Il Sanganeb
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Convivenza tra pesca e vela e di uno strano quanto a mio
avviso pericoloso incontro con una balena
Una balena per amico
Sono alle Eolie con il Sanganeb, è passata solo
la prima settimana di lavoro accogliendo i primi ospiti
a bordo e già mi sento stanco. E' sempre così
ad inizio stagione, un po come rompere il fiato quando si
va a correre, all'inizio si soffre poi si prende il passo
e non ti fermeresti più. Quest'anno avendo pubblicizzato
anche la pesca oltre la vela ci sono grandi aspettative
tra gli ospiti per vedere i primi pesci a bordo. Ben presto
però mi rendo conto che la cosa si presenta più
complessa di quello che credevo. Ogni volta gli ospiti si
meravigliano del numero di canne (da sei a otto) che imposto
per l'assetto di pesca, fanno battutine sulla grandezza
delle esche ,che se fossero messe in padella a parere di
qualcuno già sfamerebbero e così via... i
risultati non vengono anche perchè solo dopo poco
tempo in traina mi chiedono di fermarsi a fare il bagno
oppure mi chiedono rotte impossibili e non compatibili con
la ricerca dei pelagici; e così via con una serie
di richieste che non hanno nulla a che vedere con la pesca.
E si Sasa penso:- ti sei fregato con le tue mani. Pensavi
che tutti fossero disponibili a sacrifici e lunghe attese
per catturare un pesce? Pensavi veramente di poter ricreare
quella magia che è lo stare in pesca come un predatore
in caccia con chiunque? O pensavi forse che casualmente
qualche pesce fesso ti saltasse in barca? Forse tutto quello
che hai scritto e diffuso per tanti anni in fondo non lo
credevi?.... E no questo è troppo!! Non è
possibile violentare senza pudore una propria passione e
renderla una puttana al servizio di tutti anche di chi in
fondo non se ne frega niente o meglio vuole e pretende a
bordo un menù di pesce fresco solo per riempirsi
la pancia . No basta! Da oggi solo carne niente più
pesca . Canne ingavonate. Il pesce ?..che se lo vadano a
comprare! Minchia Incazzato nero ero... come dice Montalbano.
Passa qualche giorno, mi calmo ed incomincio a riflettere:-
però Sasa nemmeno così va bene. Se hai fallito
è perchè non hai saputo diffondere le tue
regole e quelle della pesca ; forse se prima di metterti
in pesca sondassi un po' il terreno con gli ospiti a bordo
sarebbe meglio, potresti renderti conto se sono compatibili
o no con la pesca.- Così incomincio a fare e quando
imbarco nuovi ospiti per la settimana sondo con molta cautela
la loro disponibilità al rispetto e alla partecipazione
delle regole che la pesca impone.
Lo faccio guardandoli negli occhi, uno ad uno e se solo
mi accorgo che c'è qualcuno non disposto non se ne
fa niente,quando invece vedo qualche bagliore di interesse
nei loro occhi si procede.
Quando vedo questa predisposizione il primo ad emozionarsi
sono io, un po come vedere nascere una pianta da un seme
,sai che crescerà e gli dai tutte le cure e tutta
la tua energia perchè ne vale la pena. Apro i gavoni
prendo l'attrezzatura e con piacere faccio partecipare tutti
alla costruzione dei terminali, scelta delle esche e scelta
delle batimetriche da percorrere il giorno dopo. Quando
c'è questa magia a bordo è palpabile ed è
li sotto vuoto pronta ad esplodere alla prima cattura ed
i risultati in genere non si fanno attendere..pacche sulle
spalle, abbracci, complimenti per la pronta raffiata, occhi
lucidi ed emozionati perchè la sfida è vinta...finalmente
si è un equipaggio dove tutti si sono guadagnati
la propria parte, regna una fratellanza a bordo che una
volta a terra perdurerà nel tempo. Pensare che fino
a qualche giorno prima tutto questo non esisteva. C'è
una magia più grande di questa?! E' in una di queste
settimane che conosco Laura e mi chiede di poter salire
a Napoli con me. Partiamo qualche giorno dopo causa maestrale
forza 7 rotta Panarea-Capri niente esche in acqua ma solo
relax e meritato riposo. Nel tardo pomeriggio Laura mi chiede
se ho la farina:- si ce l'ho- hai anche il pesce in frigo?
Si Laura, rispondo.- Perfetto Sasa stasera ceneremo ravioli
ripieni di pesce....- Madonna Lauretta che femmina che ho
a bordo sono un uomo fortunato!!
Ai primi chiarori dell'alba noto un cielo limpido e perfetto
sopra di noi,un po troppo limpido ed all'orizzonte una fascia
grigia che diventa nera sul mare. Non mi piace proprio si
prepara un bel temporale con colpo di vento, ciò
è confermato anche dal meteomar che da un avviso
di burrasca in corso sul mediterraneo meridionale est. Riduco
le vele che già il cielo è cupo, il mare è
liscio come l'olio quasi a voler presagire il peggio. C'è
un'aria cupa e qualche schizzo viene giù quando Laura
mi fa: - Sasa delfini a dritta prendo la macchina fotografica.
Strano, solo tre pinne dorsali, mi sembrano abbastanza grandi
e più a falce di quella dei delfini...comunque accosto
di 10°....di altri 10°..e ancora altri 10°,
quando la pinna più grande si immerge e ricompare
a 50 metri al traverso dello scafo destro del Sanganeb.
-Sasa- grida Laura- ma questo non è un delfino è
troppo grande sembra la pinna di un'orca-....non lo finisce
neanche di dire che vediamo a qualche metro dalla barca
messo su un fianco, con l'occhio spalancato per osservarci
meglio, una balena di 7/8 metri che sotto il pelo dell'acqua
arriva a 2 metri dallo scafo e si immerge repentinamente
mostrandoci tutta la sua coda e le ferite sul dorso causa
chissà di quanti combattimenti. Ci guardiamo ammutoliti!
Rompo io il silenzio fingendo sicurezza e chiedo a Laura
di farmi vedere le foto. - Sasa ma quali foto , sono rimasta
paralizzata! - Laura non aveva tutti i torti un esemplare
maschio di Grampus griseus vista le nostre continue accostate
verso il gruppo che forse proteggeva un cucciolo ( la riproduzione
è proprio tra fine estate ed autunno) ha deciso di
puntarci e forse attaccarci. Forse ha cambiato idea all'ultimo
momento perchè non ho corretto ancora la rotta in
loro avvicinamento e non ci ha reputato più una minaccia.
Non mi era mai capitato un episodio del genere nemmeno tra
Monaco, capo Corso e Genova dove avvistamenti di balene
ne abbiamo fatti tantissimi. A ripensarci bene siamo stati
molto fortunati il Grampo grigio ci avrebbe sfondato lo
scafo in niente o avrebbe potuto urtare la deriva che imbullonata
nello scafo avrebbe aperto una bella falla. Siamo stati
fortunati!!
Igfa capt. Salvatore Mele
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