Basic instinct
Torniamo ora agli esperimenti del pescatore Don Hammond,
noto biologo della South Carolina Department of Natural
Resource, specializzato in migrazioni e abitudini dei pesci.
Mi racconta Don di un esperimento molto illuminante eseguito
su delle trote. In pratica, erano state immesse delle trote
in un lago dove erano state tenute a dieta strettissima
per circa un mese. Durante il primo giorno di pesca sperimentale,
i biologi catturarono ben il 75% dei pesci immessi impiegando
un dato artificiale; ma quando ripeterono lo stesso esperimento
il giorno seguente, ne catturarono il 35%, e soltanto il
5% durante il terzo. Malgrado il fatto che alcuni dei pesci
potessero essere troppo dolenti da alimentarsi, l'esperimento
successivo rivelò altre utili informazioni. I biologi
aspettarono un mese (sempre cadente nella stessa stagione),
limitando alla stessa maniera la dieta delle trote. Dopodiché
andarono a pesca con il solito artificiale. Ebbene, il primo
giorno abboccarono il 47% dei pesci e appena il 15% il secondo
giorno, per non parlare del terzo giorno in cui catturarono
appena lo 0,7% dei pesci presenti. L'esperimento dunque
metteva in luce che alcuni soggetti erano in grado di rifuggire
artificiali e ami, ma non solo. Infatti, era evidente la
capacità di alcuni pesci nell'aver "imparato"
ad evitare gli ami. Inoltre, l'esperimento metteva in luce
anche il fatto che esistono alcuni soggetti "stupidi"
ovvero soggetti insensibili all'apprendimento via esperienza
diretta, quelli cioè che furono ricatturati sempre.
In acqua libera, sia chiaro, non avrebbero avuto una seconda
chance. In acqua salata, le cose funzionano esattamente
alla stessa stregua: si conosce infatti il caso di una spigola
atlantica targata che è stata ricatturata 7 volte
in 18 mesi prima che un pescatore ne decretasse ufficialmente
la fine su una tavola imbandita.
Segue
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