Giovedì 12 febbraio 2004,
I 20 nodi di grecale di ieri sera non ci hanno permesso
di uscire, quindi niente calamari. Siamo diretti al porto di Acquamorta,
sperando che qualche pescatore locale abbia delle seppie da venderci.
Troviamo tre seppie fortunatamente ancora vive, ora restano solo
15 minuti di viaggio per l'inizio della nostra giornata di traina
a Ischia.
S'inizia a trainare, il mio amico Massimo è alla
guida mentre io sono inchiodato vicino al mulinello cercando con
il piombo guardiano di scandagliare al meglio il fondo.
Avendo pescato sempre con il calamaro, il quale mi ha spesso dato
degli ottimi risultati, sono sempre stato scettico a usare la
seppia come esca.
Proprio mentre parlavo a Massimo del mio scetticismo arriva la
prima toccata (09:45), mi affretto a ferrare e di conseguenza
recupero filo, Massimo pronto con il guadino mette " in salvo
" un bel dentice di circa 4 Kg.
Seconda seppia calata, si ricomincia a trainare sulla stessa scaduta
rocciosa dove è avvenuta la prima ferrata. Infatti dopo
all'incirca due ore la cicala ricomincia a cantare, ma dopo pochi
metri di fuga mi accorgo di aver perso un bel carniere. Pensavo
di aver tagliato il terminale tra le rocce, ma in realtà
si era tolto l'amo dalla bocca. Credo si trattasse di un altro
dentice o addirittura di una cernia, la quale ho sentito dire
che va pazza per la seppia.
Non ci resta che giocarci la terza e ultima esca, un enorme
seppia, che essendo anche una ottima nuotatrice data la sua
stazza, ci crea alcuni problemi con l'affondamento della lenza
che tende a far un sali e scendi continuo.
Ma non è quello il problema, il vero problema è
che i predatori non sono più in caccia, almeno credo! Comunque
sono soddisfatto della mia cattura per il bel dentice e per l'esca
rivelatasi ottima.
Per tutti gli amici trainisti se avete ancora qualche dubbio riguardo
alla seppia, fidatevi due ferrate in una sola giornata non sono
un caso.
SALUTI
Luciano Santini da Bacoli
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