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Elenco programmi e risultati delle principali gare di pesca d'altura per l'anno in corso.

 

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Bolentino di media profondità - Adriatico




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Racconti ed immagini di alcune catture segnalateci per l'anno in corso.








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Bolentino invernale

 

Alcune note

Fra le esche impiegate, la carne di gambero era preferita maggiormente dalle boghe, il sardoncino salato aveva gli stessi risultati dei filetti bianchi di seppia o calamaro, ma quest'ultimi resistevano di più sugli ami e si potevano fare più calate senza ogni volta aggiungere le esche.

Con il sardoncino era inutile lasciare molto tempo gli ami in pesca perché se i pesci non si allamavano subito si rischiava di pescare senz'esca sull'amo. Per i granchi possiamo dire d'aver fatto fiasco, in quanto se non sono vivi hanno poco effetto. Che dire poi di Cristian che pescava ugualmente senza esche??
All'inizio andavano bene anche i terminali con ami piccoli, al sopraggiungere però dei grossi suri erano preferibili quelli con ami più grossi. Il recupero da quelle profondità è bene farlo senza strappare per non rischiare di lacerare parti della bocca perdendo il pesce. Ma neanche troppo lentamente perché in alcuni casi, durante un lento recupero abbiamo avuto più volte l'attacco di qualche luccardo (lanciara) che si é attaccato al volo appesantendo ulteriormente il recupero. Tale pesce anche se divertente da tirar su, non era molto gradito ai pescatori nella fase successiva: in cucina.


L'uso del multifibre nel mulinello (Claudio) permetteva di avvertire con facilità e prontezza le mangiate procurando maggior divertimento che in questo tipo di pesca é limitato soprattutto alla sorpresa ogni volta che si tirano su le lenze.
Il piombo più pesante ha evitato che i pesci più grossi si portassero a spasso il terminale, che in alcuni casi può finire a contatto della cima che tiene il sacco di pastura con il conseguente difficoltoso se non impossibile recupero nonché perdita di tempo. Un peso considerevole al termine del terminale evita anche ingarbugliamenti quando si hanno più pesci attaccati contemporaneamente.

Al primo segnale di mangiata conviene aspettare qualche istante per dare modo ad altri pesci d'attaccare le nostre esche.

 

Il lancio non ha bisogno di particolari indicazioni, in quanto spesso siamo già sopra il luogo in cui calare le nostre esche; problemi di attorcigliare i braccioli con la madre del terminale, non sussistono in quanto la loro lunghezza é sufficientemente corta. Quindi un lancio giusto solo per stendere leggermente il terminale affinché scenda il più dolcemente possibile sul fondo, ma in particolare in zona pastura e lontano dalle lenze dei compagni di pesca.

 

Pastura?? In anni precedenti abbiamo provato anche senza pastura e i risultati ci sono stati ugualmente e molto belli; la presenza della pastura può attirare e mantenere in zona di pesca pesci di maggior taglia, più affamati ed esigenti. Altre volte abbiamo impiegato al posto del macinato congelato, il trituratore in acciaio con sarde fresche, anche qui con buoni risultati.

 

Soddisfazioni?? Durante la pesca non tantissime a parte la sorpresa di vedere ogni volta che si tirano su le lenze, cosa c'é appeso; le specie di pesci prese nell'uscita erano tante e di dimensioni variabili ma quasi sempre contenute. La maggior gratificazione, se così si può dire, é quello di passare alcune ore in mare in compagnia, anche se freddo, tanto la pescata procura da se, lavoro a sufficienza per riscaldarsi.

 

In cucina?? A parte i suri, quest'anno provati sotto indicazione di Nibbio (forum) anche in carpaccio, e una frittura mista dei pesci più piccoli e spinosi, più di tanto non c'è. I suri buoni anche bolliti con sedano e cipolla, poi spinati e serviti con un po' di limone e salsina fatta di maionese, capperi e prezzemolo tritati e diluita con un po' di brodo della cottura.

Sempre i suri o sauri, sono risultati molto buoni una volta bolliti e spinati, serviti con sopra la cipolla tagliata molto ma molto fine, con aceto, olio, sale e pepe.
Le ricette sono tante, per del pesce che non ha grandissimi pregi, e ve ne ricordiamo un altra molto semplice: la frittura dei pesci più piccoli senza levargli le scaglie che così li proteggono dalla cottura ad olio caldo e facilitano la separazione della crosta una volta serviti a tavola. Ma la novità segnalataci da Orlando, amico di pesca, é quella di non usare la farina di grano, bensì la farina fine di mais che non assorbe molto olio e lascia più croccante la pelle del pesce, da mangiare in questo caso se prima privata delle scaglie.

 

Buon divertimento

 


Bolentino - Adriatico

Premessa

L'uscita e le esche

Attrezzature e Tecnica

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2 Gennaio - 2003 (Powered by Net Tuna)