Ormai le conoscono tutti o almeno solo per averne sentito parlare,
ma vi proponiamo comunque alcune foto riprese durante un loro
periodo di inattività; a quel tempo si trovavano all'interno
di un porto della Sardegna.
Sono grandi, traportabili mediante rimorchiatori anche quando
hanno i tonni dentro, le reti le circondano fino ad una profondità
di circa 40 metri. Come fanno a non uscire i tonni non lo sappiamo,
probabilmente quando sono dentro vi é anche una rete sul
pelo dell'acqua.
La comunità europea é favorevole al loro utilizzo,
tanté che questo sistema di ingabbiamento riceve finanziamenti
dagli stati membri.
Fino a qui nulla di male, si é trovata una grande soluzione,
probabilmente ....
Siamo però abituati a pensare alle gabbie, come per altri
allevamenti di animali da cortile, conigli, galline ecc.. ad un
luogo in cui si metteno i pulcini, li si alleva e a maturità
si "mandano" a deliziare le nostre tavole.
Questo processo, nel caso del tonno, non sembra purtroppo sussistere.
Nei periodi favorevoli quando questi si raggruppano in gran numero
fino a formare dei branchi immensi, vengono catturati con diversi
sistemi, oggi fra i più efficienti (satellite compreso),
ed ingabbiati per un breve periodo durante il quale vengono mantenuti
in vita solo per essere venduti quando il mercato é più
favorevole. E anche questo non é un male, massimizzare
i profitti con queste gabbie potrebbe voler dire guadagnare di
più o magari guadagnare come gli anni precedenti (senza
gabbie) potendone pescare molti di meno.
E fino a qui ci sembra tutto abbastanza chiaro, a parte l'inquinamento
locale del mare nei luoghi dove stazionano, dovuto all'alta quantità
di escrementi rilasciati sul fondale dai tanti individui concentrati
in poco spazio.
Si può quindi per assurdo, pescare di meno e guadagnare
anche qualcosa di più rispetto a quando non c'erano le
gabbie. Vendere un tonno in inverno, quando in mare ce ne sono
pochi da prendere e quei pochi bisogna cercarli bene e per di
più, con un prezzo al mercato molto favorevole rispetto
al periodo estivo, é proprio quello che ci voleva. D'estate
il prezzo del tonno é molto basso, sia perché vi
é una maggior offerta sia anche perché la qualità
delle carni é più scadente rispetto al periodo invernale.
Quindi queste gabbie non servono per un allevamento, per far
crescere cioé gli individui piccoli fino a portarli adulti,
non c'é nessuno che si preoccupa di vendere o immettere
nel mare i "pulcini". Nel caso del tonno é vero,
non ce né bisogno, si arrangia lui a riprodursi con le
migliaia di uova che fa ogni anno e poi i tempi di accrescimento
sono troppo lunghi per avere dei riscontri economici adeguati.
Ma un prelievo esasperato, alla ricerca degli adulti, che ormai
non sono più delle dimensioni di una volta, fino ad ingabbiarne
di più di quanto il mercato ne possa recepire, é
un danno all'ambiente difficile da ripagare a breve e a lungo
termine. Succede infatti che ad inizio stagione di pesca di questi
tonni nelle gabbie ve ne siano ancora molti e per svuotarle, così
d'aver posto per i nuovi arrivi, si finisce immancabilmente per
riversarne sul mercato quantitativi tali da far scendere drasticamente
il prezzo al chilo. Uno spreco !
Un danno ambientale oltre che economico di grande rilevanza.
Ambientale anche perché molti individui poi muoiono durante
il periodo di sosta in gabbia, o nel trasferimento, individui
che avrebbero potuto comunque riprodursi o perlomeno accrescersi
in un futuro. Futuro incerto per questa specie di cui conosciamo
molto bene la diminuzione del peso medio dei tonni catturati come
pure anche la drastica riduzione in presenze avvenuta la scorsa
stagione, e i dati delle gare ufficiali organizzate nel 2004,
dai più importanti Club di pesca dell'Adriatico, ce lo
testimoniano.
Il sistema, visto che non é un allevamento, ma trattasi
solo d'ingabbiamento (sosta forzata), deve poter funzionare se
il prelievo é minore degli anni precedenti.
Quest'ultima aspetto difficilmente si verifica, pensano solo
a prendere il maggior numero di tonni possibile perché,
cosa importa, le gabbie li mantengono in vita.
Un vizio di fondo dalle conseguenze catastrofiche.
L'ambiente, con sistemi di pesca degli anni precedenti, ha già
visto il calo del peso medio dai 250-300 kg di 20 anni fa, agli
attuali di 70-100 Kg adriatici (e siamo stati larghi sull'ultima
cifra). Non osiamo pensare cosa possa succedere con sistemi più
moderni (in apparenza più orientati al mercato del pesce
durante tutto l'anno) senza che vi sia un prelievo inferiore a
fronte di guadagni molto ma molto più alti.
Speriamo che presto, anche su quest'aspetto, come su altri, vengano
prese delle soluzioni adeguate.
D'ora in avanti non pensate quindi alle gabbie dei tonni come
a quelle usate per altre specie ittiche quali spigole, orate che
hanno riempito i negozi del pesce ai supermercati! Quelle si,
quelle si che vengono allevate in ambienti controllati fin dalla
produzione di uova fecondate in avanti.
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