vento sulla
superficie del mare;
circolazione da sessa, risultante dalle oscillazioni libere
del bacino determinate dagli accumuli costieri di acqua,
per effetto dell'azione del vento.
A sua volta la circolazione termoalina e la distribuzione
delle masse d'acqua nel bacino è controllata da tre
fenomeni principali:
gli scambi termici con l'atmosfera, modulati dalla variabilità
stagionale del clima, che presenta significative differenze
nelle varie subaree (Alto, Medio e Basso Adriatico), a causa
del notevole sviluppo in latitudine del bacino;
gli importanti apporti di acqua dolce di origine meteorica
e fluviale;
l'interscambio con il resto del Mediterraneo attraverso
il Canale di Otranto.
Nel bacino adriatico possono essere individuati due differenti
regimi termici: il primo primaverile con temperature superficiali
più elevate rispetto a quelle del fondo; il secondo,
corrispondente al periodo autunno-inverno, in cui si manifesta
una evidente escursione termica con temperature che in profondità
mantengono valori più elevati rispetto a quelle degli
strati superficiali. L'alternarsi delle due situazioni è
giustificato dal differente grado di irraggiamento che si
verifica nel succedersi delle stagioni.
Nel periodo estivo l'aumento di temperatura dello strato
superiore determina la formazione di un termoclino (zona
con un netto gradiente termico verticale negativo, superiore
ai gradienti termici sovrastanti o sottostanti) che separa
uno strato superficiale più caldo e a densità
più bassa la quale tende a diminuire ulteriormente
in conseguenza dell'effetto di galleggiamento delle acque
di apporto fluviale, da uno strato più profondo con
acque più fredde e dense; spesso si assiste, soprattutto
in prossimità del delta padano, alla presenza contemporanea
di un aloclino e di un termoclino.
I picnoclini che si generano nel periodo estivo, presentano
una notevole persistenza e costituiscono una barriera particolarmente
efficace alla convezione verticale, limitando la circolazione
non solo delle acque e del loro contenuto, ma anche degli
organismi fito e zooplanctonici.
Se il termoclino è al di sotto del livello di penetrazione
della luce (zona eufotica) come spesso succede, il rifornimento
di ossigeno allo strato profondo non è possibile
perché sia le piante verdi sia la fonte di ossigeno
superficiale sono tagliate fuori
Con il sopraggiungere dell'inverno la temperatura dello
strato superficiale cala fino a raggiungere lo stesso valore
dello strato profondo; tutta l'acqua comincia a circolare
e anche l'ossigeno può raggiungere facilmente, nuovamente
le acque più profonde; in inverno anche in prossimità
del fondo la quantità di ossigeno non si abbassa
mai troppo anche perché la decomposizione batterica
e la respirazione no raggiungono valori elevati.
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