Pesca sulle presure
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Periodo
Il periodo migliore per la pesca alle gallinelle giganti
sono i mesi invernali anche fino ad aprile.
Ma i mesi migliori sono quelli fra settembre e dicembre,
con mare calmo e leggero vento si scirocco che permetta
all'imbarcazione di scarrocciare alla giusta andatura.
E' quindi importante avere una barca che, oltre ad essere
affidabile, sia dotata di una cabina per proteggerci durante
gli spostamenti a volte lunghi.
Ma la pesca al bolentino di media profondità, nel
medio adriatico è effettuata anche in estate, in
particolare su quelle più lontane dalla costa, dove
oltre alle gallinelle possiamo trovare spinaroli, astici,
spinaroli, pagelli, tanute ecc., in questo caso trattasi
di veri e propri secche che però non creano quasi
mai dei considerevoli sbalzi di fondale.
Il mese di Aprile è interessante in quanto la gallinella
si avvicina alle piattaforme metanifere o comunque accosta
leggermente per trovare habitat più ricchi di nutrimento,
dove deporre le uova ed assicurare la crescita dei piccoli
pesci nati.
Attrezzature
Per la pesca di bolentino di media profondità abbiamo
bisogno di canne sulle 12-20 libbre capaci di sopportare
anche piombi di mezzo chilo, peschiamo dalla barca quindi
non eccessivamente lunghe, 3-4 mt con cimino abbastanza
rigido per non avere la canna sempre piegata.
Non indispensabile ma sicuramente consigliabile è
avere caricato nel mulinello del multifibre
dello 0,22-0,25 che ci permette a parità di carico
di rottura del nylon tradizionale di avere una sezione del
filo più sottile, ciò si traduce in una minor
resistenza in acqua così da permetterci di utilizzare
piombi o zavorre di minor resistenza.
Il vantaggio ulteriore del multifibra è che, essendo
meno elastico del nylon, ci consente di avvertire meglio
le mangiate e di poter ferrare la preda con maggior successo.
La bocca della gallinella è grande, ma internamente
è dura e quindi ferrare bene è molto importante.
Il terminale della lunghezza
di 1,5 metri e dello 0,40 dovrà permettere il fluttuare
naturale dell'esca sul fondo. Se pensiamo di poter allamare
anche degli spinaroli allora è meglio impiegare terminali
in acciaio.
Il piombo deve poter essere sostituito con facilità
perché spesso le condizioni di corrente e mare possono
cambiare in breve tempo; allora un piccolo bracciolo infilato
all'interno di un tubicino di plastica da inserire con girella
sulla lenza madre e sul lato opposto una girella con moschettone
per l'inserimento del piombo che dovrà avere l'anello
per l'aggancio.
Questo sistema (pipetta)
ci consente la facile sostituzione del piombo e impedisce
al breve bracciolo di avvolgersi alla lenza madre durante
la discesa sul fondo.
Le esche utilizzate sono generalmente grosse e voluminose,
è consigliato quindi avere due ami
alla fine del nostro terminale, del 3/0 - 4/0 storti e con
punta a "becco d'aquila". Uno starlight assicurato
a breve distanza dall'esca o in prossimità del piombo
può essere un valido mezzo per attirare ulteriormente
l'attenzione.
Le esche impiegate sono
tranci di sgombro freschi, meglio se pescati da poco, calamaro
intero di modeste dimensioni, gamberoni tipo mazzancolle
e la sempre presente sarda intera.
Se utilizziamo la sarda intera ricordiamoci però
di controllare più frequentemente le nostre esche;
essa infatti ha carne più tenere che a contatto del
fondo si rovinano più facilmente.
Per meglio assicurare le esche al nostro terminale possiamo
legarle con del sottile filo elastico.
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