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Ecologia del Plancton

 

Ecologia del plancton

Il plancton rappresenta, come abbiamo già detto, una componente fondamentale delle biocenosi negli ecosistemi acquatici. Per comprendere appieno l'importanza del suo ruolo osserviamo in particolare il suo significato nell'ecosistema marino.
Il plancton, nella rete alimentare dell'ecosistema marino, si situa ai primi livelli di produzione: il fitoplancton, corrisponde alla maggior parte della produzione primaria negli oceani, e lo zooplancton si iscrive ai livelli 2°, 3° o 4°, costituendo una parte considerevole, della produzione secondaria.
La comunità di fondo (bentos) riceve, in acque costiere, da 1/4 ad 1/5 della produzione fitoplanctonica. Quanto ai pesci pelagici, la loro produzione è dell'ordine dell'1-2%- della produzione primaria.

Un complesso di fattori, di ordine fisico, chimico, e biologico condiziona la vita, la qualità, la quantità, e la distribuzione dei popolamenti fitoplanctonici nell'ambiente acquatico. Fra questi fattori esamineremo, in particolare, la luce, che condizionando direttamente il processo fotosintetico, è senza dubbio uno dei fattori principali.

I risultati di numerose esperienze hanno messo in evidenza:
1) per un'energia luminosa debole la produzione di energia del fitoplancton è proporzionale a quell'energia;
2) quando l'energia luminosa aumenta, la produzione raggiunge il suo limite massimo (saturazione);
3) con un nuovo aumento di energia luminosa la produzione diminuisce sempre più (inibizione).
Dicesi profondità di compensazione, il livello a cui. la produzione di 02 controbilancia esattamente l'02 assorbito dalla respirazione; alla profondità di compensazione (dove l'energia luminosa, rispetto alla superficier è ridotta all'1%) si fa corrispondere il limite inferiore della zona eufotica, definita come la zona compresa fra la superficie ed,una profondità dove la luce è ancora sufficiente perché si possa effettuare ii processo fotosintetico effettivo.
Da quanto è stato detto è evidente che i massimi di concentrazione dei popolamenti fitoplanctonici si rinverranno all'interno della zona eufotica e che i popolamenti si ripartiranno verticalmente in modo irregolare, condizionati, in parte, dal fattore luce.
Peraltro, oltre questo fattore, una serie di altri fattori influenza direttamente o indirettamente la qualità e là quantità dei polamenti fitoplanctonici.
Lo studio di differenti strati d'acqua, in una stessa stazione, evidenzia un'ampia variabilità di distribuzione verticale del fitoplancton, con una netta rarefazione dei popolamenti negli strati più profondi.
Il principale fattore responsabile di questo fenomeno, è, nella maggior parte dei casi, la luce. Per il plancton vegetale, infatti, è indispensabile disporsi negli strati d'acqua che ricevono energia luminosa sufficiente al compiersi dei processi fotosintetici (zona eufotica). Lo spessore della zona eufotica è estremamente variabile in ogni ambiente ed anche nello stesso ambiente; negli strati d'acqua successivi a quello superficiale le radiazioni luminose oltre che per l'estinzione progressiva si modificano differenzialmente secondo le diverse lunghezze d'onda, i fitoplanctonti, dotati di peculiari corredi pigmentari, si disporranno negli strati dove la qualità dell'illuminazione è loro più congeniale.
Peraltro, non è certamente la luce il solo fattore responsabile di questa disomogeneità del fitoplancton; un complesso di variabili interdipendenti (temperatura, 02, correnti, etc.), infatti, influisce sulla ripartizione verticale dei.popolamenti, e l'importanza relativa di ogni fattore è peculiare per ogni ambiente.
La profondità. a cui si rinviene il maximum di concentrazione fitoplanctonica è estremamente variabile, ma sempre compreso nella zona eufotica e, generalmente in uno strato subsuperficiale (probabilmente in relazione alle forti intensità luminose che inibiscono i processi fotosintetici, o al danneggiamento che gli U.V., assorbiti in maggiore quantità in superficie, possono determinare nei fitoplanctonti).

Un'altra differenza di distribuzione si osserva fra acque costiere e pelagiche: le acque costiere, generalmente; presentano una densità più elevata dei popolamenti in relazione alla maggiore concentrazione di nutrienti; peraltro, in molti casi, la notevole quantità di materiale in sospensione limita lo spessore della zona eufotica. I popolamenti presentano un eterogeneità spaziale molto evidente, soprattutto nell'ecosistema marino, anche su distanze molto ridotte: zone di alta concentrazione si alternano spesso con zone a debole densità.
Anche in questo caso il fenomeno è determinato da un complesso di variabili (venti. correnti, "upwelling", etc.), la cui importanza relativa varia per ogni ambiente; sembra, peraltro che un ruolo preponderante sia svolto dai predatori fitofagi.

Le osservazioni regolari in uno stesso luogo, mostrano delle variazioni di grande ampiezza, nella comunità fitoplanctonica, nel corso dell'anno; queste variazioni nella maggior parte dei casi, si ripetono secondo uno stesso ciclo da un anno all'altro.
Questo ciclo, nell'ecosistema marino ed in zone temperate o fredde, mostra generalmente un maximum di densità primaverile ed un picco autunnale peraltro più ridotto. E' evidente che questo tipo di ciclo sia legato alle variazioni stagionali più imponenti dei fattori chimico-fisici delle acque.

 

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20 Luglio - 2006 (Powered by Net Tuna)