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Golfo di Salerno,
20 miglia a largo tra Capo Conca e Punta Campanella
La giornata di pesca inizia a mezzanotte,
solito appuntamento davanti al garage di Daniele e Gaetano,
il tempo di prendere tutto e caricare il furgone che già
siamo in porto, mentre Gaetano fa il pieno di benzina, io e Daniele
iniziamo a portare tutto sulla barca, coffe (il palamito da noi
così è chiamato) sarde, raffi ecc
E' l'una di notte e siamo in navigazione, mentre usciamo dal porto
iniziamo a discutere sulla zona in cui stendere il palamito, "trovare
un accordo non è mai semplice, figuriamoci sul dove andare
a pescare!!!!" dopo vari tentativi arriviamo tutti alla stessa
decisione si tenta lontano, molto lontano a circa 20 miglia da
Salerno dove la terra quasi non si vede più.
Arrivati sul posto decidiamo di andare oltre di fare qualche miglia
in più e così dopo un'ora di navigazione circa alle
due iniziamo la stesa della coffa 200 ami, il tempo e dei migliori
c'è solo un po' di onda lunga, la luna è piena ed
alta in cielo, sembra che ci controlli.
Per prima cosa apro la bandiera, costruita con una canna fissa
di 4 m. e relativo galleggiante e piombo, la lego al trave della
coffa e
.. si inizia, queste le posizioni: Io alla guida
Gaetano innesca le sarde e Daniele stende la coffa legando ogni
7 terminali una bottiglia di plastica a mo di galleggiante. Le
ore passano le posizioni cambiano e dopo due ore siamo a metà,
il tempo di una sigaretta ed un sorso d'acqua e si ricomincia.
Alle quattro il fatidico momento
la coffa è
tutta in acqua ma per il pesce c'è ne vuole ancora. Gli
sbadigli iniziano a susseguirsi velocemente, è Gaetano
il primo a rompere gli indugi, prepara il prendisole della barca
a mo di letto e tutto imbacuccato si addormenta nel giro di pochi
minuti, a ruota lo segue Daniele, a me tocca non perdere la coffa,
i miei occhi hanno vissuto in simbiosi per più di un ora
con la boetta luminosa ultimo segnale della coffa. Quando il sole
inizia a dare il cambio alla luna, mia compagna solitaria, mi
sento meglio aspettando che si inizi a vedere la bandiera, ma
dopo un po' anche io inizio a vacillare sotto i fendenti della
stanchezza e cosi chiedo il cambio a Daniele che mi concede un
po' di riposo, due ore vissute nel limbo del dormiveglia.
Alle otto siamo tutti svegli dopo una leggera "si
fa per dire" colazione a base di panini con mozzarella e
prosciutto preparati da mia madre, biscotti e frutta portati da
Daniele, partiamo alla ricerca della bandiera distante da noi
circa tre miglia e mezzo, i nostri sei occhi erano indaffarati
alla ricerca delle bottiglie lungo la coffa, ad ogni bottiglia
avvistata corrispondeva un respiro di sollievo, arrivati alla
bandiera Daniele facendosi due calcoli si rende conto che delle
bottiglie mancano all'appello, ma io e Gaetano sicuri di non averle
viste pensiamo che tutto sia in regola.
Pensando sul da farsi iniziamo a trainare lungo la coffa, ma nessun
segnale si avverte, nessun pesce allamato a traina, cosa strana
perché di solito i tonnetti non mancano mai, passano le
ore e da lontano si vedono spruzzi di acqua e gabbiani in fermento,
una mangianza, ci avviciniamo e vediamo un vero spettacolo: delfini
a caccia, rimaniamo li ad osservarli un bel po' interagendo anche
con loro " bellissimo vederli nuotare di fianco alla barca".
(
Continua ) »»
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