Fantasmi laureati
Alla mia domanda se i pesci sono intelligenti, Don Hammond
fu molto chiaro: "No. Non hanno una struttura cerebrale
adeguata, direi pronta a questa virtù propria dei
soli uomini. Può darsi che in un futuro più
o meno lontano l'evoluzione li porti ad una qualche forma
di intelligenza, ma credo che ciò sia solo speculazione
personale. In questo stato evolutivo soltanto certi uomini
mostrano intelligenza. Infatti, bisognerebbe valutare e
comprendere davvero che cosa si intende per "intelligenza"...
non è ad esempio da confondere come mera capacità
di sopravvivenza o adattamento più o meno rapido
al cambiamento di situazioni ambientali o altro."
Don Hammond mi sottilineò anche che i pesci possono,
comunque, farsi davvero smaliziati verso alcuni artificiali,
portando spesso i pescatori nell'errata convinzione che
le loro "giornate in bianco" siano soltanto dovute
alla mancanza di pesci nell'area di pesca in cui operano.
Mi portò come esempio di ciò i bonefish delle
flats nelle Isole Bahamas. Per molti anni la maggior parte
delle guide locali e dei pescatori che le frequentavano,
impiegavano poche ma efficaci imitazioni artificiali, tipo
la Crazy Charlie. Essendo il catch&release la prima
regola di pesca in quelle acque, ci si rese conto in pochi
anni che le catture, invece che aumentare (come vorrebbe
il rapporto di causa-ed-effetto del release) diminuivano
drasticamente. Molti cominciarono a far speculazioni su
qualsiasi presunta causa, da El Niño al buco dell'ozono,
dall'effetto serra ai marziani su Alpha Centauri. Più
realisticamente, qualcuno osò cambiare gli stereotipati
Crazy Charlie con altre imitazioni che risultarono immediatamente
produttive. In seguito, il cambiare metodicamente artificiale
non appena il catch ratio diminuisce sensibilmente, è
diventata la prassi più seguita e più
necessaria- nella pesca a mosca del bonefish alle Bahamas.
In mare ne possiamo avere un valido esempio con le lampughe,
avidi e aggressivi predatori i quali, di quando in quando,
colonizzano determinate aree di mare. Quando le lampughe
entrano in un'area, qualsiasi cosa gettiate in acqua collegata
al terminale, essa viene immediatamente aggredita. Tuttavia,
non appena la pressione di pesca combinata di più
barche nella zona si fa maggiore e le loro coorti si assottigliano,
all'unisono le lampughe smettono di attaccare qualsiasi
cosa gli proponiate. Ebbene, affinché ciò
non accada, con tutte le conseguenze immaginabili, è
meglio sostituire via via artificiale -partendo prima da
un semplice cambio di colore, poi di tipologia- quando ancora
risultano aggressivi, in modo tale da non farli abituare
troppo presto ad un dato inganno. Già perché
sembra che una volta capito l'inganno, non ci sia più
colore o artificiale che tenga. A quel punto bisogna necessariamente
passare all'esca naturale, prima morta e poi viva per cambiare
le sorti della pesca.
Tutto ciò può risultare un po' troppo metodico,
ma così facendo si riesce a restare sempre sul pesce
con buone catture.
Ovvio che dovrete sempre avere una buona selezione di artificiali
con voi. Inoltre, dovrete essere sempre pronti a dover cambiare
tecnica di pesca -con tutti gli annessi e connessi- perché
prima o poi il pesce si farà riluttante ai vecchi
metodi. Lungo le coste atlantiche degli Stati Uniti ad esempio,
la tecnica del drifting con esca morta (sardina e/o butterfish)
ai tonni sta per essere progressivamente soppiantata dal
power chumming, perché a distanza di un ventennio
di pesca con quella tecnica, i tonni si sono fatti più
scaltri e le catture diventano sempre più scarse,
cosa peraltro già successa in prima battuta nella
West Coast americana. Anche lì fu data colpa all'overfishing
e poi anche ai poveri marziani, ma non appena qualche coraggioso
è passato al power chumming i tonni, come per miracolo,
sono tornati da Marte.
Segue
|