L'antipasto dopo la sosta invernale durante la quale molti
pescatori accusano sintomi di cattività. E così
dopo aver vinto i rigidi freddi invernali in cerca di qualche
ora distensiva da passare in mare ecco che esplode la primavera
con i suoi primi caldi.
Mentre in tirreno hanno cominciato a prendere i primi dentici,
in adriatico, a parte qualche sporadica mormora, bisogna
accontentarsi di pesci e tecniche di ripiego che danno qualche
soddisfazione solo in cucina. E mentre chi ha già
avuto il tonno in canna, altri si accontentano dell'antipasto
della stagione.
Comunque sia, con l'antipasto bisogna sempre cominciare
e così, dopo un mese e più di inattività,
decidiamo di uscire l'indomani, una domenica a previsione
meteo sull'umido. Non fa niente, decidiamo di uscire ugualmente,
l'equipaggio si é riunito dopo mesi e nonostante
il metro di alghe sotto la carena, compraiamo l'occorrente
e le esche.
Appuntamento alle 7,00 da Roby e ti pareva, alle 7,04 comincia
a piovere pesantemente, cambiamo subito programma dirigendoci
ad una famosa pasticceria di Pesaro. Passa un'ora fra chiacchere
e ricordi passati, stiamo per abbandonare la battuta di
pesca quando ad un tratto il cielo si apre !!!
Di corsa andiamo al porto, vediamo così già
due barche sull'imboccatura intente ad ancorarsi, nel luogo
dei Paganelli (ghiozzi). In pochi istanti ci liberiamo dall'ormeggio,
solo 300 metri ci separano dall'ancoraggio, i motori non
fanno neanche a tempo a scaldarsi.
Giù l'ancora, il fondale non arriva a 10 metri ed
eccoci in pesca; Lele, tonnarolo scoperto anche lui intento
nella pesca dei paganelli, sentendosi smascherato, mi accusa
di non averlo chiamato per l'uscita, ma dico, che uscita.
Se non fosse per la frittura...
(seguito)
|