Durante il corso dell'anno, è stata inoltre dimostrata
l'esistenza di una successione di specie nelle comunità
fitoplanctoniche: considerevoli variazioni nella composizione
specifica delle popoalazioni si sovrappongono alle imponenti
variazioni stagionali del fitoplancton "in toto".
I fattori proposti, per la loro influenza sulle variazioni
stagionali del fitoplancton (inteso sia come un insieme,
che come costituito da componenti specifiche) possono essere
così raggruppati:
- fattori fisici parzialmente indipendenti (temperatura,
illuminazione, turbolenza);
- fattori chimici interdipendenti (nutrienti inorganici,
composti organici accessori quali vitamine, antibiotici,
etc.);
- fattori biologici (parassitismo, predazione, competizione).
Poiché dall'andamento giornaliero della luce, della
temperatura e degli altri fattori chimico-fisici risentono
tutte le comunità eccetto quelle delle acque profonde,
è ovvio aspettarsi che la maggior parte delle popolazioni
(interdipendenti) presentino una periodicità in rapporto
sia diretto che indiretto con le variazioni che si hanno
nelle 24 ore.
Esempio di periodicità giornaliera è costituito
dalla migrazione verticale dello zooplancton; i Copepodi,
i Cladoceri, le forme larvali e gli altri organismi che
formano lo zooplancton si spostano verso la superficie di
notte e verso il fondo di giorno. Ogni specie, e a volte
stadi diversi della stessa specie, rispondono in modo diverso
cosicchè gli organismi non si affollano tutti nella
stessa zona ma si ha una stratificazione che è più
accentuata a mezzogiorno che a mezzanotte.
La concentrazione del fitoplancton dipende quindi strettamente
dall'intensità della radiazione luminosa e dalla
quantità di nutrienti presenti. La sua biodiversità
è influenzata invece dalla salinità e dalla
temperatura. Anche il movimento delle correnti e la concentrazione
di zooplancton erbivoro svolgono un ruolo importante nella
sua distribuzione.
Per la sua natura fotosintetica, il fitoplancton si trova
maggiormente concentrato negli strati superficiali fin dove
i raggi solari riescono a penetrare (zona eufotica). Non
tollerando però un'eccessiva radiazione solare tipica
della stagione estiva, gli organismi fitoplanctonici raggiungono
la massima densità qualche metro al di sotto della
superficie marina, dove le condizioni sono più favorevoli
al loro sviluppo.
Non essendo condizionato dalla luce, lo zooplancton è
invece presente in tutta la colonna d'acqua, dalla superficie
alle zone profonde, e la ripartizione verticale dipende
principalmente dalla diversa tolleranza alla temperatura,
la quale decresce verso il fondo, dal tipo di alimentazione
e dalle esigenze riproduttive.
Gli organismi fitofagi si localizzano in prossimità
della superficie dove il fitoplancton è più
abbondante; le specie necrofaghe sono maggiormente presenti
nella regione meno luminosa, dove si cibano degli organismi
morti che tendono a cadere sul fondo.
Molti organismi, che durante il dì risiedono in profondità,
nella notte risalgono in superficie provocando un notevole
aumento del popolamento acquatico. La distribuzione dello
zooplancton dipende anche dalla presenza di un'area riproduttiva,
che, durante la stagione appropriata, con la riunione della
popolazione e la conseguente produzione di larve e spore,
incrementerà la sua concentrazione.
Molte specie ittiche, vittime di predatori come spigole
dentici e ricciole, si cibano del plancton spostandosi nelle
aree in cui esso si concentra (ciò avviene non solo
lungo la colonna d'acqua nei diversi periodi della giornata
e dell'anno ma anche in prossimità della costa in
occasione di mareggiate, forti correnti che agiscono per
periodi prolungati etc.). In queste aree si concentrano
quindi anche le specie che se ne cibano come: latterini,
piccoli cefali, boghe, menole e tanti altri pesci di piccola
taglia come gli avannotti. S'innesca così quel ciclo
del pesce grande che mangia quello più piccolo che
rende probabile in queste aree l'incontro anche con il grosso
predatore.
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