La gallina e i branchi di pesce pelagico.
Rileggendo i post e i contenuti di questo topic, mi veniva
da fare un confronto fra uno scherzo che da piccolo avevo
fatto alle galline di mia nonna. Ero piccolo e quindi non
mi sgridate per favore; vi racconto il fatto che conferma
l’istinto predatorio e quanto detto nei precedenti
post.
L’esca incandescente
Ero preso dalla curiosità del fatto che ogni cosa
gettassi nel recinto esterno del pollaio, quelle galline
gli si buttavano sopra e lo ingoiavano. E’ vero, non
c’era un filo d’erba all’interno del recinto
e di galline ovaiole ce n’erano diverse, ma come era
possibile tutta quell’avidità e concorrenza
nell’arrivare per primi a prendere ogni cosa gli si
presentasse a portata di becco.
Ad un certo punto ho provato con una pezzo di carbone ardente
preso dal fuoco che facevamo all’aperto; gli ho soffiato
sopra e bello acceso l’ho lanciato in mezzo al recinto.
Ci fu come sempre una rincorsa verso l’oggetto, da
tutte le parti del pollaio, chi era davanti correva più
preoccupata del fatto di avere la compagna che gli stava
alle costole, che dalla natura dell’oggetto su cui
si precipitava.
Chi era dietro correva senza quasi sapere cosa c’era
di così interessante, ma però correva anche
lei.
Alla fine arrivate quasi tutte sulla zona d’interesse,
dal gruppo se ne alza una, la più “furba”
con il collo tutto tirato in alto per sottrarre dal becco
delle compagne, ciò che neanche lei sapeva cosa fosse,
ma visto che tutte correvano per prenderlo, doveva essere
sicuramente interessante.
Alcune correvano quindi senza sapere cosa ci fosse in gioco,
magari anche se ultime, qualche briciola ci poteva stare.
Perdonatemi.
L’esperimento non l’ho ripetuto e quindi non posso
dire della ripetitività e relativa reticenza.
Fattore territoriale
A questo punto, ripensando al racconto delle galline e ai
pesci ed in particolar modo a quelli pelagici di branco
come esempio le palamite, lampughe, tonnetti ecc.. vi trovo
molte analogie. Pesci che vivono in branchi ma su una vasta
area di mare, dove vi è ricambio di soggetti.
In questo caso il discorso della territorialità del
pesce presa a motivo dell’attacco da parte di questo
all’esca artificiale, non regge più.
Che territorio deve difendere una palamita od un tonnetto,
se abitualmente si sposta in ampi tratti di mare e alle
varie profondità?
Il motivo è la competizione con gli altri individui
del branco; chi prima arriva prima mangia, con maggiori
possibilità di sopravvivenza.
Ecco perché molte volte il pesce rimane ferrato
fuori dalla bocca, anche se vicino. Quest’estate ne
abbiamo presa una per la coda; era li perché altre
vi si dirigevano.
E il primo o i primi pesci che hanno scatenato l’attacco?
Sono loro forse i più importanti, ma spesso si buttano
solo perché attratti da un luccichio, dalle vibrazioni,
dalla forma, quanto gli basta per una prima pinnata, il
resto della spinta o della motivazione a correre lo fa il
branco alle spalle che sa ancora meno di cosa si tratti.
Per questi pesci addio territorialità come motivazione
all’attacco dell’esca artificiale.
Per la ricciola od un dentice il discorso sembra molto
simile, almeno se sono in branchi di un certo numero.
Sicuramente come diceva Magno è importante, nel breve
periodo, cambiare forma, colore ed altro nella scelta ed
impiego delle esche artificiali.
Ciao Nettuno
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